Trattiamo oggi un argomento di estrema rilevanza, che certamente interessa tutti: la “divinità” della coppia nella sua forma, nella sua sostanza, nei suoi obiettivi.
Data l’elevata conflittualità che esiste all’interno della coppia e della famiglia, ritengo sia un argomento che va affrontato e sviscerato in profondità, non solo antropologicamente ma anche neuropsicofisiologicamente, cercando di comprendere quali sono le cause che producono i conflitti.
Tale conflittualità non l’abbiamo riscontrata a livello fisiologico, biologico.
La Natura, con la sua intelligenza, ha sempre premiato ogni necessità biologica. E infatti vediamo che in Natura tutto ciò che è una necessità, di fatto, offre in cambio il piacere che deriva dal soddisfare tale necessità, come quello che viene dal cibo, o dal procreare.
Tutto quello che è una necessità biologica, di fatto, trova in sé un premio nell’emozione, nel piacere, nella gioia che si provano nel soddisfare queste esigenze biologiche.
Già questo ci dovrebbe far riflettere profondamente: la Natura ha una sua intelligenza che premia ogni forma di vita esistente, per poi arrivare a comprendere che questa differenziazione uomo – donna è una summa teologica della biologia, perché in questi due esseri vediamo il massimo dell’espressione dell’evoluzione biologica. Tutta l’evoluzione biologica, se la andiamo ad osservare, in sintesi si realizza dal concepimento in poi all’interno di questo processo evolutivo; sia nello sviluppo dell’embrione, del feto e del bambino che nasce, sia poi nel proseguimento ontogenetico - biologico, vediamo sempre tutto lo sviluppo delle tappe evolutive del mondo biologico.
Abbiamo i due gameti, semplici cellule che poi danno luogo a questa complessità cellulare, dove l’espressione dell’intelligenza di una singola cellula poi vien fuori e realizza l’essere umano, donna e uomo.
Donna e uomo portano in sé questa ereditarietà biologica che ha in sé anche una sua bioenergetica.
Si è potuto verificare e constatare che all’interno del genoma non ci sono soltanto geni che producono proteine, o che producono un organismo privo di stati bioenergetici vibrazionali; no, all’interno di queste cellule c’è un campo di energie che si sprigiona da quella che è tutta l’attività fisiologica all’interno della cellula. Addirittura, possiamo rilevare quando la cellula è in uno stato patologico perché il campo bioenergetico che emette non è armonico, ma disarmonico.
Quindi, dobbiamo tenere sempre presente che all’interno di ogni attività biologica c’è “un’anima” elettromagnetica, la quale è armonica quando lavora fisiologicamente e disarmonica quando lavora patologicamente.
Tale complessità dà vita, poi, alla differenziazione donna e uomo.
Ora, non possiamo non correlare la potenzialità biologica alle potenzialità dello sviluppo di una consapevolezza e di una coscienza, di cui dobbiamo tenere ampiamente conto, se vogliamo comprendere noi stessi e se vogliamo comprendere anche la Natura o il mondo che ci circonda.
La sperimentazione di questi due esseri, ormai da migliaia, da milioni di anni, ci ha portato ad essere presenti, testimoni, oggi, di questa realtà evolutiva per comprendere o fare una sintesi di che cosa abbiamo realizzato in coscienza e in consapevolezza di questo processo che rende giustizia alla donna e all’uomo. Quello che sappiamo per certo è che queste differenze sono fondamentali all’interazione e alla crescita evolutiva della coscienza, sia della donna che dell’uomo. E’ molto difficile affrontare il processo evolutivo ontogenetico su questo Pianeta se non si è in compagnia, se non c’è interazione, se non c’è cooperazione, se non c’è crescita.
