dna cervello coscienza consapevolezza educazione
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International Society of Neuropsychophysiology "Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza"
International Society of Neuropsychophysiology"Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza" 

LA SCIENZA SI È SMARRITA

(gennaio-marzo 1998)

 di

 

Michele Trimarchi

 

È di galileiana memoria la storia dell’ignoranza che vuole imporsi sulla ricerca della conoscenza. La conoscenza non guarda in faccia nessuno ma tutti, e proviene dalla fisiologia intesa come conoscenza del dinamismo dei processi naturali.

L’arroganza della pseudoconoscenza si autoaccusa di ignoranza quando pretende di imporsi, poiché la fisiologia non ha bisogno né di arrabbiarsi né, tantomeno, di imporsi. Essa nasce dall’osservazione che, come tale, offre il proprio dinamismo a chi ha la libertà e l’onestà mentale di osservare, rilevare e descrivere tutto ciò che accade nel proprio campo di percezione, condizione difficile da trovare soprattutto nell’ambito della ricerca scientifica, poiché questa obbliga ad attenersi a modelli di riferimento che condizionano a priori lo spirito dell’osservatore.

Abbiamo due tipi di “fisiologi”: uno che osserva, scopre e descrive fornendo conoscenza, e uno che prende tale conoscenza e la utilizza o la rifiuta secondo i propri scopi ed obiettivi.

Lo strumento principale del vero fisiologo è la fisica ed è con essa che si possono osservare gli atomi e le molecole e come essi, comunicando tra loro, danno vita alla Natura e all’intero Universo. Con la fisica si può misurare anche la quantità di energia trasportata dalla parola, come essa viaggia nello spazio circostante e come, trasformandosi in varie forme di energia attraverso l’orecchio e le sue strutture interne, arriva poi a produrre un’emozione , positiva o negativa, o ad attivare a cascata tutta una serie di processi metabolici fisiologici e patologici.

Lo strumento di misura della patologia è la fisiologia. L’alterazione di un processo fisiologico e quindi l’instaurarsi della patologia richiede come cura elettiva il recupero della funzione con la rimozione della causa.

Viviamo in un mondo altamente tecnologico in cui la maggior parte della popolazione utilizza con semplicità telecomandi, computer, radio, televisori e molto altro ancora, ma pochi si chiedono come fa, ad esempio, un piccolissimo telecomando ad aprire pesanti cancelli. Tutto viene dato per scontato, ma nel momento in cui si afferma che una parola può uccidere e un’altra può resuscitare si creano grandi diffidenze.

Tutto ciò sarebbe normale per l’uomo della strada, ma quel che è peggio è che il mondo della scienza – medica, biologica, psicologica – è nella maggior parte dei casi privo di tale conoscenza. Si pretende, poi, con tali limiti, di voler spiegare le varie patologie, il cervello, la mente e le molteplici manifestazioni della vita umana, i quali hanno come fattor comune gli elementi atomici molecolari i cui equilibri dinamici elettromagnetici determinano negli organismi lo stato di salute e di malattia.

Per comprendere meglio quanto sopra espresso è necessario sapere che ogni molecola è un piccolo telecomando che, con la sua energia, attiva o inibisce le funzioni dell’organismo. La manipolazione chimico-fisica e genetica, nonché le informazioni cosiddette psicologiche, mettono sotto stress il dinamismo dell’unità umana. Lo stress, oltre i limiti consentiti dalla fisiologia, produce effetti che nel tempo diventano vere e proprie patologie. Ciò pone in evidenza che qualsiasi forma di terapia, sia biologica che psicologica, necessita di un recupero degli equilibri dinamici che eliminano lo stress patologico.

Troppa gente oggi parla in nome di una scienza che nega a priori il rispetto e l’amore per la vita. Ci sentiamo legittimati ad affermare che costoro sono fuori strada e che la loro scienza serve a giustificare l’enorme quantità di denaro pubblico che ruota intorno alla malattia, ma non certo a scoprire le cause che producono le varie forme di malattia e tantomeno le terapie adeguate.