EDUCARE PER CURARE
di
Michele Trimarchi
pubblicato su CULTURA E NATURA
ANNO XX N. 3 2004 A.D.E.C.E.U.
Quanti pensatori, filosofi, medici, scienziati, nell’arco della storia, si sono “spaccati il cervello” per tentare di comprendere l’anima, lo spirito, la coscienza, l’Io, il Super Io…
Hanno prodotto un’infinità di libri per descrivere le loro ipotesi e teorie, libri dai quali ognuno attinge per formarsi le proprie idee e convinzioni, per tentare di comprendere le infinite manifestazioni comportamentali umane.
C’è da chiedersi con quali strumenti cognitivi l’essere umano si pone davanti a questi libri, a queste ipotesi e teorie.
La maggior parte degli studiosi hanno lottato con tutti i mezzi che avevano per dimostrare le loro teorie, e quando queste andavano oltre le acquisizioni scientifiche di quel momento storico sono stati ridicolizzati, emarginati, considerati pazzi.
Chi ha fatto la voce grossa si è trovato contro il “potere della banalità”, che con vari mezzi ha messo a tacere chi magari offriva conoscenze importanti sulla vita, anticipando però i tempi con cui gli esseri umani sperimentano, attraverso infiniti problemi, la ricerca di soluzioni possibili ai problemi stessi.
Mai come in questo momento il caos regna sovrano e il caos, all’interno della mente, produce disagio, malessere, conflitti, che si ripercuotono sia nelle famiglie e nella società, sia nell’individuo stesso.
La somatizzazione dello squilibrio mentale altera il metabolismo e la comunicazione organica e cellulare, producendo epidemiologicamente gravi malattie che vedono interrelate psiche e soma; su questo squilibrio si interviene poi con “cure” e pseudo-terapie che innescano, nella maggior parte dei casi, reazioni a catena all’interno dell’organismo producendo un disorientamento funzionale con conseguenze disastrose.
L’ars medica ha ancora molti limiti da superare, così come la psichiatria, che continua a somministrare farmaci cosiddetti sintomatici, i quali vanno ad alterare processi neuronali fisiologici rendendo complessa ed organica la psicopatologia in atto.
Il vero danno organico, per paradosso, viene prodotto dalla “cura”.
Possiamo citare un qualunque psicofarmaco, dato che tutti vanno ad alterare i processi fisiologici.
Prendiamo ad esempio le benzodiazepine, somministrate per aumentare l’azione inibitoria del GABA (acido gamma amino butirrico), ma il GABA viene fisiologicamente attivato dai nostri ragionamenti, comportamenti, emozioni, le quali si manifestano dentro di noi sulla base delle nostre capacità di relazionarci al mondo che ci circonda.
Per cui se sviluppassimo una coscienza, un Io in grado di decidere – dopo aver identificato le varie forme di energia (informazioni) e scelto tutto ciò che arricchisce e potenzia la nostra ricerca di armonia – il GABA, la serotonina, la dopamina, ogni nostro neurotrasmettitore e neuromodulatore svolgerebbe la propria funzione producendo le giuste emozioni e noi tutti saremmo felici indipendentemente dalle condizioni esterne.
Per converso, subiamo l’arroganza di chi senza dimostrare nulla impone tutto, e la maggior parte degli esseri umani, vittime dell’ignoranza, non verificano l’utilità e la veridicità di quanto viene loro detto o somministrato.
A volte basta leggere i foglietti illustrativi degli psicofarmaci per comprendere in quale confusione si trovano coloro che pretendono di aver capito la malattia e la cura.
Come è possibile tutto ciò?
Come è possibile diagnosticare una malattia senza dare coscienza alla persona delle cause che l’hanno prodotta?
E quindi dei motivi e dell’utilità del farmaco e della cura, considerando che la cura dovrebbe consistere sempre nella rimozione delle cause.
Educare, educare, educare: questa è la vera cura di tutti i mali del mondo e di ogni psicopatologia, ovvero “e-ducěre” la coscienza di ciò che non va fatto dimostrando inequivocabilmente che ciò che è stato fatto altera la fisiologia funzionale dell’unità mente-corpo.
Si eviterebbe così il grande conflitto che esiste sui vari metodi di “cura”: cinese, ayurvedica, naturalista, omeopatica, ufficiale e non ufficiale…
Basta con questa confusione, siamo stanchi di tutto ciò che viene propinato senza dimostrare con i fatti la sua reale utilità per l’essere umano.
Educare, dunque, significa dare coscienza, ovvero rimuovere le cause che hanno alterato la fisiologia dei processi organici e che impediscono a quell’Intelligenza genetica, che regola tutte le forme di vita, di agire e di mantenere quegli equilibri dinamici fondamentali per il nostro benessere psicofisico e spirituale: mens sana in corpore sano, e viceversa.
La coscienza libera la persona dalla schiavitù dell’ignoranza, e la Neuropsicofisiologia dimostra all’individuo le cause dei propri malesseri e psicopatologie, ovvero le cause delle alterazioni di processi genetici perfetti che necessitano di equilibri dinamici prodotti dal dialogo continuo tra ambiente energetico esterno e dinamismo interno, dialogo mediato dalla coscienza che deve istante per istante arricchirsi di conoscenze utili al proprio benessere.
Il principale “nemico” dell’educazione è la ripetizione continua di modelli mentali e idee che condizionano il dinamismo fisiologico dello sviluppo della coscienza, impedendo all’individuo di integrare tutte le informazioni utili alla propria crescita conoscitiva.
Comprendere le ragioni e lo scopo per cui le cose esistono è conditio sine qua non dello sviluppo della coscienza, diversamente è caos.