Se pensiamo a quello che si sviluppa all’interno del cervello di una donna e di uomo quando è in atto la fase di innamoramento, vediamo veramente un’armonia senza fine. Quindi, si determina questa scoperta, che fa parte di questo processo ontogenetico, dello sviluppo, dell’età evolutiva, che porta con la pubertà a una piena maturazione dei potenziali biologici dei due esseri, i quali poi iniziano questa sperimentazione, scoprendo veramente emozioni senza fine.
E’ un processo, questo, che fisiologicamente dà emozioni immense, intense; ma, con i condizionamenti che si sono sviluppati, soprattutto in quest’era e in quest’epoca, abbiamo reso patologico un processo che era stupendo, meraviglioso.
Per i ragazzi è diventato molto difficile scoprire questa armonia senza fine, quando tutte le informazioni che ci sono vanno a condizionare o a limitare la scoperta delle proprie pulsioni, delle proprie potenzialità, dell’incontro tra i due esseri, uomo e donna.
Per cui, vediamo come i condizionamenti, le immagini che arrivano nel cervello relativamente a questa spinta emozionale dell’uno verso l’altra, condizionano e limitano la scoperta delle emozioni che ciascuno dovrebbe ricevere man mano che sprigiona tutte le proprie energie in quest’incontro di attrazione che dovrebbe verificarsi tra un uomo e una donna.
Fisiologicamente, questo progetto è meraviglioso, bellissimo, stupendo. E non possiamo imputare alla Natura o a un Creatore errori, ma semmai dobbiamo noi imparare dagli errori interpretativi per tentare di capire e comprendere la fisiologia di questo processo che presuppone, sempre e comunque, la gioia di esistere.
Quando ho affermato che non siamo nati per essere infelici o per soffrire, ho detto qualcosa che ribadisco qui, che ci ribadisce la fisiologia e, ancor di più, la Neuropsicofisiologia, da noi creata negli anni ’70-’80, che mette in luce quando un processo è fisiologico e quando invece è patologico, così come mette in luce anche la differenza che esiste tra il mondo informazionale che modula la crescita, l’espressione dell’essere e il mondo informazionale quando inibisce e blocca l’evoluzione di questa crescita, ovvero le informazioni che rendono giustizia all’espressione genica delle potenzialità della donna e dell’uomo e le informazioni che, invece, inibiscono, bloccano o alterano l’espressione genica delle potenzialità e delle differenze tra loro.
Questa è scienza esatta, che si riappropria del principio di causa – effetto contro la statistica. Pertanto, non può essere contestata.
Il resto è patologia.
E si può dimostrare.
E ce lo dimostra la Natura.
Ce lo dimostra la Natura, ve l’ho detto: tutto ciò che è necessità per gli esseri umani viene premiato con emozioni piacevoli. Mangiare è piacevole, copulare è piacevole; fisiologicamente c’è un orgasmo che porta ad emozioni non da poco. Questo è il premio che dà la Natura nel momento in cui tu metti al mondo un figlio senza coscienza, senza avere coscienza di nulla.
Ma esiste una “coscienza” genica grandemente superiore a quella che a tutt’oggi è stata realizzata dagli esseri umani! Dietro l’incoscienza degli uomini e delle donne c’è una “coscienza” genetica in noi, di cui non siamo consapevoli, che premia, sempre e comunque, ogni necessità di sopravvivenza biologica.
Ricordiamoci che lo scopo dell’esistenza è quello di acquisire consapevolezza e coscienza di questa meraviglia.
Cosa vi dice tutto questo?
C’è una grande ignoranza che domina il mondo e che inibisce e blocca l’espressione genica delle potenzialità umane, portando gli esseri umani a maledire la vita senza averla mai compresa, scoperta, vissuta …
Quindi, è nostro compito affermare ciò che è a portata di tutti se i cervelli sono liberi, se il cervello può esprimere le sue potenzialità, se può percepire la realtà, se gli occhi possono vedere ciò che hanno davanti o se le orecchie possono ascoltare ciò che sono i suoni reali, non condizionati.
