dna cervello coscienza consapevolezza educazione
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International Society of Neuropsychophysiology "Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza"
International Society of Neuropsychophysiology"Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza" 

Che cos’è la Vita? E’ un argomento non da poco, come tutti sapete.

Dobbiamo creare una definizione di Vita che sia universale.

 

Biologicamente, la Vita è stata definita come l’insieme di tutte quelle funzioni, quali nutrizione, respirazione, irritabilità, riproduzione; tale classificazione è stata data in campo biologico per iniziare ad identificare gli elementi viventi.

Possiamo considerare convenzionalmente tale definizione per capire in che cosa consiste un organismo “auto organizzato”e se tutto questo serve a definire un sistema biologico, un sistema vivente, non ci dà la definizione di Vita secondo una esigenza psicologica, umana, di coscienza.

 

E’ ovvio considerare l’atomo l’elemento di base vivente del nostro Universo.

Se andiamo a vedere tutto quello che abbiamo detto della cellula, vediamo che anche l’atomo respira, ha memoria, scambia, si riproduce, ha una sua organizzazione interna, una sua capacità di interagire con lo spazio esterno, una sua vita, un suo tempo – spazio, un suo continuo processo di trasformazione.

Quindi possiamo anche spostare i parametri di Vita dati alla cellula sull’atomo.

 

Dobbiamo riuscire a capire, innanzitutto, sostanzialmente che cos’è la Vita.

Per cui, se vogliamo arrivare a una definizione unica e universale di Vita, dobbiamo intanto necessariamente individuare quali sono tutti gli elementi di base che danno Vita alla Vita.

 

E, all’ultimo, la Vita non può essere definita se non in quanto energia, energia che è movimento, azione, forza, Vita.

Tutto ciò che è movimento è Vita, perché produce interazione, trasformazione, scambio e, laddove avvengono trasformazioni, scambi ed interazioni, si produce Vita.

E visto che non c’è nulla che non interagisca, che non si trasformi e che non comunichi, diciamo che l’energia è Vita.

 

In tutto questo, dobbiamo considerare l’essere umano, almeno per quel che riguarda il nostro Pianeta, visto che possiamo formulare l’ipotesi che possano esistere altre forme di Vita, sia sul nostro Pianeta che altrove.

 

Se consideriamo la definizione di Vita che abbiamo dato all’atomo, vediamo che tutto l’Universo è Vita, è energia. Ovunque c’è energia, c’è Vita.

Questo non ha bisogno di dimostrazioni matematiche o scientifiche.

E noi siamo all’interno della Vita, perché prodotti dalla Vita.

 

Se vogliamo cominciare a parlare di noi, possiamo iniziare a parlare della nostra struttura atomica e molecolare; quindi è necessario capire come noi veniamo fuori da questo sistema energetico planetario, solare, universale e capire quale organizzazione riesce a dare a noi la possibilità di vibrare, di sentire, di emozionarci, di ragionare, di codificare, di gestire l’energia che ci forma, che ci trasforma, che ci dà Vita e quanto dell’energia riusciamo a comprendere, per utilizzarla e trasformarla.

 

L’energia è Vita.

Chiamiamo Vita ciò che è movimento, tutto ciò che è energia, tutto ciò che scambia.

Come si fa a dire che in un sasso non c’è Vita, quando sappiamo che tipo di movimento esiste all’interno di esso, vedendone le trasformazioni continue, vedendo che aumenta o diminuisce la sua temperatura, che scambia elettroni con il mondo atomico circostante e con l’ambiente circostante? Lì c’è Vita. E’ una Vita diversa dalla nostra, ma è Vita.

 

La nostra concezione di Vita deve essere generale e poi, se si entra in un’analisi o in una valutazione dei particolari, mantenendo quel concetto di Vita universale, possiamo andare a verificare quanto questo concetto universale di Vita spieghi anche il particolare, cioè il soggetto che noi andiamo a studiare, ad analizzare.

Ma non possiamo mai, a mio parere, trascurare la fonte che crea la Vita.

 

La fonte che crea la Vita è l’energia.

Intanto prendiamo atto che l’energia è Vita.

Possiamo andare ad analizzare i batteri, i virus, le molecole, ci sono già discipline che si occupano di questi vari campi della ricerca e molto è stato capito, anche se molto ancora c’è da capire. Perché, ve l’ho detto tante volte, finché non spostiamo i nostri parametri di misurazione di quella che è l’energia, di quella che è la realtà, saremo costretti ad essere limitati in campo scientifico.

La scienza, purtroppo, è molto limitata dai suoi paradigmi e dai suoi parametri, si è posta dei limiti in quanto lo studio della realtà, dell’energia e di ciò che ci circonda era così difficile, almeno per la mente dell’uomo, tanto che la scienza ha dovuto darsi dei limiti, dei confini.

E questi confini ci sono ancora oggi e bloccano la capacità dell’uomo di sintonizzarsi o di percepire la realtà oggettiva, cioè il dinamismo della realtà.

 

L’uomo viene limitato proprio dagli stessi strumenti che si è dato, strumenti che impediscono appunto di sintonizzarsi e di percepire la realtà, anche se i nostri strumenti fisiologici sarebbero in grado di percepire il movimento dell’energia, il dinamismo dell’energia.

 

Siamo progettati e costruiti da questa sostanza energetica che è in grado di misurare l’energia intorno a sé e di vederne anche il dinamismo, il movimento, lo scambio, l’interazione e potremmo anche, a nostra volta, utilizzare e creare combinazioni di tale energia al punto tale da essere creatori di nuove forme di Vita, di nuove dimensioni, di nuovi scambi.

