dna cervello coscienza consapevolezza educazione
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International Society of Neuropsychophysiology "Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza"
International Society of Neuropsychophysiology"Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza" 

 

 

 

L’AUTOSTIMA LIBERA DALLE PAURE

 

(luglio – settembre 2006)

 

di

 

Michele Trimarchi

 

 

 

Se volete liberarvi dalle paure, eliminate subito dal vostro cervello ogni “se”, “ma”, “forse”, “è difficile”, “non ci riesco”… I dubbi e le incertezze riducono fortemente l’autostima, o indicano assenza di autostima.

 

L’autostima- che non va certo confusa con la paranoia o con la megalomania, ovvero con l’esaltazione del proprio “ego” – è legata alla capacità di usare la propria intelligenza per identificare, nell’ambiente in cui si vive, tutto ciò che è utile alla realizzazione dei propri progetti finalizzati sempre e comunque a mettere alla prova la propria individualità cosciente.

 

Coscienza equivale a conoscenza: più conosco le mie potenzialità, la mia energia psicofisica, più posso conoscere il mondo intorno a me e progettare il mio percorso evolutivo, dove per “evoluzione” si intende una crescita in coscienza e quindi in conoscenza delle mie possibilità in relazione al mondo circostante.

 

La nascita biologica contiene in sé un percorso evolutivo che mette in condizione l’essere di scoprire il mondo e di identificarsi con il proprio Io cosciente, pilota del proprio cervello e della propria esistenza.

 

Il corpo, nella sua integrità psicofisica, diventa un potente mezzo quando viene guidato dall’Io cosciente. Nella maggior parte dei casi, invece, esso viene pilotato dalle memorie acquisite con le esperienze e dalle informazioni esterne che richiamano tali memorie, condizionando le emozione e il comportamento.

 

L’Io cosciente non si fa imbrogliare o distrarre dagli stimoli esterni, ma decide di volta in volta l’utilità, per la propria crescita ed evoluzione, di quanto gli viene detto, proposto o fatto. Quindi l’Io cosciente è colui che deve essere il padrone del cervello e del corpo in toto.

 

L’Io cosciente si relaziona all’ambiente tramite gli organi di senso, attraverso i quali entrano nel cervello le informazioni: occorre però sempre distinguere tra informazioni fisiologiche, ovvero naturali, non codificate dall’uomo e quindi vere, reali, e informazioni artificiali, ovvero quei codici, simbolismi, regole e convenzioni costruiti nella storia dell’umanità sottoforma di modelli che condizionano il cervello umano ad eseguire a comando comportamenti che escludono il padrone del cervello. Questo ha dato vita ad un sistema pseudo – educativo che utilizza il premio e la punizione, ma premi e punizioni sono sempre un condizionamento che pilota il comportamento umano escludendo la coscienza, l’evoluzione e la partecipazione attiva dell’essere alla vita. E’ proprio tale sistema che genera paure, dubbi, incertezze, incapacità decisionale, e quando ci si rifugia nelle convenzioni, nelle regole e nei modelli è per evitare di subire punizioni, disconferme, giudizi.

 

La vita è meravigliosa quando l’Io cosciente si auto gratifica per le proprie azioni e per la realizzazione di progetti da lui creati, ed è solo in questo caso che si sviluppa l’autostima e la fiducia in sé stessi. Ampliamo così il concetto di autostima aggiungendo che la consapevolezza del proprio agire in conformità ai propri progetto è l’unica via possibile per la risoluzione della conflittualità interna, interpersonale e sociale.

 

Le certezze annullano le paure quindi è la verità che ci rende liberi, e la verità non la inventiamo noi: è sempre esistita e rimane disponibile alla verifica del nostro cervello, del nostro DNA. Ecco perché le informazioni naturali sono verità per il nostro cervello e costiutiscono quel “linguaggio “ universale disponibile non solo a tutti gli uomini della Terra ma ad ogni forma di vita esistente.

 

Le informazioni sono energia, e l’energia agisce ed opera costantemente sotto forma di informazioni/trasformazioni a tutti i livelli, fisici e psichici. Se si pensa già solo al fatto che una carenza di liquidi nel corpo si traduce in una richiesta psichica di acqua,  e una carenza di nutrienti si trasforma in una richiesta psichica di cibo, appare evidente che non c’è separazione tra psiche e soma, mente e corpo. L’energia psichica attiva tutto il metabolismo del corpo e le carenze metaboliche diventano richieste psichiche e, se il “diavoletto” non ci mettesse la coda la funzionalità del nostro cervello ci permetterebbe di mantenere uno stato di benessere psicofisico che nessuno potrebbe alterare, poiché le richieste psichiche sarebbero perfette per il soddisfacimento di bisogni fisiologici finalizzati al mantenimento di quegli equilibri dinamici che ci danno la serenità e la gioia di vivere.

 

Il “diavoletto” consiste nel piacere che proviamo sia dal cibo (informazione nutrizionale) sia dalle stimolazioni che attivano la vista, l’olfatto, l’udito, il tatto…che comunque sono informazioni, quindi energia informazionale. Nel cervello il piacere dovrebbe essere funzionale al mantenimento dei propri equilibri dinamici e della propria evoluzione cosciente, ma se nel momento in cui devo soddisfare l’esigenza di dare acqua al mio corpo voi mi mettete lo zucchero nell’acqua, avete alterato dei processi perfetti: se fosse acqua pura di fonte il nostro ipotalamo ci direbbe “basta” una volta reintegrata la carenza, ma con lo zucchero o le bibite o altro noi andiamo a stimolare i centri limbici del piacere e da quel momento siamo “costretti” a richiedere lo zucchero o le bibite o tutto ciò che è andato a condizionare la richiesta al di là del soddisfacimento fisiologico. Ciò è marcatamente evidente nell’uso e abuso di droghe: tutto diventa droga nel momento in cui si crea dipendenza.

 

E’ proprio tale meccanismo che porta agli squilibri metabolici, all’obesità, allo stress di organi come rene, fegato, cuore, che devono darsi da fare per eliminare tutto ciò che non è utile al nostro organismo (e alla nostra crescita evolutiva) in quanto non sentiamo più i segnali che il nostro ipotalamo ci invia poiché il “piacere” che ha creato dipendenza altera la richiesta fisiologica dominando il comportamento che a volte diventa ossessivo – compulsivo. Ecco perché occorre quell’Io cosciente che quando al corpo serve l’acqua – che non ha sapore, odore, colore – deve richiedere solo e soltanto acqua: solo così l’ipotalamo ci dirà “basta” ed eviteremo di affaticare i nostri organi…e la nostra psiche.

 

Riflettere su tutto ciò che geneticamente spinge l’essere a realizzare se stesso attraverso quel dinamismo in cui l’Io deve avere rispetto della sua integrità psicofisica e di tutto ciò che gli occorre per mantenerla tale. Ciò eviterebbe tutte le patologie sia organiche che mentali.

 

L’Io cosciente è tale se identifica le informazioni nella loro utilità per il mantenimento del proprio benessere psicofisico, ed è solo nel momento in cui raggiungerà tale benessere che sarà consapevole di poter accedere alla propria spiritualità cosciente. La spiritualità cosciente consiste in quella consapevolezza di valori universali che permette non solo l’autostima attraverso il successo delle proprie azioni, ma un’opera continua e costante che favorisce la propria espressione attraverso un corpo sano e un cervello armonico ed ordinato nelle sue funzioni, conditio sine qua non di una espressione concretamente spirituale.