Lo stato di vigilanza, di attenzione, sono processi che si sviluppano nel bambino fin dalla nascita. Anzi, anche prima. Sono processi che vengono controllati e gestiti dall’attività neuronale e dalle informazioni che raggiungono i centri di controllo e di gestione del rapporto con l’ambiente ma, soprattutto, regolati dalle potenzialità geniche, genetiche degli esseri umani. Per inciso, ne sa qualcosa il nostro sistema reticolare che filtra una marea di stimoli affinché questi non creino danni all’interno dei nostri cervelli.
Quindi, la chiave di tutto è sempre e comunque l’informazione che va a modulare l’espressione delle potenzialità umane.
Se queste informazioni, se queste varie forme di energia rendessero giustizia a queste potenzialità, avremmo due esseri che scoprono l’Universo man mano che crescono, che si sviluppano, che vengono fuori.
Mentre, l’ignoranza produce una marea di informazioni, di forme di energia inquinate, tossiche che inibiscono e bloccano l’espressione e la gioia di esistere su questo Pianeta.
Questa è la base fisiologica del “Progetto Divino” della donna e dell’uomo.
Se è vero, come è vero, che in migliaia di casi, o in milioni di casi, in tutti i tempi le coppie hanno di mostrato veramente quali emozioni si possono generare tra un uomo e una donna, è vero anche che, se è possibile per alcuni, è possibile per tutti. Ciò significa che la Natura rende giustizia a tutti.
E’ così che l’intelligenza della Natura non “tradisce” nessuno.
La Natura non è responsabile dell’ignoranza degli uomini o della persistenza negativa di comportamenti che non vengono modificati dai segnali e dai sintomi che si ricevono. La ricerca di risoluzione dei problemi rapida e veloce, senza rimuovere le cause che bloccano l’evoluzione e lo sviluppo della coscienza, non avviene in maniera fisiologica, altrimenti dagli errori aumenterebbero i livelli di coscienza e di consapevolezza.
Questo è un discorso che dobbiamo capire molto bene. Non possiamo più procrastinare l’impegno verso la risoluzione dei conflitti della coppia.
La situazione è talmente tossica e talmente alterata a livello energetico - informazionale, che veramente pochi riusciranno a sfuggire a questo marasma che inquina e intossica il nostro cervello, creando inibizione e squilibrio in tutti gli esseri umani, la cui espressione e il cui soddisfacimento dei bisogni fisiologici arriva ormai attraverso vie molto patologiche, create dagli uomini ad hoc, senza tener conto delle esigenze fisiologiche degli esseri umani, sfruttando ed eliminando tutto quello che è possibile per soddisfare interessi che nulla hanno a che vedere con il rispetto dell’essere umano.
Mettere in condizione gli esseri donna e uomo di verificare le informazioni che arrivano nel cervello è conditio sine qua non di una crescita reale dell’essere umano.
Nessuno può dire di essere mai nato su questa Terra se non si identifica, se non impara a gestire il proprio rapporto con le informazioni che arrivano dall’ambiente.
Lo stato di vigilanza su queste informazioni che arrivano dentro al cervello deve essere alto; e nessuno deve permettere a sostanze o ad informazioni tossiche di entrare nel proprio cervello.
Quindi, la verifica delle informazioni e il permesso di entrare nel proprio cervello da parte di tali informazioni garantisce la propria serenità o la propria felicità.
Diversamente, c’è un prezzo in sofferenza da pagare.
La coppia è un progetto bellissimo della “Natura”.
Certamente, è un progetto molto intelligente, ben finalizzato e pieno d’amore.
