dna cervello coscienza consapevolezza educazione
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International Society of Neuropsychophysiology "Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza"
International Society of Neuropsychophysiology"Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza" 

 

 

 

 

 

ILLUSIONI, ALLUCINAZIONI E REALTÀ CONCRETA

(marzo-aprile 1992)

 di

 

Michele Trimarchi

 

Negli anni ‘50 lo scienziato americano Wilder Penfield, nell’intento di curare alcune forme di epilessia, scoprì che inviando stimoli elettrici in alcune zone della corteccia cerebrale era possibile far rivivere alla persona situazioni precedentemente memorizzate. L’esperienza psichica così prodotta si interrompeva con la sospensione dello stimolo elettrico. La persona, in conseguenza allo spostamento dell’elettrodo, riviveva nella sua coscienza esperienze “reali”: sentiva musica, odori, vedeva persone, ascoltava conversazioni come se stesero avvenendo in quel momento.

Tali studi – di grande rilevanza per la comprensione della memoria, del comportamento, della personalità e della fisiologia cerebrale – sono stati purtroppo poco compresi sostanzialmente, poiché si parla ancora di mente e cervello come di due entità separate.

Il vissuto prodotto dallo stimolo elettrico può essere paragonato a ciò che viviamo tutti i giorni, in quanto gli stimoli sociali e ambientali provocano risposte comportamentali determinate, nella maggior parte dei casi, da esperienze memorizzate in precedenza. E allora come distinguere una percezione oggettiva della realtà da una illusione o da una allucinazione?

Occorre innanzitutto tener presente che il cervello, se non è motivato e indirizzato a ricercare specifiche informazioni, risponde automaticamente con informazioni prememorizzate e nella maggior parte dei casi rifiuta informazioni non associabili. Per converso, se c’è la volontà di apprendere, prodotta da una richiesta continua di nuove informazioni, il cervello diventa “selettivo” ed oggettivo alla realtà.

Per evitare quindi le allucinazioni o le illusioni occorre finalizzare e motivare se stessi all’interazione costruttiva con l’ambiente sociale e umano. Occorre mantenere integro il dinamismo evolutivo della propria coscienza per realizzare gli obiettivi individuali che, per essere giusti, non devono essere in conflitto con quelli degli altri.