dna cervello coscienza consapevolezza educazione
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International Society of Neuropsychophysiology "Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza"
International Society of Neuropsychophysiology"Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza" 

ANALISI GEOPOLITICA E DIRITTI UMANI

Una visione integrata dei problemi connessi

agli aiuti ai paesi in via di sviluppo

 

di Michele TRIMARCHI e Luciana Luisa PAPESCHI

 

Un’analisi comparata sull’evoluzione storica del pianeta mette in evidenza che noi popoli della Terra abbiamo commesso gravissimi errori che si riflettono oggi su tutte le popolazioni e sull’ambiente. Le gravi condizioni in cui versano i Paesi in Via di Sviluppo derivano dal fatto che essi sono stati oppressi, soppressi e derubati di ciò che per diritto naturale e umano competeva e compete loro. Non si tratta quindi di aiutare i “parenti poveri” del pianeta, ma di rendere giustizia alla vita facendo diventare operative le coscienze.

L’operatività della coscienza nasce dalle volontà politiche di sviluppare le società con un’educazione che educhi realmente all’applicazione dei diritti umani e non alla produttività competitiva per mantenersi in gara in una corsa sfrenata senza esclusione di colpi che sopprime la dignità umana e porta diritto verso l’autodistruzione.

Nel prossimo futuro non potranno essere gli imperi economici a rendere giustizia ai popoli, in quanto essi vengono costruiti con mezzi antiumani, altrimenti ci sarebbe un’equa distribuzione delle risorse nonché uno sviluppo sociale planetario a misura d’uomo, il quale non permetterebbe razzismi e squilibri a scapito di intere popolazioni.

Al C.E.U. – Centro studi per l’Evoluzione Umana – abbiamo sviluppato degli studi scientifici integrati che possono oggi dimostrare che la superiorità o l’inferiorità dell’intelligenza umana è puramente arbitraria poiché dipende dall’effetto informativo e formativo determinato dagli interessi di alcuni modelli di potere politico internazionale.

Per risolvere quindi i problemi del pianeta è necessario invertire il processo tendente a realizzare ascese verso poteri arbitrari, rispettando così l’etica, la cultura e lo sviluppo di quelle aree sociali considerate sottosviluppate o in via di sviluppo in quanto rapportate a modelli di società che a nostro parere non sono completamente da imitare perché non simboleggiano né i diritti umani, né il modello ideale di una società umanizzata.

La soluzione per noi risiede in una nuova “politica scientifica” che può essere considerata l’integrazione politica dello sviluppo sociale, ossia un tipo di politica che integra le antitesi o le diversità e dà come risultato soluzioni valide senza discriminazione alcuna.

Ciò eviterebbe le ingiustizie che sfociano in lotte di classe a scapito dello sviluppo globale del paese.

I maggiori responsabili di questa situazione mondiale possiamo ricercarli nella storia della scienza, la quale ha operato indirizzandosi in una ricerca di pseudoverità che confermassero la superiorità di alcuni uomini o modelli di sviluppo a scapito di altri.

Ciò che di fatto è mancato è una ricerca scientifica che dimostrasse l’oggettività della vita umana nonché il rispetto ad essa dovuto.

Per troppo tempo scienziati di tutto il mondo sono stati asserviti a gruppi di potere i quali, utilizzando la genialità di questi uomini, hanno potuto costruire strumenti e mezzi che minacciano la sopravvivenza biologica del pianeta.

Per nostra fortuna questo tipo di processo si è saturato e ciò impedisce ai popoli di sopraffarsi reciprocamente.

Una tale situazione spinge a ricercare soluzioni pacifiche e da ciò deriva il nostro ottimismo in quanto diversamente ci sarebbe l’autodistruzione. Infatti consiglieremmo all’O.N.U. e a tutti gli Enti collegati di denominare gli anni a venire con un titolo che potrebbe essere “il risveglio delle coscienze”.

