L’INTERVENTO NEUROPSICOFISIOLOGICO
NELLA MEDICINA INTEGRATA PER LO SPORT
Prof. Michele Trimarchi
Lectio Magistralis tenuta al Corso teorico-pratico
“La patologia tendinea nell’arto superiore: stato dell’arte”
Sabato, 24 aprile 2010 Museo del Calcio
Centro Tecnico Federale F.I.G.C. Coverciano (FI)
Premessa
L’espressione delle potenzialità umane della donna e dell’uomo all’interno dello sport concretizza tutti gli aspetti emozionali, razionali e creativi capaci di superare continuamente i limiti evidenziati dalla stessa attività sportiva nell’evoluzione socio-culturale dei popoli.
Ogni disciplina sportiva utilizza alcuni aspetti dell’attività psicomotoria e metabolica dell’asse psico-neuro-endocrino che agisce costantemente sull’attività metabolica dell’intero organismo.
Non è possibile separare muscoli, tendini, circolazione, e quindi cuore, fegato, reni e soprattutto cervello, per esprimere al meglio e al massimo le potenzialità dell’essere umano per il raggiungimento di qualsiasi attività sportiva e agonistica, poiché essi nell’organismo sono interdipendenti e svolgono il proprio ruolo con l’unico scopo di rendere efficace ogni espressione dell’intero organismo.
Creatività e agonismo sportivo
Sulla competizione agonistica occorre puntualizzare che è necessario educare gli atleti ad una profonda conoscenza delle potenzialità del proprio corpo, onde evitare di richiedere ai propri tessuti, organi o metabolismo più di quanto essi possono dare.
Va precisato che gli atleti dovranno acquisire una consapevolezza capace di gestire creativamente le proprie risorse psicofisiche, poiché è la creatività che deve competere nell’agonismo sportivo: uno sport fondato sulla creatività, che utilizza le potenzialità del corpo umano, sarà la vera cultura sportiva che può dare gioia e gratificazione sia agli atleti che a chi ama lo sport.
Una gara di creatività nella gestione delle proprie risorse psicofisiche in tutte le discipline sportive metterà in luce le immense potenzialità racchiuse nel cervello umano e nel soma; e soprattutto si ridurranno i gravi rischi non solo di traumi fisici ma anche di vere e proprie patologie che possono instaurarsi nel tempo.
Occorre ricordare che il corpo umano è regolato da leggi fisiche che non possono essere violate senza subire una “sanzione” in termini di danno o patologia. La conoscenza di tali leggi sarà un ulteriore aiuto per prevenire i danni che ogni giorno si producono all’interno di alcune discipline sportive.
Scienza e coscienza nello sport
Scienza e coscienza sono indispensabili per un’educazione sportiva che porti al rispetto della Dignità come valore della propria esistenza e, di conseguenza, dell’altrui Dignità. La Pari Dignità va sempre tenuta in considerazione in qualsiasi attività competitiva per il raggiungimento del successo e ciò è possibile soltanto con la creatività nelle discipline sportive.
L’unicità della persona si esprime con l’originalità delle proprie azioni che, per definizione, possono essere prodotte solo dalla creatività.
A questo punto, è facile comprendere come una conoscenza fisiologica di tutti gli aspetti della realtà umana ci permette di dare coscienza all’Io, o al Pilota dell’individuo, di come gestire le proprie risorse bio-psicologiche; mentre l’integrazione delle scienze mediche può offrire gli strumenti agli operatori della salute per le terapie tendenti al recupero funzionale delle attività metaboliche e organiche dell’organismo in toto.
L’Integrazione delle Scienze e la nascita della Neuropsicofisiologia
Negli anni settanta-ottanta, io ed altri ci siamo dedicati all’Integrazione delle Scienze, al fine di dar vita ad “Una Scienza Integrata” propedeutica alla verifica e alla comprensione del continuum funzionale tra cervello e soma e tra cervello e ambiente, affinché si comprenda come l’Io, o il Pilota, deve gradualmente appropriarsi della gestione di tutta l’attività del proprio cervello e del proprio corpo: la Neuropsicofisiologia.
La Neuropsicofisiologia integra in sé tutte le potenzialità del corpo umano dove mente, cervello, soma sono interdipendenti e dinamici, riconoscibili e descrivibili come processi neuropsicofisiologici.
Le scienze psicologiche, biologiche e mediche richiedono un processo di integrazione, affinché i vari professionisti della salute possano usufruire di una conoscenza fisiologica che sia in grado di partecipare, in fase terapeutica, con l’opera fisiologica endogena che il “medico genetico” mette in atto per il recupero funzionale di tutta l’attività organica che ha subìto alterazione nel rapporto con l’ambiente circostante.
Il cervello è certamente la sede di controllo e di gestione di tutto ciò che accade nella totalità dell’organismo.