 

Il dinamismo è questo, i limiti attuali della scienza sono dati dai limiti che si è data e che sono stati universalmente accettati, limiti che cozzano, però, con la realtà, una realtà che continua a pressare e a forzare su questi limiti per cercare di spostarli in modo tale che successivamente possiamo comprendere di più e interagire meglio con la realtà che ci circonda.

Questo è valido in tutti i campi dello scibile umano.

 

Non c’è un campo che non sia limitato proprio da questa visione che ci siamo dati della Vita e i parametri che ci siamo dati oggi bloccano la soluzione dei problemi che l’umanità si trova a vivere, poiché i fini che l’uomo si è dato non sono stati quelli della ricerca della verità, ma sono sempre stati quelli di ricercare soluzioni ai problemi enormi che l’uomo ha ed ha sempre avuto fin da quando è stato capace di pensare.

 

L’uomo non ricerca la verità ma cerca la soluzione dei suoi problemi o cerca strumenti per cercare di favorire il proprio processo evolutivo umano, sociale, culturale, ma deve ricavare sempre un premio da quello che è il risultato della propria ricerca e dalla soluzione dei problemi. E’ chiaro che questa limitatezza così estrema impedisce la reale scoperta del dinamismo della Vita.

 

Questa mancanza di conoscenze ha fatto sì che l’uomo si perdesse in un bailamme di confusione da cui non riesce più ad uscire perché conserva ancora gli strumenti limitatissimi della sua ricerca.

Oggi il problema principale dell’umanità è dire che la scienza è l’unico strumento che abbiamo per rispondere, come si dice scientificamente, alle esigenze della malattia, della politica, del diritto, dell’uomo; mantenere tale atteggiamento è commettere uno dei più grandi delitti contro l’umanità, perché questa scienza ormainon è in grado di risolvere quasi nessun problema, ne risolve molto pochi e ne crea tanti.

E allora come usciamo da questo loop?

Bisognerebbe dare un chiarimento circa gli strumenti di cui la scienza dispone, bisognerebbe chiarire qual è il limite dello strumento matematico e statistico in rapporto alla percezione oggettiva ed obiettiva della realtà, visto che il metodo statistico è considerato un metodo esaustivo per rapportarsi ad essa.

Da cui la celebre frase di Einstein quando disse “Dio non gioca a dadi”.

Dio non gioca a dadi significa che Dio non lancia un dado per aria per sapere quante possibilità ci sono che venga la faccia sei, la faccia tre o la faccia due di un dado!

 

Se anche un ingegnare ragionasse così, nessun ponte verrebbe fuori, non ci sarebbe nessun motore o quasi, non ci sarebbe nessun circuito elettronico o quasi, perché non è possibile costruire, ad esempio, una macchina e ragionare con la statistica, perché un ingegnere deve progettare una macchina capace di avere ogni componente in grado di svolgere esattamente quella determinata funzione; se manca un dente in un ingranaggio, la macchina non funziona, perché arrivati a quel dente verrebbe meno la continuità della funzione.

 

Secondo la scienza il metodo per misurare la realtà è il metodo statistico, per questo la scienza non cerca la Verità, se no si chiamava filosofia. Questo è il metodo empirico, statistico – empirico.

Non si può affermare la Verità con la statistica.

La statistica non può spiegare la fisiologia.

Chi cura, chi ha il rapporto diretto con il paziente, non può usare la statistica, deve usare la fisiologia e la patologia come parametri di riferimento.

 

I protocolli, per restare in campo medico, non si calano perfettamente sulle malattie.

Anche nel caso della preparazione di un articolo, o viene presentato con il metodo statistico su una sperimentazione, su un campione, oppure quell’articolo non viene considerato rilevante.

I case report non vengono considerati importanti perché non fanno testo in campo scientifico. Quello dei case report non è considerato un valido metodo scientifico, non è considerato dalla scienza uno strumento utile a produrre conoscenza.

Le contestazioni su tutte le riviste serie sono proprio queste: ciò che viene presentato come case report non fa testo per la ricerca, di conseguenza non si apre un filone di ricerca su quel caso per cercare di capire come si è arrivati alla guarigione dal cancro senza l’utilizzo della chemioterapia, ad esempio, ma accade invece che quel lavoro venga messo da parte perché risulta scomodo, sconveniente mettere in luce determinati aspetti della realtà.

Se i risultati si discostano dalla linea che ci siamo creati statisticamente, quei dati vengono cancellati. Questo è quello che accade normalmente.

 

Ma se io andassi a studiare quel case report e andassi a vedere tutte le variabili che ci sono, senza la statistica, se invece che quella io usassi la fisiologia, usassi la multidisciplinarietà, usassi un metodo di studio ben diverso da quello attualmente usato, potrei scoprire un’infinità di cose, potrei capire come mai quel caso è guarito rispetto agli altri; allora, ci vuole un impegno economico, di uomini e di menti.

 

Abbiamo detto che qualsiasi forma di Vita è riconducibile all’energia.

Credo che in tale direzione si conosca tanto, ma non si utilizza e non se ne tiene conto perché ognuno mantiene tali conoscenze confinate al proprio campo e non riesce poi a integrarle ad altri campi.

Ma se creassimo un collegamento tra la Vita e l’energia, se voi medici già spiegaste a tutti i colleghi che ciò che dà vita a un organismo è l’energia dei singoli atomi, già si creerebbero le condizioni per favorire l’attecchimento di una cultura medica ben diversa da quella attualmente riconosciuta.