Va messa in risalto, all’interno di questo progetto, l’attività degli emisferi cerebrali, la quale non obbliga la personalità ad essere automatica, robotica, condizionata dalla propria genetica, in quanto l’essere umano può essere creativo consapevolmente, e creare quindi tutto ciò che vuole grazie al fatto che ha due emisferi cerebrali: con uno verifica sempre le informazioni obiettivamente ed oggettivamente, misurandole; usa i geni bio – energetici per misurare le caratteristiche fisiche dell’informazione e quindi le identifica, non le interpreta, le identifica esattamente per quelle che sono; con il sinistro, invece, possiamo utilizzare ed inserire tutto ciò che vogliamo per associazione, perché il sinistro non segue la temporalità delle informazioni né le loro caratteristiche fisiche in quanto viene condizionato da stimoli che si associano a richieste fisiologiche e che poi richiamano funzioni fisiologiche. Il sinistro apprende e ripete per avere un premio o per evitare una punizione; quindi simboli, numeri, linguaggio sono tutti elementi astratti propri dell’emisfero sinistro.
Il sinistro può associare tutto ciò che vuole, ma il destro no.
L’utilizzazione del sinistro ha fatto sì che l’uomo acquisisse questo sistema astratto dentro di sé che, da un lato, gli permette di dire quello che vuole o di costruirsi tutto ciò che vuole, al fine di dominare con la gerarchia dei ruoli acquisiti all’interno della società, e dall’altro lo dissocia, però, dalla realtà. Ciò determina una forma di “schizofrenia”, da me definita Sindrome di disconnessione funzionale tra emisfero destro e sinistro che, nel tempo, se non si sviluppa la consapevolezza da parte dell’Io, che è nei lobi frontali, della verifica delle informazioni, può essere molto pericolosa (dottor Jeckill e Mister Hide).
Abbiamo costruito un mondo di illusioni, abbiamo costruito un mondo astratto; e lì non abbiamo mai ascoltato abbastanza l’altro emisfero che avevamo dentro, che ci ha segnalato sempre, in tutti i modi, gli errori che si commettevano, con i sogni o con le intuizioni, con le sensazioni.
Segnala sempre, il nostro emisfero destro, gli errori che commettiamo, il comportamento che sviluppiamo, però dovremmo poi essere capaci di verificare questi segnali che ci arrivano dentro per ritrovare la nostra serenità senza usare pillole, senza usare droghe, senza usare stordimenti, senza usare distrazioni, senza usare smarrimenti in dimensioni non si sa bene di che tipo. Noi dovremmo essere sempre vigili e ritrovare la nostra serenità gestendo il nostro cervello e godendo dei frutti di ciò che noi creiamo, che produciamo.
La felicità, ognuno se la deve costruire in proprio, non può aspettarsi che qualcuno gliela offra su un piatto d’argento, perché non abbiamo ancora raggiunto la possibilità di decidere l’espressione delle nostre potenzialità, proprio perché si è venuta a verificare questa sindrome dissociativa tra gli emisferi e questo ci spiega il perché dei conflitti e della sofferenza: il tentativo di eliminare conflitti e sofferenza ci aiuta ad evolverci verso la ricerca della verità. (La Verità vi renderà liberi)
Soprattutto sappiamo che l’individuo, quando passa dal conflitto al dialogo e all’armonizzazione, smette di soffrire e prova grande gioia.
Come si può constatare, le potenzialità biologiche offrono a tutti la possibilità e l’opportunità di realizzare coscienza e consapevolezza attraverso quello che comunemente è chiamato libero arbitrio, il quale ci spinge ad eliminare la sofferenza e questo ci aiuta ed evolverci in coscienza.
Nessuno vuole soffrire.
E allora cerchiamo nel dialogo, attraverso l’ascolto, la verità contenuta nelle informazioni capaci di arricchirci di conoscenza, poiché questo farebbe sì che la coppia svolga la sua funzione.
All’interno della coppia dovrebbe esserci sempre gioia, ma non si deve mai dimenticare che stima, rispetto, fiducia l’uno per l’altra devono sempre e comunque camminare di pari passo.
