I “DOVERI UMANI” A 50 ANNI DALLA COSTITUZIONE DELL’ONU
(luglio-settembre 1995)
di
Michele Trimarchi
Il primo dovere di ogni essere umano è quello di scoprire e dare il giusto valore alla propria esistenza, il cui arco biologico, tra la nascita e la morte, impone dei limiti entri cui si svolge la vita umana: ogni persona ha a disposizione un certo numero di anni nel corso dei quali deve scoprire il senso della propria esistenza e costruire coscientemente la propria individualità, partendo con quanto in età evolutiva la famiglia e la società offrono attraverso il rapporto individuo-ambiente.
Ognuno dovrebbe essere in grado, già a partire dai 10-12 anni, di verificare quanto ha ricevuto misurandone il valore utile allo sviluppo della propria coscienza. Ciò consentirebbe a chiunque di essere consapevole del proprio essere e del proprio divenire, quindi delle proprie scelte, sviluppando così la reale capacità di intendere e di volere e di cooperare armonicamente e creativamente nel dinamismo dell’esistenza: è soprattutto da questo tipo di cooperazione che l’individuo può trarre attimo per attimo il piacere e la gioia di vivere.
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo, a 50 anni dalla costituzione delle Nazioni Unite, “impone” a tutti gli Stati del mondo un indirizzo politico, culturale ed educativo che non può e non deve più essere disatteso se non si vuole cadere nella trappola dell’ignoranza e dell’inciviltà politica e umana.
La Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è quanto di meglio si potesse concepire in termini di giustizia sociale e di dignità per ogni singolo individuo della Terra.