Questa cultura non c’è.

La parola “energia” a molti medici risulta incomprensibile, ti rispondono che riguarda la fisica, che non c’entra con la medicina, che il cervello non c’entra con la chimica.

 

Io affermo che le cose che già si sanno sarebbero più che sufficienti per cambiare le sorti del mondo, senza dover scoprire altro.

Quando scrissi la mia teoria sugli emisferi, ne uscì notizia su tutti i giornali, basta leggersi gli articoli. In tale occasione dissi che non serviva più il laboratorio per sperimentarla, poiché sarebbe stato sufficiente che ciascuno cominciasse a sperimentarla su sé stesso.

Ma non fu recepita come i giornali avevano capito, come alcuni giornalisti avevano messo in luce, di cui conserviamo ampia documentazione, ovvero come mezzo per correggere l’educazione, la pedagogia, come mezzo per cominciare a rivedere i concetti di razionalità, di emozionalità, di giustizia, di religione, come strumento per capire come si sviluppa la coscienza, come si sviluppa la personalità, perché ciò avrebbe richiesto una comunione di intenti da parte del potere del mondo politico, del potere accademico, del potere politico ed economico degli enti nazionali e internazionali, del potere (stupido e banale) dei singoli uomini che cercano sempre un risultato immediato, edonistico, di esaltazione individuale, quando quasi nessuno cerca di finalizzare la propria Vita alla ricerca della verità, alla comprensione concreta di ciò che lo circonda, all’eliminazione dei propri conflitti con gli altri, al miglioramento della qualità della vita, al miglioramento della qualità della propria professione.

 

Occorre una cultura che chiarisca chi è l’uomo e quali debbano essere i parametri secondo i quali valutare il comportamento umano.

Chiariamoci gli strumenti di misura con cui giudichiamo l’uomo.

Non mi sembra che qualcuno lo faccia, anzi si cerca di tenere tutto sommerso in modo che ognuno possa dire quello che gli pare. Occorre che qualcuno qui cominci a responsabilizzarsi di questa sofferenza umana.

Qui soffriamo tutti, dal bambino all’anziano, al vecchio, i coniugi si uccidono pur amandosi, i genitori uccidono i figli amandosi, fratello e sorella si scannano amandosi, in tante famiglie si consumano drammi e tragedie amandosi.

Perché questo?

Perché l’Amore non deve produrre Armonia?

Sono questi gli interrogativi che tutti ci dobbiamo porre se vogliamo iniziare a tirar fuori una scienza, una conoscenza, una politica che siano utili all’uomo.

 

Oh Einstein, quanto è vera la tua affermazione secondo cui due cose sono immense: l’Universo e la stupidità umana, sull’Universo ho qualche dubbio!

Tutti i discorsi che facciamo, scientifici o non scientifici, devono rispondere a questi interrogativi, altrimenti sono deliri.

Ecco il discorso di base.

 

Manteniamo dentro di noi un filo conduttore di ciò che diciamo e di ciò che produciamo, altrimenti entriamo nei labirinti e non ne usciamo più.

 

Abbiamo parlato dei due emisferi cerebrali, abbiamo detto come codificano e decodificano le informazioni, abbiamo un miliardo di dimostrazioni in questo senso, è accertato che codificano e decodificano diversamente: vogliamo prendere tutto questo come uno strumento da tenere presente, intanto, nel nostro rapporto con gli altri?

 

La prima volta che presentai quella teoria c’era uno spagnolo che aveva fatto il test e un minuto dopo andava a sottoporlo a tutti, anche ai miei collaboratori.

C’è gente intelligentissima che coglie al volo certe cose e le mette subito in pratica, infatti fanno libri, fanno scuola, solo che a volte straripano e fanno tante altre cose che non servono a niente.

Il discorso dei due emisferi è un discorso semplicissimo ma cambia la Vita all’uomo, la qualità della Vita.

Ma vi rendete conto che la mia teoria sugli emisferi si dimostra da sola, che finalmente non serve più andare in laboratorio per sperimentarla?

Pensate che il vostro emisfero destro non ha bisogno di professori, di maestri, usa gli organi di senso per rilevare e comprendere la realtà e divenire lui professore di ciò che ha compreso e di ciò che ha osservato, se mai servisse.

 

L’emisfero destro percepisce tutte le forme di energia rilevate e decodificate dagli organi di senso ed identifica le varie realtà, che sono energia, nei principi di obiettività ed oggettività, ovvero nello scopo per cui le cose esistono (obiettività) e nella forma, nel colore, nell’estetica, che costituiscono l’oggettività. Ciò che è importante è che fondamentalmente tutti noi impariamo dalla Natura e da tutto ciò che ci circonda e, se seguiamo bene i suoi insegnamenti, ci dà la “laurea” in saggezza.

 

Poi abbiamo l’emisfero sinistro che, fin dalla nascita, viene condizionato come i topolini in gabbia con premi e punizioni e viene istruito, soprattutto, da chi è già un “topo” istruito.

Non imparate ad apprendere e ripetere perché, così facendo, escludete il vostro emisfero destro da tutto ciò che sostanzialmente comprende e che sarebbe grandemente utile alla vostra crescita, alla vostra evoluzione.

