dna cervello coscienza consapevolezza educazione
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International Society of Neuropsychophysiology "Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza"
International Society of Neuropsychophysiology"Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza" 

Il caotico vivere quotidiano tra ufficio, famiglia, amici, ecc., toglie ormai il respiro anche al più semplice degli uomini. Le notizie che si apprendono continuamente dai giornali e dalla televisione spengono sempre più quell’alito di vita e di speranza che ancora accende l’ottimismo di alcuni. La vita tra Cultura e Natura combatte la sua ultima battaglia. Il degrado ambientale e sociale, incrementato da un feedback consumistico tecnologico, condiziona sempre più la Natura dell’Uomo. Le vetrine dei negozi, appositamente studiate da esperti, creano una potente calamita atta a schiavizzare qualsiasi forza che ancora contrasta l’avanzamento del processo consumistico. E in tutto questo l’Uomo è sempre più solo e sempre più combattuto dai conflitti che la propria Natura scatena per tentare di resistere alla robotizzazione dell’essere umano.

Perché tutto questo? Chi sono i protagonisti di questo scempio? Chi realmente vuole degradare la Natura?

La nostra risposta è: “nessuno”. Se ognuno conoscesse la propria Natura, opererebbe con la propria Cultura solo ed esclusivamente per creare equilibri dinamici ed armonici nel proprio ambiente socio – culturale, in quanto in esso risiedono tutte le aspirazioni dell’umanità.

Questa nostra pubblicazione nasce da una volontà scientifica “ottimistica” che ha per finalità il desiderio di approfondire sempre più – con una serie di articoli mirati a porre in evidenza la conflittualità umana tra l’empirismo evolutivo della cultura e la dinamica naturale dell’Uomo e dell’ambiente – la possibilità di armonizzare e ridurre tale conflittualità per una evoluzione umana in cui ogni essere possa rendersi partecipe con la propria esistenza ad una vita che non sia in antitesi al proprio divenire conoscitivo.

 

SIMBOLISMO E NATURA

Ciò che vogliamo mettere in risalto è che ogni essere umano deve prendere coscienza che il proprio corpo fa parte dell’ambiente naturale e come tale “ubbidisce” alle leggi della Natura (genetica, biochimica, biofisica, ecc.) Di questo poco si parla nei programmi scolastici ed universitariTutto il mondo animale e vegetale, infatti, utilizza gli stessi codici di comunicazione e di interazione del nostro corpo e, attraverso il cibo e l’aria, l’ambiente e il nostro corpo interagiscono costantemente. Dobbiamo quindi chiederci in che rapporto sono la Cultura, la tecnologia, il consumismo con i loro simboli fisici operanti nei nostri cervelli e la dinamica interattiva biologica del nostro appartenere alla Natura. A parere di alcuni studiosi l’Uomo non si può scindere tra Natura e Cultura in quanto è un tutt’uno: ma cosa realmente vuol dire “essere un tutt’uno” ed esprimerlo nessuno lo spiega.

 

 

GIUSTIZIA ED ONESTA’

La Cultura, intesa in senso generale, ha codificato un’infinità di ruoli che vanno dal povero al ricco, dal pazzo al savio, dall’operaio al professore, ecc. ma quello che ancora non ha codificato è un modello di Uomo o un ruolo umano in cui la donna e l’uomo possano realmente riconoscersi nell’ambiente del proprio vivere quotidiano.

Eppure la Natura umana pone tutte le popolazioni, ricche o povere che siano, di fronte a situazioni univoche come le angosce, ansie, tensioni, aggressività, ecc. che, seppur provenienti da cause diverse, si manifestano poi allo stesso modo e danno come risultato le stesse conseguenze.

Che differenza c’è sostanzialmente tra la morte di un ricco e quella di un povero, di un professore o di un operaio? O forse le angosce dei ricchi sono migliori di quelle dei poveri?

Le false mete operate dalla cultura e dal simbolismo che da essa deriva devono essere oggi processate affinché si verifichi l’innocenza o la colpevolezza di quanto ogni giorno si riversa sulle società attraverso l’educazione e i media. Ed è proprio per questo che dobbiamo operare, per riconoscere quanto la vita di ognuno soddisfa l’esigenza e le richieste dei singoli in rapporto ad uno sviluppo sociale più umano. Sono tante le rivendicazioni operate dai ruoli sociali, dove si vede l’operaio che lotta per un salario più alto, l’anziano che chiede più rispetto su tutti i piani della vita sociale, la donna che rivendica il suo ruolo e la sua partecipazione più attiva alle decisioni dello Stato e mai come in questi ultimi tempi tutti i ruoli e i livelli sociali hanno rivendicato qualcosa. I partiti politici combattono le loro battaglie, appropriandosi di meriti non sempre reali e nascondendo il più possibile i demeriti. Per quanto strano posa sembrare, tutti hanno ragione e nel frattempo il caos aumenta, la mischia e le lotte si fanno sempre più cruente e non si apprende che di fatto ognuno cerca la stessa cosa, ossia il diritto a vivere una vita più umana, dove ognuno possa essere rispettato come Uomo e non come ruolo.