E’ in questo contesto che bisogna operare per creare un “esercito” di pace tendente a sensibilizzare i popoli su quelle problematiche che sono alla base dei diritti umani, del diritto alla vita senza quelle situazioni planetarie drammatiche ancora oscure alla maggior parte delle popolazioni “super civilizzate”. Il nostro ottimismo scientifico ci fa pensare che è iniziata l’era che porta i popoli verso il risanamento di quelle situazioni pericolosissime per la sopravvivenza, come dire che abbiamo toccato il fondo e iniziamo ora la risalita verso una distensione e un’autocritica che facilitino la ricerca di soluzioni tendenti a realizzare una umanità tanto discussa dagli antichi filosofi e profetizzata dalle religioni.

L’imperativo di tutte le nazioni dovrebbe essere quello di incoraggiare tutte quelle iniziative che tendono ad accelerare i processi di sensibilizzazione alle problematiche umane, sviluppando pedagogie educative affinché le società possano ampliare la loro ottica, cercando creativamente quelle soluzioni indispensabili alla convivenza pacifica dei popoli.

Gli scienziati di tutto il mondo dovranno integrarsi sulla unica finalità che può salvare il pianeta che è quella di compiere ricerche a favore di conoscenze e strumenti tecnologici pacifici privi di qualsiasi forma di inquinamento socio – ambientale.

Gli interventi sulle popolazioni in via di sviluppo dovranno essere fatti dopo un’attenta analisi scientifica integrata affinché non si alteri lo sviluppo socio – ambientale in atto nei vari paesi.

Uno studio integrato su Scienza – Politica – Religione permetterà di conoscere nuove metodologie di approccio con i poteri locali che dovranno ricevere gli aiuti, i quali spesso si difendono non a torto limitando l’intervento di aiuti non sempre riconosciuti come tali in quanto vengono proposti senza un adattamento reale alla situazione geografica e geopolitica in atto nel paese ricevente.

Noi pensiamo che gli enti internazionali operanti a favore delle popolazioni debbano necessariamente ricorrere a nuovi studi integrati per identificare e comprendere lo stato evolutivo delle popolazioni senza quei confronti emotivi che potrebbero essere dannosi come conseguenza di modificazioni traumatiche.

La gradualità delle trasformazioni è la via più giusta per non danneggiare ulteriormente le popolazioni e l’ambiente.

I bambini nel mondo sono di fatto i futuri uomini, ossia coloro da cui dipendono le sorti del pianeta: non va dimenticato quindi che vanno preparati ed educati a tale compito non solo nutrendoli, ma fornendo loro un’educazione che li faccia crescere con quei valori che non debbono sfociare in uno dei tanti modelli politici discriminanti l’esigenza che abbiamo di offrire una cultura internazionale – integrante.

A tale scopo dobbiamo preparare gli educatori con una nuova psicologia capace di sviluppare le potenzialità creative del cervello umano tutt’oggi limitate da una carenza di conoscenze neuropsicofisiologiche delle strutture cerebrali superiori.

I nostri studi sulle differenze fisiologiche tra l’uomo e la donna mettono in risalto le differenti capacità di sviluppo le quali richiedono una educazione differenziata per una migliore utilizzazione delle diverse capacità creative. La donna infatti per sua natura, se messa in condizioni ideali, può dare un grosso contributo soprattutto alla educazione della prima infanzia che è fondamentale per tutto lo sviluppo dell’individuo.

Questo tipo di approccio è facilitato in quanto il rapporto madre – bambino realizza più facilmente una costruzione pedagogica che, se preparata ad hoc per esigenze sociali ed ambientali, permetterà di avere risultati validi e operativi fin dai primi anni di vita.

E’ chiaro che questo tipo di approccio è molto più complesso di quanto sembri ed il C.E.U. sta presentando in varie sedi internazionali un Progetto Scientifico Educativo Mondiale che sta suscitando l’interesse degli studiosi di tutti i paesi del mondo. Abbiamo in via di realizzazione l’Istituto Superione Internazionale per le Scienze Integrate nel quale si svilupperanno studi e progetti di sviluppo sociale che saranno successivamente adattati alle varie situazioni etniche del pianeta.

Invitiamo gli uomini di buon senso ad essere ottimisti in quanto la soluzione dei nostri problemi e quelli del pianeta è a portata di mano ma non bisogna aspettare che siano sempre gli altri a fornircela, ma dobbiamo essere convinti che l’opera di un solo uomo su quattro miliardi a mezzo, anche se pionieristica, può dare l’avvio ad una trasformazione globale dell’intera società mondiale.