 

Quando diciamo qualcosa, se non abbiamo pensato, se non individuiamo la motivazione che c’è dietro, se non finalizziamo la nostra informazione, che è energia, noi siamo preda di qualche condizionamento o di qualche stimolo che ci ha provocati, siamo automatici e siamo esclusi da quella coscienza che ognuno di noi dovrebbe avere nel partecipare alla Vita, ossia alla comunicazione e allo scambio di energia.

 

Vogliamo diventare responsabili dell’energia che riceviamo e dell’energia che comunichiamo?

Vogliamo che tali principi diventino metodo pedagogico dell’umanità?

 

La persona deve essere messa in grado di capire come gestire ciò che le si dà, cosa le si dà e a cosa le serve. O la mandiamo a scuola o la mandiamo per strada, o la mandiamo a lavorare, o la mandiamo ovunque, la persona deve sviluppare questa capacità.

Vogliamo fare nostro questo concetto, questo principio?

Sappiamo come si fa, vogliamo rendere veramente ogni persona una persona cosciente?

Vogliamo smettere di farci attirare dagli stimoli, senza sapere esattamente quali sono quelli giusti e quelli che non lo sono?

Vogliamo essere noi stessi a gestire la nostra Vita?

 

Per fare questo è necessario conoscere gli strumenti per misurare l’energia, ovvero le informazioni cui siamo soggetti dalla mattina alla sera, ed essere noi, poi, a produrre delle risposte che siano positive e utili per noi e per gli altri.

Questo è il senso della Vita.

 

Nessuno deve poterci sottoporre uno stimolo e tirarci nella sua trappola, perché finché l’uomo non arriva ad acquisire questo tipo di coscienza, che possiamo dire universale, ovvero riconducibile a valori universali, ci sarà sempre qualcuno che, suo malgrado, in quanto facente parte di questo sistema, riuscirà a ricavare qualcosa dalla sua interazione con gli altri.

 

Quindi, vogliamo chiarirci, prima di cominciare a comunicare, quali sono le nostre posizioni individuali, qual è il fine della nostra comunicazione, del nostro scambio, l’utilità di ciò che scambiamo?

Vogliamo essere chiari con noi stessi?

Altrimenti, sprechiamo il nostro tempo e il nostro spazio; dimensioni, queste, che ci sono utili per arricchire questa nostra coscienza e migliorare la qualità del nostro sistema di comunicazione con gli altri.

 

Chiariamo a noi stessi, attimo per attimo, la nostra presenza continua e costante in tutte le interazioni che vogliamo produrre fra di noi.

Ma identifichiamoci bene, identifichiamoci come individui e come entità energetiche che hanno delle potenzialità e delle possibilità pressoché infinite, relativizzate dal tempo e dallo spazio in cui viviamo.

 

Dobbiamo gestire noi questo tempo e questo spazio, per noi, e se rispettiamo quei principi che siano utili a tutti, possiamo realizzare una società umana; ma se non facciamo questo, non c’è niente da fare perché, ve l’ho detto, tutti i metodi che sono stati realizzati fino ad oggi per la ricerca di conoscenza, per la soluzione dei problemi, escludono sempre grandemente gli elementi della realtà, costringono quest’ultima ad essere modello, ad essere ciò che abbiamo costruito.

 

Non è possibile continuare a violentare, a punire il bambino perché faccia quello che diciamo noi. Così violiamo la Natura, la realtà. E non è possibile.

Non possiamo costringere la realtà, la Natura, l’energia dell’Universo a essere imbecille perché noi siamo limitati!

 

E’ necessario cominciare a riflettere sul nostro metro di valutazione della realtà e sulle risposte che il nostro cervello dà alle situazioni che vive.

Non dobbiamo continuare ad essere in guerra, a difenderci da tutto e da tutti perché questo non ci rende uomini, ci rende oggetti reattivi che respirano, che si nutrono, che si riproducono.

Non vogliamo questo per noi, non vogliamo certamente essere tante belle “macchinette”, schiave di tutto quello che ci circonda, delle nostre memorie, ma non padroni, almeno con la nostra coscienza, di noi stessi, proprietari di questo mezzo così importante che ci permette veramente di costruire cose meravigliose.

Dobbiamo diventare padroni di questo mezzo potentissimo che si chiama cervello, con il quale possiamo creare tutto quello che vogliamo, attimo per attimo.

E, per far questo, è necessario chiarirci quali sono gli strumenti che dobbiamo utilizzare per misurare l‘energia che arriva al nostro cervello e poi misurarla nel momento in cui noi creiamo ogni progetto per poi utilizzarlo in varie direzioni, ma finalizzandolo sempre all’armonizzazione dell’energia, a favorire le trasformazioni dalle disarmonie in armonie.

Questo è il fine giusto.

E non intendo ascoltare chiunque dica, per condizionamento, che non è vero.

Per essere in sintonia con l’Universo, dobbiamo essere capaci di capire che il fine nostro, concreto, reale è quello di godere di ciò che è armonico e di trasformare ciò che è disarmonico in armonico.

Il giorno che arriviamo a questo, cominciamo a vivere una Vita in cui noi esistiamo coscientemente.

Vogliamo arrivare a realizzare questo?

Sappiate che abbiamo i mezzi.

 

Abbiamo spiegato nei dettagli come uno stimolo produce una risposta automatica, un altro stimolo invece ci mette in allerta e ci fa fare la guerra. Ma perché tali stimoli devono decidere per noi?

 

Siamo noi che possiamo percepire tutti gli stimoli che ci arrivano a poi decidere come gestirli, come organizzarli, come trasformarli, come prendere l’energia di qualsiasi tipo di stimolo e poi trasformarla, codificarla, decodificarla e utilizzarla.

