dna cervello coscienza consapevolezza educazione
dna cervello coscienza consapevolezza educazione
International Society of Neuropsychophysiology "Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza"
International Society of Neuropsychophysiology"Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza" 

 

Il cervello alla nascita è una struttura fisica costituita da circa 14 miliardi di neuroni che oscillano e vibrano creando un campo di energie armoniche che può essere considerato l’anima del bambino. Gli organi di senso sono le porte attraverso le quali tutte le forme di energia esistenti nell’ambiente “educano” l’anima: inizia così, a partire dalla nascita, un dialogo continuo tra l’anima e l’ambiente fisico circostante.

L’anima pulsa seguendo e rispettando il ritmo dell’ambiente, regolato dall’energia del sistema solare. Il cervello del bambino è costantemente “unito” alle variazioni e ai ritmi dell’Universo. Ogni forma di energia può essere identificata nei suoi codici fisici e nei suoi ritmi dal cervello, producendo emozioni e coscienza: ogni forma di energia informa il bambino della sua presenza e il bambino risponde ad essa secondo un codice previsto dal suo DNA, dalla sua anatomia, dai sistemi di gestione e controllo della sua integrità biofisica. Per cui il bambino alla nascita risponde all’ambiente con l’“intelligenza” e il linguaggio della Natura, di cui egli stesso è parte integrante.

Gli adulti si inseriscono in questo dialogo codificando e decodificando informazioni che nella maggior parte dei casi violano il diritto fondamentale del bambino: il diritto di crescere e di sviluppare se stesso e la propria anima senza discostarsi dagli insegnamenti della “Scuola-Natura”.

Il cervello del bambino è dotato di un sistema che regola l’integrità, lo sviluppo e la realizzazione di una coscienza capace di metterlo in grado di partecipare consapevolmente all’evoluzione del proprio habitat e dell’Universo. Il cervello è dotato inoltre di un sistema di difesa e protezione non solo della sua integrità biologica, ma anche e soprattutto di ciò che è entrato a far parte della sua crescita e della sua presa di coscienza.

L’ansia e l’aggressività sono strumenti di difesa da manipolazioni di energie che non corrispondono a quanto il cervello stesso contiene all’interno del suo bagaglio conoscitivo.

Obbligare il bambino ad adattarsi ai sistemi familiari imponendogli “linguaggi” e ritmi contrari a quelli della Natura significa produrre stress e squilibri nella sua crescita e presa di coscienza, e dissociarlo dalla sua anima, la quale riconosce innanzitutto come “professore” la Natura e le sue leggi.

Si arriva così a creare, all’interno dell’essere umano, due mondi paralleli che si sviluppano sulla base di una conflittualità tra ciò che insegna la Natura e ciò che insegnano la famiglia e la società. I mondi paralleli si sviluppano sulla base dell’anatomia del cervello diviso in due grandi emisferi, le cui funzioni sono state chiarite da decenni di ricerche condotte da noi e da altri.

Una netta divisione funzionale dei due emisferi è iniziata a verificarsi quando l’uomo ha scoperto che qualsiasi segno o simbolo può essere associato alla realtà e, di conseguenza, che l’uso del simbolo, come informazione, può richiamare la realtà.

La grande confusione che si è venuta a creare tra informazioni artificiali (segni, simboli, nozioni) e informazioni naturali (reali) produce tutt’ora l’incapacità da parte dell’anima di gestire e guidare il proprio dialogo con l’ambiente. Ciò induce il cervello ad agire autonomamente con paure, ansie, aggressività nel tentativo di difendersi ed eliminare tutto ciò che minaccia la propria integrità psicofisica.

È dunque necessaria una profonda riflessione affinché si acquisisca coscienza e consapevolezza innanzitutto del rispetto che si deve avere del bambino e della sua anima, rispetto che si traduce in una comunicazione armonica capace di “educare” quell’enorme potenzialità che necessita di una guida che sappia parlare il linguaggio della Natura, evitando imposizioni, violenze e favorendo la presa di coscienza di quanto gli vogliamo trasmettere.

Condizionare il bambino a ritmi artificiali e regole sociali significa impedirgli di mantenere quell’autonomia di gestione del proprio cervello separandolo funzionalmente dall’armonia e dai ritmi della Natura, ovvero si crea una divisione funzionale degli emisferi cerebrali dando la dominanza del comportamento a tutto ciò che ad esso viene imposto.

L’anima del bambino è in grado di guidare la propria crescita solo nella condizione in cui partecipa al riconoscimento di ciò che è armonico o disarmonico per il proprio divenire cosciente, considerando che contiene in sé, fin dalla nascita, la capacità di identificare e riconoscere ciò che è utile alla sua esistenza, al suo sviluppo e alla sua partecipazione alla vita.

Non sorprendiamoci quando vediamo i bambini che si ribellano, che aggrediscono, che rifiutano genitori, scuola, insegnanti e persone varie: essi indicano le disarmonie e le ingiustizie di ciò che li circonda e gli adulti avrebbero molto da imparare dalle azioni e “ribellioni” dei bambini. Ognuno potrebbe scoprire in sé i propri condizionamenti comportamentali che si discostano dalla “verità”, dall’armonia, da quella Intelligenza che ha dato vita a noi, alla Natura e all’Universo.