Tutto avviene in un continuum funzionale dove istante per istante ogni parte del corpo informa del proprio funzionamento il cervello, comunicando qualsiasi alterazione si possa creare, affinché il cervello stesso provveda a intervenire per risanare la situazione.
Migliaia e migliaia di segnali raggiungono in ogni istante il cervello, monitorando l’equilibrio metabolico, omeostatico dell’attività scheletrica e muscolare, indicando inoltre la posizione corretta (ortostatica) nello spazio e nel tempo.
Ciò che contraddistingue il benessere psicofisico dell’individuo è il dinamismo della comunicazione tra cervello e soma e tra soma e cervello; la comunicazione va vista a livello intracellulare, intercellulare, organica.
Quel che è certo è che la vita è comunicazione con uno scambio continuo e costante di energia che, in varie forme, acquisisce il ruolo di informazione.
L’informazione è dunque energia e materia. Esiste, quindi, un principio di equivalenza tra energia-materia-informazione: E=M=I.
La conoscenza di come il cervello mantiene il dinamismo del soma è fondamentale al fine di favorire (e non interferire) il riequilibrio costante dell’omeostasi intracellulare, intercellulare, dell’intero organismo.
A tale scopo, è di fondamentale importanza la nutrizione, che rifornisce di tutte le sostanze necessarie (che sono sempre e comunque energia, materia, informazione) indispensabili al buon funzionamento dell’intera “macchina” umana.
La “qualità” della nutrizione determina la qualità del buon funzionamento dell’intero organismo, cervello compreso.
Lo sport, nelle sue varie forme di competizione, mette in luce i limiti consentiti dalla fisiologia psicosomatica e qualsiasi tentativo di valicare tali confini rappresenta un rischio che può portare alla patologia funzionale organica.
Si richiede, al fine di evitare danni, una buona conoscenza educativa della gestione delle proprie potenzialità psicofisiche.
Un corretto equilibrio nutrizionale, un ottimo rapporto sonno-veglia, nonché esercizi appropriati specifici per il tipo di sport esercitato, danno all’atleta e a tutti coloro che praticano sport una reale conoscenza delle proprie potenzialità psicofisiche.
L’intelligenza posta a servizio dell’Io Cosciente e consapevole della corretta utilizzazione delle proprie potenzialità è un buon indicatore, nel tempo e nello spazio, della salute e del benessere nel mondo dello sport.
Un breve cenno va dato sulle funzioni degli emisferi cerebrali che attraverso il corpo calloso, formato da circa duecento milioni di fibre che mettono in comunicazione le varie aree del cervello, sono fondamentali per comprendere come è possibile gestire al meglio le potenzialità creative dell’individuo, superando quelle forme di condizionamento che sin dalla nascita si sviluppano all’interno dell’emisfero sinistro del cervello, creando stili di vita, comportamenti e caratteri che riducono fortemente l’utilizzazione delle proprie risorse energetiche e delle stesse potenzialità cerebrali e somatiche.
La creatività nello sport è possibile qualora l’individuo ha subìto pochi condizionamenti limitanti il sinergismo interemisferico; questi sono coloro che si distinguono per le loro prestazioni sportive proprio per la ridotta limitazione data da condizionamenti acquisiti.
Per tale ragione, occorre un intervento educativo per liberare gli atleti da tali condizionamenti, favorire il sinergismo interemisferico, riducendo l’ansia da prestazione e quindi per ottenere migliori prestazioni psicofisiche nell’ambito delle discipline sportive.
Conclusioni
L’argomento richiede grandi approfondimenti per far comprendere soprattutto che esistono in ogni essere umano enormi possibilità e potenzialità qualora il sinergismo interemisferico viene attivato dall’integrazione delle informazioni percepite e dalla rimozione di quei condizionamenti che deformano la percezione e portano a commettere errori nell’esecutività psicomotoria predeterminata dall’Io. La predeterminazione dell’obiettivo da parte dell’Io subisce una deformazione nell’esecuzione, a causa di specifici condizionamenti sviluppatisi nell’arco delle esperienze esistenziali che vanno rimossi al fine di migliorare il rapporto tra ideazione dell’azione ed esecutività.
Le emozioni, le pulsioni, legate spesso a condizionamenti, la paura di sbagliare, le memorie di precedenti errori, le pressioni psicologiche degli avversari, la suggestione indotta dalla disonestà poco sportiva di alcuni, producono troppo spesso gravi danni, non solo al mondo dello sport ma anche alla motivazione sportiva delle nuove generazioni a scapito della qualità della vita all’interno dell’evoluzione culturale e sociale del genere umano.
Tutto ciò richiede un grande impegno, soprattutto educativo, scientifico e culturale, finalizzato a dare valore allo sport non come successo economico e di potere sugli altri, ma come capacità creative delle immense possibilità che il nostro cervello e il nostro corpo mettono a disposizione di tutti coloro che amano la vita anche attraverso lo sport.