Queste cose le abbiamo capite, le possiamo spiegare in termini fisiologici.

Non c’è bisogno né della statistica né di altro.

 

La sofferenza non può essere misurata con la statistica, la gioia nemmeno, e così il dolore, la guarigione, lo stato di salute.

La statistica è uno strumento che serve forse all’amministrazione dei probabili consumi di prodotti che dovranno essere utilizzati nel tempo, che serve a tutti meno che alla ricerca di conoscenza di quella che è la Vita, dei valori della Vita.

 

Ho scritto come ogni anno gli auguri di Natale inviati a tutti i Capi di Stato e di Governo, come potete comprendere è quasi offensivo chiamarli biglietti di auguri, in quanto sono potenti stimoli che, al di là della razza e del colore, fanno riflettere tutti sull’importanza della Vita. Bisognerebbe rileggerli continuamente finché non se ne comprende il contenuto sostanziale.

Ecco, questo è il messaggio di quest’anno, c’è sia in inglese che in italiano.

 

Il grande male che domina il mondo è l’ignoranza della Vita.

E’ questo il nemico da combattere con qualsiasi mezzo e con tutti gli strumenti che la civiltà contemporanea possiede.

L’ignoranza è inversamente proporzionale alla conoscenza dei valori della Vita.

La Verità della Vita forma la Coscienza dell’Amore. L’Amore utilizza lo strumento della Conoscenza per rendere giustizia alla Verità.

La Verità non offende nessuno, dà ragione a tutti, cura il corpo e la mente, elimina le disarmonie, risolve i conflitti del mondo, genera la Vita e arricchisce lo Spirito.

 

Il grande male che domina il mondo è l’ignoranza della Vita: inizia così.

Ogni frase introduce l’altra. E come vedete non è l’ignoranza come solitamente viene intesa, ma è l’ignoranza della Vita, perché noi abbiamo tanta cultura, ma sulla Vita non sappiamo quasi niente e quindi il male reale non è il diavolo, la cattiveria, la gelosia, l’invidia, la reazione, è l’ignoranza della Vita che mette in moto tutti quei meccanismi individuali, per esempio, come la mancanza di autostima che accresce l’invidia, la gelosia, l’odio, la rabbia.

 

Difficilmente l’essere consapevole di sé sarà vittima di tali meccanismi. Quello che ho detto un attimo fa, relativamente ai mezzi che abbiamo a disposizione per imparare a gestire noi stessi, la nostra Vita, elimina l’ignoranza e inserisce degli strumenti operativi che ci permettono di riflettere positivamente.

E’ questo il nemico da combattere con qualsiasi mezzo e con tutti gli strumenti che la civiltà contemporanea possiede se vuole risolvere i problemi.

 

L’ignoranza è inversamente proporzionale alla conoscenza dei valori della Vitaquesto deve far riflettere circa il fatto che non serve andarsi a prendere tre, quattro lauree, o una sola, in quanto se non si comprende qualcosa della Vita, si è l’essere più ignorante della Terra.

Il contadino, l’uomo della strada, l’analfabeta ne può sapere più di noi, perché l’unica ragione per cui noi esistiamo è, intanto, capire il senso della Vita, non tutto il resto.

 

Questo fa riflettere, proprio, su tanti “studiosi”, “filosofi”, “pensatori” che credono già di aver capito chissà che cosa e poi, di fatto, esercitano poteri sull’ignoranza della gente, non certo sulla Conoscenza, sulla Verità o sulla saggezza.

 

La Verità della Vita forma la Coscienza dell’Amore: se vi avessi chiesto prima che cos’è l’Amore, ognuno avrebbe provato a dare una sua definizione originale, perché sono concetti che non sono stati mai definiti, mentre queste frasi tendono a definire, visto che non si tratta di ipotesi.

E’ inutile parlare dell’Amore, se poi non sappiamo nulla della Vita. E’ una parola vuota.

Subito dopo diciamo: l’Amore (che può essere una sensazione, un sentimento, una vibrazione) utilizza lo strumento della conoscenza per rendere giustizia alla Veritàse veramente l’Amore è tale (Amore che noi abbiamo detto essere nella vibrazione che sentiamo) ha bisogno della Conoscenza per arrivare alla Verità, perché l’Amore senza Conoscenza è l’Amore istintivo e può essere scambiato per altro dall’Amore.

 

E poi, in conclusione: La Verità non offende nessuno, dà ragione a tutti, cura il corpo e la mente, elimina le disarmonie, risolve i conflitti del mondo, genera la Vita e arricchisce lo Spirito.

 

In queste frasi ci sono delle chiavi molto grosse sulle quali ognuno rifletterà in base al proprio livello evolutivo, conoscitivo. E mi auguro che le continuino a leggere, a rileggere, a riflettere, perché sono chiavi grosse.

 

Questo invita tutti a riflettere su quello che abbiamo prodotto fino ad oggi come Coscienza e Conoscenza e su quello che sappiamo della Vita, dell’Amore, della Verità, è una riflessione che invitiamo a fare ogni anno.

 

C’è una parola di cui dovete tener conto, di cui non è facile averne chiarezza: la Coscienza dell’Amore.

A cosa serve la Vita a te, a lui, a me?

Qual è il fine della Vita?

Siamo convinti di essere Amore, già dal concepimento, già nei cromosomi, già nel fine, già in ciò che c’è in quel progetto cromosomico.

