dna cervello coscienza consapevolezza educazione
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International Society of Neuropsychophysiology "Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza"
International Society of Neuropsychophysiology"Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza" 

 

 

 

 

 

LA REPRESSIONE NON FUNZIONA

(settembre-ottobre 2003)

 di

 

Michele Trimarchi

 

Le varie strade percorse storicamente dalla creatività umana ci pongono davanti una umanità dalle mille espressioni: geni, criminali, artisti, poeti, filosofi, ideologi, scienziati, santi… Ma se chiedessimo ad ognuno di loro di spiegarci come ha fatto a diventare ciò che è o ciò che è stato, quasi nessuno saprebbe darci una spiegazione scientifica, ossia riproducibile anche per gli altri esseri umani. Ciò conferma da una parte l’unicità della persona e dall’altra la necessità di essere coscienti del proprio percorso di vita, perché vorremmo che ognuno potesse scegliere liberamente la propria esistenza ed indicarla coscientemente agli altri.

Abbiamo più volte affermato che ogni cervello viene plasmato dall’ambiente in cui nasce e si sviluppa “sballottato” dalle esperienze e dagli accadimenti quotidiani, trovandosi poi a difendere ciò che pensa senza averlo potuto verificare nella sua effettiva validità e senza considerare il valore sostanziale del proprio agire e del proprio essere.

Questa via evolutiva è all’insegna del conflitto con il quale convive l’attuale umanità, in cui è difficile trovare vinti o vincitori, colpevoli o innocenti, esseri superiori o inferiori poiché, di fatto, ci sono cicli che alternano i vinti ai vincitori e via dicendo.

Il grande dibattito politico e culturale contemporaneo ci spinge verso la ricerca di un nuovo stile di vita che certamente dovrà abolire i conflitti sostituendoli con la solidarietà, la cooperazione, ovvero con l’integrazione di tutto ciò che è diverso dal nostro modo di pensare.

Per abolire i conflitti, però, occorre insegnare innanzitutto ai genitori a comprendere i figli senza obbligarli a ciò che essi non comprendono o non vogliono; abolire il sistema del premio e della punizione; eliminare dalla nostra cultura politica il principio dell’obbligatorietà per dar vita alla cultura del consenso, sia per l’adulto che per il bambino.

È questa la sfida del 2000 a tutte le nazioni del mondo che, all’insegna dell’inviolabilità della dignità umana, dovranno impegnare tutte le menti creative per rendere giustizia al genoma umano disponibile ad una educazione senza repressione delle potenzialità intrinseche nel progetto “divino” insito in ogni nascita sulla Terra.