Siamo tutti con la possibilità e l’opportunità di realizzare, in ognuno di noi, la nostra felicità, senza dover dipendere da nessuno.
Questo dovrebbe essere un punto di grande consapevolezza. Ognuno deve iniziare a progettarsi la propria vita, giorno per giorno, momento per momento; e poi interagire con gli altri. Una donna e un uomo consapevoli delle proprie potenzialità, che in più si attraggono, dove possono arrivare?
Il valore delle differenze crea attrazione, crea emozioni.
E badate bene che la dopamina non ha età dentro al cervello, che le endorfine non hanno età. Ci si può innamorare a novant’anni nello stesso modo in cui si innamora un ragazzino di tredici. E voi vedreste in quelle persone gli stessi comportamenti! Una persona che si innamora a ottant’anni si esprime nello stesso identico modo in cui si esprime un ragazzo.
Le emozioni, se andate a verificare, e noi neuropsicofisiologicamente le abbiamo verificate, vi assicuro che non sono diverse!
E’ la società che si è creata i modelli.
Ma nel momento in cui ci si innamora, si provano le stesse identiche emozioni, perché le sostanze neurotrasmettitoriali sono le stesse, i sistemi limbici sono gli stessi, le emozioni sono le stesse. E se poi tutto questo diventa pure coscienza …
Quindi, non consideriamo chiuso il discorso sulla conoscenza, perché quello della donna e dell’uomo, sulla base di quello che abbiamo visto, è un discorso che non è fisiologico, ma ancora altamente patologico.
Le potenzialità umane sono tutte da esprimere in coscienza, ancora; si sono realizzate molto poco. Lo vedete, ad esempio, da cosa si pensa della vita.
La gente deve capire che il mondo non è finito, non finisce così perché un capo di Stato o altri decidono di distruggerlo.
Il mondo va avanti perché l’essere umano sta cercando sé stesso e sta cercando di capire; e quando arrivano informazioni a chi le sta cercando, vengono catturate in un attimo e tutto si evolve e tutto andrà avanti rapidamente.
Ciò che diciamo sembra scontato.
Ma, se è così scontato, perché i più non l’hanno ancora capito?
Perché questi grandi studiosi, scienziati continuano a dire che non c’è più niente da capire, cercano l’immortalità del corpo e non hanno capito niente delle forze elettromagnetiche e bioenergetiche che regolano un gene!
Sapete da quanto tempo sto affermando che il genoma umano è un progetto.
Ma la parola “progetto” suona male, ancora.
Perché? Non è ovvio che sia un progetto?
Non è ovvio che contiene, in potenza, un essere che si deve realizzare?
Ma non soltanto nella forma, c’è anche la sostanza!
Un’emozione intensa che dà gioia a tutti viene fuori dalla forma o dallo stato vibrazionale della materia e dell’energia?
Ma perché questa energia non si può chiamare anima?
Non è l’anima quella che manca in un corpo morto?
E’ la verità, questa.
E convincerebbe chiunque, perché la verità ce l’abbiamo dentro a livello genetico.
Ma devono arrivare dentro di noi informazioni, energia che risuona con i nostri geni!
E quando questa arriva dentro, nessuno può opporsi.
Nessuno.
Si sente che è la verità, perché la possiamo misurare, quando è verità.
La misuriamo con le emozioni, dentro di noi.
Quindi, la vita non è nella forma, ma in quella sostanza che dà vita alle forme.
Le forme cambiano, ma la sostanza no, non cambia.
Un Io che diviene consapevole potenzia e arricchisce la sua coscienza.
Noi abbiamo questa opportunità di riconoscerci e di gestire questa energia e diventarne padroni.
Ma, quale ricchezza è più importante?
Tonnellate di danaro o emozioni forti di gioia e capacità di costruirne?
Costruire gioia!
Questa è la ricchezza dell’uomo!
Non costruire case, soldi, ammucchiare tutto ciò che è privo di anima e quindi non utilizzabile nell’eternità della vita.