Ma la Vita a te a cosa serve?

Lo saprai soltanto sviluppando la Coscienza della Vita, che diventa Coscienza dell’Amore.

 

L’Amore utilizza lo strumento della Conoscenza della Vita, l’Amore utilizza lo strumento della Conoscenza per rendere giustizia alla Verità, stiamo parlando dell’uomo in questo caso, della razionalità, del metodo scientifico, del sistema politico, del metodo logico – razionale.

Se la ricerca scientifica è finalizzata ad un atto d’Amore, ciò consentirà di rendere giustizia alla Verità, ma solo se la ricerca è mossa dall’Amore.

 

La Verità della Vita forma la Coscienza dell’Amore, ma l’Amore preesiste; ma tu non lo conosci, non ne hai coscienza, vivi, sei, ma a che ti serve la Vita?

La ricerca della Verità ti permetterà di avere uno strumento, di formarti una Coscienza di quello che già preesiste, di quello che sei di cui devi divenire consapevole attraverso la scoperta della Verità della Vita. E la ragione per cui tu sei nato è quella di formarti una Coscienza di ciò che in potenza già sei.

 

Un cervello senza una coscienza, senza un Io, che senso ha?

Se voi guardando gli occhi di una persona non riuscite a vedere quell’Io che sta dentro, ma che cosa guardate?

Una reazione nervosa?

Un computer?

Quando si dice che gli occhi sono lo specchio dell’anima, ma che vuol dire?

Cerchiamo l’anima degli altri, quando ci guardiamo negli occhi, e allora sì che diventiamo esseri umani e coscienti.

 

Mentre, voi sapete cosa si guarda quando ci si guarda normalmente, potrei fare un lungo elenco delle cose che normalmente si guardano.

E allora, saliamo di piano tutti quanti, ce le abbiamo questa possibilità.

Siamo al Centro studi per l’Evoluzione Umana, abbiamo proprio la summa teologica degli studi scientifici condotti in tutto il mondo per capire l’uomo, la donna e l’uomo.

Chiunque vuole può approfondire sempre di più e meglio il valore della vita da qualsiasi angolazione, psicologica, sociologica, biologica, fisiologica, genetica ma qualsiasi campo deve favorire un processo globale, la persona non deve essere smembrata, ma qui deve essere integrata, vista nel suo insieme psicofisico e spirituale.

 

Quindi, che cos’è l’Amore alla luce di quello che avete ascoltato?

E’ la motivazione per cui noi esistiamo, che Qualcuno ha dato all’essere umano, dal quale però dovrebbe venir fuori una coscienza propria.

Bello come progetto.

E sono consapevole della motivazione per cui tutto accade.

E’ questa la ragione per cui vi sto spiegando queste cose, per consentire a ognuno di voi di acquisire la sostanziale concezione della Vita. E come vedete tutti gli elementi portano ad un’unica definizione della Vita.

Dovete arrivare ad avere coscienza che quando parlate potete dare Amore rasserenando, e la cosa migliore possibile sarà quando alle persone che incontrate darete gli strumenti per avere coscienza di come loro possono essere Amore.

E questo passa attraverso la presa di coscienza del senso del giusto, devono capire che la loro libertà non deve essere una proprietà loro, ma proprietà di tutti, che il senso di giustizia deve essere sempre un qualcosa che desideri per te ma che allo stesso tempo è anche per gli altri.

Cose già dette e ridette ma che non hanno mai creato ancora la Coscienza dell’Amore e la Conoscenza dell’Amore.

Non andate a cercarvi chissà che cosa, lavorate su di voi ovunque siate e diventate voi quello che cercate negli altri.

E ovunque siete potete esprimere quello che avete dentro di voi, iniziate da lì.

Non scappate da voi stessi.

Questa è la sperimentazione di ciò che stiamo comprendendo.

 

Ognuno di voi deve sperimentarsi, prima in sé stesso, con sé stesso, e poi con le persone intorno.

Per questo dicevo che quando gli altri non ci capiscono è sempre colpa nostra.

 

Ma è un metodo, un metodo per interrompere questo meccanismo che impedisce di capire, di sviluppare un’autocritica, perché ci hanno insegnato fin da piccoli che la colpa è sempre degli altri, mai nostra, perché non vediamo mai nessuno che dice “è vero, ho sbagliato”, “ho commesso quell’errore ma ne ho capito la positività.”

 

Se i bambini avessero gente così intorno, non direbbero più “è colpa degli altri”, “è sempre colpa degli altri”, non inventerebbero mille bugie per evitare le punizioni, creeremmo un ben’altro tipo di ambiente, invertiremmo questo meccanismo tremendo e diabolico che si è instaurato in quest’umanità che impedisce all’essere di venir fuori e di sapere quale immensità è.

Occorrono una Cultura e una Scienza con le quali si cominci ad identificare la realtà, non solo a classificarla.

 

Percepiamo la vita dell’atomo, percepiamo poi la molecola per come è fatta, vedendone l’anima che c’è dentro!

Una Scienza con l’anima, con l’energia che produce le nostre emozioni, le nostre sofferenze, le nostre gioie!

E’ quella l’energia che ci produce tutto questo.

 

Non possiamo pensare che il sale che c’è in un frutto è lo stesso che noi buttiamo nella pentola, perché la Logica con cui il sfrutto assorbe ed utilizza il sale è diversa da quella che noi utilizziamo quando mettiamo un cibo dentro una pentola!