 

 

INTERAZIONE TRA NATURA E CULTURA

Il prezzo più alto di questo squilibrio viene pagato dai ragazzi, dagli adolescenti, dalle nuove generazioni, in quanto non riescono a trovare un qualcosa per cui valga la pena di vivere. Si guardano interno sgomenti e maledicono di essere nati in un mondo di “pazzi” e da poco tempo nei Paesi a tecnologie avanzate (o a squilibri più avanzati), quando non tentano il suicidio, o si drogano oppure finiscono in qualche gruppo eversivo per tentare di combattere per un mondo migliore, spinti solo dall’insoddisfazione che nasce da un Io umano non ancora sepolto dal cumulo di macerie culturali proveniente dalla frantumazione delle miriadi di modelli socio – culturali.

Qualcuno pensa che basta essere onesti per non essere disonesti e non comprende che una passiva onestà non basta a migliorare la situazione per sé e per i propri figli. Una valanga prodotta da uno squilibrio sociale nella sua avanzata non è in grado di distinguere gli onesti da quelli che non lo sono, arriva su tutti, creando gli stessi identici danni. La cosa migliore sarebbe che l’onesto e il disonesto sposino un’unica finalità, che in questo caso sarebbe quella di impedire che la valanga distrugga letteralmente tutti.

La morale di quanto sopra espresso la troviamo nel concetto: chi è senza colpa scagli la prima pietra. Da quello che possiamo vedere tutti scagliano pietre e non ci si rende conto che le pietre di fatto colpiscono tutti. Ciò ci dimostra che i così detti “furbi” che credono di essere onesti spesso so sentono tali solo perché valutano le loro azioni quantitativamente e non qualitativamente. E’ come dire che rubare una gallina e non dieci non fa ladri, ma noi sappiamo che il concetto qualitativo di rubare non dice questo. Non aggiustiamo quindi le coscienze e troviamo il coraggio di metterci davanti a uno specchio per capire quanto realmente ci riconosciamo e soprattutto quanto facciamo con le nostre azioni per essere onesti.

Per vedere chiaro in questa situazione è necessario che la cultura si sintonizzi con la Natura dell’essere umano e ciò permetterà di scoprire che l’ambiente naturale è il vero habitat dell’umanità, l’unico che ci spinge verso una ricerca culturale di noi stessi attraverso il vivere quotidiano subendo le conseguenze del nostro apprendere.

Nulla vieta di utilizzare qualsiasi tecnologia per rendere meno “faticosa” la vita materiale nella sua evoluzione e per permettere una società planetaria capace di interagire con il proprio habitat naturale e artificiale. Ma è bene che si sappia che l’avanzamento delle conoscenze scientifiche in campo tecnologico porta gradualmente a scoprire le immense potenzialità racchiuse nell’essere umano e nell’ambiente affinché si comprenda che tutti i fenomeni naturali umani non ancora compresi dalla storia e dalle scienze fanno parte di una logica ed una “intelligenza”disponibili alla Cultura dell’Uomo ma che l’uomo stesso dovrà conquistare attraverso la sua storia e il suo divenire.

Il C.E.U. – Centro studi per l’Evoluzione Umana – opera costantemente per l’integrazione delle scienze affinché la Cultura si integri con la Natura al fine di rendere giustizia alla vita che non è nata con l’Uomo, che proviene dall’Universo, e che gli uomini dovranno testimoniare con la propria Cultura per liberarsi dai limiti di una spazio/temporalità di eventi che hanno limitato e limitano ancora la percezione di una meravigliosa visione dell’Universo celata solo dalle spesse coltri dell’ignoranza. L’evoluzione biologica e culturale dei popoli opera nella direzione di una presa di coscienza verso la scoperta della vita. Quando la Cultura sarà in grado di abolire il caso dalla propria ricerca per scoprire le cause che generano i fenomeni, allora avrà fatto quel passaggio di qualità necessario per iniziare a considerarsi “Cultura umana”.