Ciò che non muore è quello che noi riusciamo a sentire dentro di noi come gioia di vivere e come capacità di costruire gioia!
Ma quanto vale, questo?
Dove andate a comprare questo?
Con quale somma di denaro vi potete comprare questo?
E allora voi potreste avere tutto il denaro del mondo ed essere i più miseri esseri della Terra!
Perché per poter proseguire nella vita è necessario arricchirsi di tale conoscenza.
E chi ha questa opportunità gioisca e non si faccia mai mettere in discussione dall’idiozia, dalla banalità e dall’arroganza dell’ignoranza.
La gente fatica tanto, da una vita, per accumulare, poi gli arriva un tumore ed è pronta a dare tutto quello che ha per guarire. Che bell’affare campare!
Vanno in America, spendono miliardi, miliardi a destra, miliardi a sinistra, tutto pur di vedere un miglioramento e i furbi li fanno migliorare, momentaneamente, a fior di quattrini. Migliorare cosa?
Prolungare di due giorni o di un mese la vita biologica è un miglioramento?
Io voglio migliorare il mio corpo per consentire al mio essere, al mio Io, alla mia anima, al mio spirito di esprimersi. Perché, nel momento che lo lascio, i cervelli non mi vedono più se sono gestiti dagli automatismi cerebrali e dai condizionamenti umani; sono ben visto, invece, da chi ha coscienza della vita.
E allora, che cos’è la vita?
E’ la capacità di riconoscersi, al di fuori del tempo e dello spazio. Perché le emozioni non hanno né tempo e né spazio, anche se in essi si realizzano.
Ma se ne sono padrone e le creo, le posso creare quando e come voglio.
Se, invece, è il mio cervello che le subisce e ne prova piacere, mettendo da parte l’Io, la consapevolezza, la coscienza, così come provo sensazioni piacevoli nel mio cervello, il momento dopo posso sentire un’angoscia, un’ansia, il terrore!
Se avviene tutto automaticamente e inconsapevolmente, a che serve la vita?
Queste cose le spieghiamo neuropsicofisiologicamente, senza scomodare nessuno. Misuriamo le informazioni, vediamole, andiamo a vedere come arrivano alle aree primarie, che cosa viene identificato o non identificato, che cosa vanno ad evocare nell’emisfero sinistro e cosa si identifica nel destro, vediamo come parte un’angoscia o un’ansia nel sinistro e coinvolge tutto l’essere e lo paralizza e come un altro stimolo dà piacere.
Ma questo è tutto automatico.
Immaginate, invece, una donna e un uomo consapevoli, con la loro dignità e consapevolezza della loro esistenza, che sanno relazionarsi al mondo e che imparano a progettarsi la loro vita insieme, a fare progetti e costruire e comunicare totalmente tra di loro, totalmente, con tutte le possibilità che hanno. Questa sarebbe la vera sessualità, quella sconosciuta ancora su questo Pianeta.
La vera sessualità è un uomo e una donna che scambiano totalmente, su tutti i piani consapevolmente, che progettano la loro vita attimo per attimo, utilizzando il valore delle loro differenze, ovvero due fonti di energia diverse, con gli stessi valori, con piani evolutivi sui quali possono scambiare, progettando giorno per giorno tutto ciò che vogliono su questo Pianeta, arricchendosi e vibrando di infinite armonie continuamente.
E’ questo il fine fisiologico delle potenzialità della coppia, se no a che serve?
Ma badate bene che anche nella più totale ignoranza la coppia ha svolto sempre il suo ruolo e la sua funzione, altrimenti qui non ci sarebbe stato più nulla.
Soltanto che, man mano che sviluppiamo un minimo di consapevolezza e di coscienza, sostituiamo la forza, il possesso primordiale dell’animale che deve segnare il territorio e marcarlo per dominarlo, compresa la femmina che cade nella sua forza di dominio, con un discorso di pari dignità e di coscienza e consapevolezza.