Dobbiamo capire qual è la Logica per cui la Natura mette il sale in un frutto, o altri condimenti, o altre spezie, realizzando quei profumi, quegli aromi e quei sapori naturali.

 

Dobbiamo capire, non imitare.

Capire, comprendere e poi creare delle condizioni da cui possano venire cose nuove.

Allora, se comprendiamo la reale energia di ogni singolo alimento, rispettandolo, possiamo essere veramente creatori, in questo mondo, in questo mare di energia, di Armonia, di Gioia, di Serenità, scoprendo la gioia di esistere e di essere noi stessi.

Questo è il fine della Vita.

Il fine della Vita è quello di sviluppare questa Coscienza, questa Conoscenza.

E occorre una Conoscenza chiara, fisiologica del dinamismo circa come i processi si sviluppano, come i fenomeni si manifestano attraverso tali processi e come una armonica funzionalità deriva “solo” dalla combinazione di varie forme di energie, di molecole, di atomi che lavorano liberamente in uno spazio in un campo definito o indefinito, come noi vogliamo, però inserendo sempre dei parametri che ci permettano di capire.

E questo è il senso della Vita.

Il fine della Vita è scoprire, in noi stessi, noi stessi; e iniziare, poi, ad autogestirci utilizzando tutte le energie che abbiamo a disposizione, arricchendoci istante per istante attraverso l’interazione continua con tutto il mondo che ci circonda.

 

Ecco il fine della Vita!

E’ un processo che dura in eterno.

E’ questo lo scopo nostro.

Però, quello che vi auguro è di decidere sempre, in ogni istante, ciò che dite, ciò che fate, ciò che prendete e ciò che utilizzate.

Siate sempre voi a decidere.

Se decidete voi, non avrete problemi.

 

Tutto ciò che non decidete proviene da altre fonti che hanno motivazioni ben diverse da quelle vostre.

Per cui, state sempre molto attenti.

Su questo invito tutti a riflettere.

 

Io concepisco il Creatore un’Entità che crea progetti, che ama.

Il principio di chi crea è quello di creare.

Nient’altro.

Non Gli do nessuna immagine, nessuna forma.

E’ un’Intelligenza Creativa e, in quanto tale, ubbidisce al principio dell’Armonia, o se preferite dell’Amore.

 

Però devo chiamare “Amore” quello che favorisce la Gioia e certo “non Amore” quello che non la favorisce.

Ho scoperto l’ignoranza come colpevole che costringe gli esseri a fare cattiverie ai figli, alle mogli, alle persona che si amano o alla Natura.

E’ solo l’ignoranza.

 

Perché nessun essere mai vorrà la disarmonia, sia dentro di sé che fuori di sé, nel momento in cui prenderà coscienza di come si crea l’Armonia e di come si percepisce l’Amore.

Questa è la mia percezione del Creatore.

 

Ritengo che ogni essere umano abbia già in sé questo progetto, questa possibilità di arrivare ovunque vuole, non credo che ci sia un limite, se non quelli prodotti dall’ambiente, dalle situazioni, dalle circostanze.

Come vedete, parliamo sempre di livelli di conoscenza, in quanto l’ignoranza è solo una limitazione.

 

L’ignoranza deriva sempre dal metodo e dai limiti che uno riceve fin da piccolo, perché un cervello che non ha nessuno intorno che lo costringe a vedere le cose in un certo modo è meno ignorante di uno che invece ne viene limitato, perché il primo percepisce tutto quello che lo circonda.

 

La “lingua” della Natura è quella dell’energia, è quella delle forze elettromagnetiche, è quella delle vibrazioni, è quella della risonanza, è quella degli scambi.

 

Il linguaggio dell’energia è musica.

Le nostre molecole e i loro recettori, le nostre cellule percepiscono queste frequenze, queste oscillazioni; i nostri recettori atomici e molecolari sono oscillatori armonici, in base alle proprie frequenze, alle proprie capacità vibrazionali si sintonizzano con la fonte di tali frequenze, ne più e ne meno come avvengono le comunicazioni radiotelevisive.

 

Quello è il linguaggio degli atomi e delle molecole, quello è il linguaggio che c’è dentro le nostre cellule con cui noi vibriamo e sentiamo le emozioni perché è quella legge che regola il nostro metabolismo, il nostro organismo.

 

Per imparare una parola dobbiamo condizionare i geni delle nostre cellule ad acquisire quei codici. Per questo si sviluppano processi di lateralizzazione, perché dobbiamo costringere il sistema a memorizzare, in maniera dissociata, quel codice, lo mettiamo in memoria per poi poterlo utilizzare con il nostro Io Cosciente che prende quella parola, quando gli serve, per mandare un segnale esattamente a quel recettore, che “apre la porta” se riceve quella parola, ne più e ne meno come fa un telecomando.

 

Le parole sono messaggi energetici che aprono le porte neuronali, la cui apertura produce una sequenzialità di attivazioni che dà vita poi al nostro pensiero e alle nostre emozioni.

 

Questo lo fa già la Natura, indipendentemente dai nostri codici, mentre noi ci siamo creati un nostro linguaggio.

Ma è un linguaggio che può anche avere una vita autonoma e, infatti, spesso ce l’ha, ed è quella del computer; questo linguaggio diventa autonomo da noi nel momento in cui lo mettiamo in memoria, tutti lo possono attivare, utilizzare per come è stato impostato; ma quel sistema è rigido, è un sistema limitato, condizionato da noi, dagli strumenti e dai mezzi che noi abbiamo utilizzato.

