dna cervello coscienza consapevolezza educazione
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International Society of Neuropsychophysiology "Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza"
International Society of Neuropsychophysiology"Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza" 

I crimini dell’ignoranza

(aprile-giugno 1998)

 di

 

Michele Trimarchi

 

Sono seriamente preoccupato per tutti quei messaggi che ogni giorno vengono inviati dai mass-media sulla produzione continua di “pillole” che dovrebbero curare la sofferenza umana. Credo di compiere un mio preciso dovere di uomo e di scienziato nel mettere in guardia ogni individuo da questi messaggi illusori e privi di qualsiasi fondamento scientifico che si basi sulla fisiologia e sulla fisiopatologia dei processi sottostanti alle funzioni neuropsicofisiologiche che danno vita alla coscienza.

Siamo ormai in grado di spiegare in termini fisiologici la coscienza, il cui substrato è senza ombra di dubbio il cervello che, con i suoi due emisferi, produce attimo per attimo un’intensa interazione tra il mondo interiore e quello esterno. Sia il cervello che il mondo esterno sono incessantemente controllati e gestiti da leggi fisiche la cui conoscenza è fondamentale per spiegare la più piccola delle emozioni che ogni essere umano vive nell’arco della propria esistenza.

Per converso vediamo che una marea di pseudoscienziati “si avventura” in spiegazioni del comportamento e delle emozioni, offrendo, con pillole varie, facili soluzioni a problemi e conflitti le cui cause risiedono solo ed esclusivamente in processi maturativi della coscienza, deprivata - nelle varie fasi di crescita - di tutti quegli stimoli e informazioni fondamentali per la gestione del benessere e del malessere di ogni singolo individuo.

Onde evitare di entrare troppo nello specifico, ricorriamo alla metafora secondo cui il cervello è una grande, immensa e meravigliosa orchestra ed ogni stimolo sensoriale “decide” quali sono gli strumenti che devono essere suonati. Fin dalla nascita i vari strumenti vengono accordati da questa enorme quantità di segnali/stimolo (visivi, uditivi, gustativi, tattili, olfattivi, ecc.) formando gruppetti di strumenti che danno vita ad esperienze. La crescita dell’individuo prevede che intorno agli 8-10 anni all’interno del cervello si formi un direttore di questa grande orchestra, capace di dirigerla, armonizzarla, correggerla in tutte quelle stonature e disarmonie che i vari strumenti, per condizionamento familiare e sociale, producono. Naturalmente stiamo parlando dell’Io cosciente.

La sede anatomica dell’Io cosciente è costituita dai due lobi frontali, destro e sinistro, del cervello. Il lobo frontale destro elabora, codifica, decodifica e produce risposte emozionali secondo i principi dell’oggettività, ossia non utilizza i simboli, le nozioni o le convenzioni, ma opera l’integrazione delle caratteristiche fisiche naturali/sostanziali delle informazioni. Il lobo frontale sinistro, invece, elabora informazioni, nozioni, linguaggio, simboli, astrazioni, in base alle istruzioni apprese.

L’Io cosciente dovrebbe nascere da un perfetto sinergismo (comunicazione interemisferica) tra l’elaborazione ed integrazione degli stimoli/segnale dell’emisfero destro e l’elaborazione in forma logico-linguistica, matematica, dell’emisfero sinistro.

In sintesi, l’Io cosciente dovrebbe sempre razionalizzare l’oggettività inserendo il fine, lo scopo dell’oggetto, ovvero l’obiettività. Ciò eviterebbe astrazioni che - se negative - producono a cascata paura, ansia, angoscia, che sono i prodromi di processi psicopatologici e somatici.

L’ignoranza che ancora impera in gran parte della psicologia, della psichiatria e della medicina in generale ha indirizzato la ricerca scientifica su una strada pericolosa per l’intera umanità, poiché si continua a pensare che modificando i sistemi biofisici e biochimici del cervello è possibile risolvere drammi umani prodotti dall’incapacità dell’individuo di obiettivare la propria attività mentale.

In questo modo non si comprende che la risoluzione di tali problemi non richiede pillole ma chiarezza, oggettività, capacità decisionale, autostima, autogratificazione e, soprattutto, conoscenza e forte motivazione alla vita. La neuropsicofisiologia della coscienza - che è nata appunto dall’integrazione di neuroscienze cognitive, psicologia e fisiologia - è a nostro parere la disciplina fondamentale per la formazione di medici e psicologi che intendono curare la sofferenza della psiche umana.