E, man mano che andiamo avanti, possiamo dire pari dignità sì, ma maggiore sensibilità della donna nella progettualità, nello scambio, nell’espressione e nelle emozioni.
E il transfert di queste emozioni dovrebbe spingere sempre più verso una forma di evoluzione cosciente, sia da parte dell’uomo che della donna stessa.
La donna ha questa spazialità maggiore, ve l’hanno detto, ve l’hanno spiegato; ma se subisce i condizionamenti dell’uomo, è tremenda, perché la velocità con cui elabora informazioni nell’emisfero sinistro, non è da poco. Potrebbe inventare venti storie al secondo. Anche l’uomo le inventa, ma la donna è più veloce, ed è più veloce sia nei difetti che nei pregi.
Gli uomini hanno delle responsabilità, la Storia insegna, in quanto hanno usato la loro forza per possedere tutto ciò che dicevano di amare. E sbagliavano, perché possedevano pure le donne. E le donne, chiaramente, con la loro creatività, con le loro potenzialità, poi erano loro a dominare. Ricordo quella battuta contadina famosa che dice: “il padrone di casa sono io ma chi comanda è mia moglie”. Non erano poi così stupide, queste battute. E si è visto puntualmente, poi, che le donne hanno sempre tenuto in mano le redini delle situazioni.
Oggi siamo in un contesto in cui parliamo di Diritti Umani, parliamo di Democrazia, parliamo di valori socio – politici che rendono e dovrebbero rendere giustizia a tutti. Se riconosciamo la pari dignità a tutti, poi la dobbiamo esprimere nella prassi quotidiana dei rapporti umani.
Pari dignità significa che non c’è superiorità negativa o positiva tra l’uomo e la donna, ma c’è solo cooperazione, dialogo, diversità per la cooperazione ed integrazione.
Se ognuno si riconosce in sé stesso e gestisce la propria realtà, che bisogno ha di competere con gli altri? Sarà bellissimo dialogare, cooperare, scambiare, godere. Dobbiamo godere, dobbiamo essere felici. E non ci manca niente per esserlo.
Ci basta solo deciderlo.
Vogliamo decidere di essere felici?
Chi ce lo vieta?
Le memorie?
Archiviamo tutto ciò che non ci interessa e utilizziamo ciò che è utile alla nostra progettualità.
Questa è Neuropsicofisiologia.
I lobi frontali sono enormi. E possono agire su tutto il cervello.
Hanno deciso tutti gli altri per noi. Ringraziamoli tutti e diciamogli che li perdoniamo perché erano ignoranti. E andiamo oltre.
La verità è tale se è utile a noi e, allo stesso tempo, se rispetta gli altri.
Allora dialoghiamo, mettiamoci d’accordo e vediamo quello che è giusto e quello che non è giusto. Questo significa avere rispetto degli altri.
Comunque, quel che è certo è che, al di là di uomo e donna, l’essere umano è un bel progetto; visto nelle sue potenzialità reali è un bel progetto. Io l’ho sempre visto stupendo, meraviglioso.
E questa mia conoscenza dell’essere umano mi ha sempre “fregato”, perché tutti pensano “tanto, il professore ci capisce …”, quindi ognuno si è sempre permesso tutto con me, tanto io capisco. E’ vero, io capisco, ma non sono giusto se permetto all’altro di approfittarsi.
La stessa cosa dovete fare voi, quindi dovete sempre agire in maniera tale da farvi capire, non dovete solo capire, ma dovete anche farvi capire.
Quindi, bisogna modulare le proprie azioni, in maniera che si crei sempre un equilibrio tra le persone. La cosa tremenda è quando la persona non comunica bene, quando non cerca attraverso il dialogo la verifica di ciò che dice, di ciò che afferma, quando vuole imporre a tutti i costi la propria idea, il proprio pensiero, le proprie emozioni agli altri e lì si interrompe la comunicazione.
