IL CERVELLO NON DIMENTICA
(novembre-dicembre 1990)
di
Michele Trimarchi
Non ci pensare… Dimenticalo… Lascia perdere… Frasi di questo genere vengono ripetute, spesso con disinvoltura, nel tentativo di gestire problemi che troppe volte turbano, impediscono il sonno e rendono amara l’esistenza. In questo modo si trasferiscono però nell’inconscio situazioni non risolte che vanno a minare alla base lo sviluppo della personalità e, soprattutto, l’armonizzazione della coscienza.
Il cervello non dimentica, ma metabolizza delle situazioni che rimangono depositate all’interno delle strutture neurologiche a volte per anni ed anni, e che condizionano l’espressione comportamentale dell’individuo spesso per tutta la vita. Il cumulo di situazioni irrisolte, non chiarite, non capite, porta inevitabilmente verso squilibri psicopatologici (nevrosi, psicosi), e poi si tenta con delle “pillole” di risolvere i problemi non affrontati e non chiariti nei tempi e modi adeguati.
La terapia e soprattutto la prevenzione ideale delle psicopatologie è capire di volta in volta e sciogliere gli “enigmi”, chiedendo anche aiuto a chi può darlo, ma mai lasciare situazioni insolute nel cervello, poiché queste puntualmente si faranno sentire nei momenti più impensati: il cervello, in presenza di specifici stimoli, evoca anche dopo molti anni quei problemi, riportandoli al livello di coscienza e facendo rivivere sensazioni, emozioni, dolori.
Non dimenticare, dunque, ma trasformare situazioni irrisolte in una sorta di positività che porta a capire gli errori, per migliorare innanzitutto le proprie condizioni mentali e dare alla propria vita quella trasparenza e coerenza preludio di una società più umana.
Visto che la speranza deve essere l’ultima a morire, il nostro augurio per il nuovo anno è che l’umanità possa positivizzare il passato nel presente per un futuro migliore.