La Natura è meno rigida, ha più possibilità di comunicazione e di scambio in quanto riesce a percepire segnali di bassissimo voltaggio, con bassissimi campi elettromagnetici che riesce a percepire perfettamente perché ha una sensibilità atomico – recettoriale molto elevata rispetto ai sistemi prodotti da noi che hanno una sensibilità da noi organizzata in base a quello che conosciamo dell’energia.

Per rilevare il campo magnetico emesso dall’attivazione dei nostri neuroni ci siamo dovuti inventare un recettore che avesse una resistenza molto bassa al movimento interno degli elettroni.

 

Lo SCUID, per esempio, utilizza l’azoto liquido per portare il sensore a resistenza quasi zero al suo interno, tanto che basta una piccola energia, una piccola differenza di potenziale che mette in movimento gli elettroni, altrimenti non saremmo riusciti a rilevare il campo magnetico emesso dalle nostre cellule.

Lo stesso rilevamento dell’attività elettrica della corteccia richiede amplificazioni non indifferenti, nell’ordine di milionesimi di volt, quando la polarizzazione di un neurone si determina su settanta/ottanta millivolt.

 

Man mano che scopriamo gli strumenti per rilevare certi segnali, ci avviciniamo sempre più alla comprensione del linguaggio della Natura, con cui l’energia scambia informazioni producendo armonia e disarmonia.

 

Un atomo di idrogeno che passa attraverso vari campi magnetici si modificherà istante per istante per adattarsi.

Analogamente, chi ha fatto molte esperienze, si comporterà diversamente da un’altro che ne ha fatte meno, una madre con il primo figlio si comporterà diversamente rispetto a quando avrà il secondo o il terzo figlio.

Ma ciascuno di noi chi è, quello che ha cresciuto il secondo o il terzo figlio, o quello che non ne ha avuto ancora nessuno?

 

Ritorniamo d’emblèe a quella Scienza che tanto ci sta a cuore, la Neuropsicofisiologia, da noi creata con l’integrazione delle varie discipline scientifiche, che riporta la ricerca al principio di causa/effetto ed elimina la verifica statistica delle osservazioni scientifiche.

 

Oggi la medicina sta tentando, con l’uso della Neuropsicofisiologia, lo studio delle risonanze elettromagnetiche all’interno degli ormoni, dell’asse psiconeuroendocrinoimmunitario, dei neurotrasmettitori, dei neuro modulatori, dei neurormoni, nel tentativo di cogliere l’intimo “linguaggio” delle cellule e della Natura al fine o per tentare di produrre nuovi strumenti tecnologici.

Peccato che dietro ci sono le multinazionali che pensano al profitto invece che alla scoperta delle grandi Verità che la Natura vuole rivelare all’uomo!

E questo limita, purtroppo, l’accesso alla Verità e quindi anche la scoperta delle cause che producono le patologie; ed è risaputo ormai in tutto il mondo scientifico ed accademico che la guarigione di un organismo “malato” avviene con la rimozione delle cause (causa/effetto), così come la guarigione ed il benessere psicofisico dipendono dalla rimozione del disagio psichico di quei conflitti intra ed interpersonali.

Lo stesso Freud affermava che la guarigione coincide con il chiarimento.

 

Ritornando all’esempio della madre che al secondo figlio si comporta diversamente rispetto a quando aveva un figlio solo, un atomo di idrogeno legato ad una certa molecola, che svolge una certa attività all’interno della cellula, se poi si trasferisce in un altro tessuto e svolge un altro tipo di lavoro, pensate che lo faccia nello stesso modo in cui lo avrebbe fatto in quell’altra cellula?

 

Vorrei che si capisse che anche l’atomo ha la sua memoria e, in base all’accumulo di queste sue esperienze, ha delle capacità maggiori di risposta rispetto a un altro che non ce le ha.

E quando questi elementi che hanno seguito il loro processo metabolico – evolutivo, arrivano poi a dar vita ad una pianta o ad un frutto, portano con loro i loro stati energetici prodotti dai vari passaggi; come dire che un musicista impara a suonare tanta musica che prima non conosceva o così come le persone ricche di esperienze sono molto più interessanti di chi non ne ha fatte molte.

 

Un atomo di idrogeno ha un range di stati vibrazionali che variano in funzione del campo a cui è sottoposto.

Abbiamo visto varie forme di energia e di esperienze che poi dovrebbero dar vita alla coscienza. E questo è un percorso evolutivo dell’energia che dura da millenni e che in campo biologico si trasferisce attraverso la filogenesi.

 

In sintesi, possiamo dire che la Vita altro non è se non quel mare di Energia capace di produrre forme, nel tempo e nello spazio, apparentemente semplici e allo stesso tempo di una complessità meravigliosa, dove ogni sistema fisico, biofisico gode istante per istante di quelle esperienze che producono infinite emozioni di cui ogni elemento diventa proprietario, maestro e professore della propria ricchezza esperienziale che porta a godere e a partecipare all’essenza della Vita dell’Universo.

 

Micro e macro ubbidiscono alle stesse Leggi e comprendere questo è il vero senso della Vita.

Man mano che andiamo avanti ci renderemo sempre più conto di tutte quelle infinite sfumature di ciò che apparentemente conoscevamo ma che, di fatto, dobbiamo conoscere sempre più e meglio.

 

L’Universo non si annoia e continua ad evolversi facendo evolvere ogni forma di energia esistente e così noi, figli di questo Universo, consapevolmente partecipiamo.