Ed è sempre questo che ha prodotto la grande conflittualità nella coppia.
E’ chiaro che la donna è certa delle sue emozioni. E così pure l’uomo.
E allora il problema dov’è?
Il problema è che non sanno comunicare.
Il problema è che nessuno decide le parole che butta fuori.
C’è sempre una risposta automatica a ciò che si riceve.
Se la risposta è una disconferma, si parte con le difese e l’attacco, nel tentativo di imporre agli altri la propria emozione, le proprie idee.
Ed è vero, ognuno difende dentro di sé le proprie emozioni, ma non è detto che le proprie emozioni debbano essere imposte agli altri; ognuno se le viva, ma poi deve renderle comprensibili agli altri, se vuole farle accettare, devono coinvolgere gli altri.
Non è un diritto essere accettati senza che l’altro comprenda. Quindi, dobbiamo sempre essere in grado di far comprendere ciò che vogliamo comunicare perché ogni volta che non si comprende, soprattutto nella coppia, tutto ciò che di bello c’è tra di loro si spenge.
Si diventa estranei.
Persone che si amavano alla follia, persone che si sentivano profondamente, a un certo punto diventano estranee.
Basta una parola che va a toccare l’essenza dell’altro e l’altro si chiude.
Poi, qualsiasi tentativo diventa impossibile.
Questo accade perché all’interno della persona ci sono valori genetici che la persona non può negare a sé stessa, conditio sine qua non dell’autodistruzione.
Abbiamo un sistema dentro di noi che ci tutela, che ci difende come esseri umani, come esseri biologici. Nel momento in cui rinunciamo a quello, noi non abbiamo più una funzione neanche biologica e si va al suicidio, al compimento di azioni veramente disastrose.
Quindi, nessuno dovrebbe mai offendere l’altro o l’altra.
Nessuno dovrebbe mai esasperare l’altro o l’altra.
Soltanto che bisogna essere molto chiari: quando non è più possibile scambiare, bisogna allontanarsi affinché ognuno ritrovi una propria calma, una propria tranquillità, una propria serenità.
Perché se c’è un momento esasperato, in cui ognuno sente che ha ragione e non si sa come rimuovere le situazioni per riaprire una comunicazione, meglio allontanarsi, perché allontanandosi piano piano si allentano le difese e si ha la possibilità di far intervenire altre parti del cervello. Infatti, quante volte una dormita o allontanarsi riapre tutto e ti fa rivedere tutto sotto un’altra luce … perché quando focalizziamo l’attenzione su qualcosa non vediamo altro.
E allora, ecco che quello che vi propongo è di essere sempre certi di essere distaccati da ciò che dite e da ciò che vi viene detto.
Che vuol dire essere distaccati da ciò che si dice e da ciò che ci si sente dire? Spiegatemelo un po’, fatemi vedere che io mi faccio capire, perché non è così semplice, perché quando si arriva a questo voi avete trovato la sicurezza, la garanzia che starete bene. Come si fa?
Io vi parlo e ascolto ciò che sto dicendo a voi.
Vi capita mai?
Vi capita mai che state producendo una parola e voi sentite dentro l’eco di quella parola?
Già questo vi dimostra che siete pacati, ovvero che lasciate il tempo alla parola di uscire, di rientrare in voi, di essere verificata da voi e poi di proseguire, certi che state costruendo qualcosa che voi in quel momento volete comunicare.
Se le parole escono a fiume e non sono da voi scelte e selezionate, non sono io che sto comunicando con voi, ma è il mio cervello dominante e dominato da condizionamenti di superiorità, che vuole imporsi, che vuole impedirmi di meditare, di riflettere.
Quindi, rimanere distaccati significa ascoltare.
Ascoltare.
Creare il silenzio dentro di sé.
Non sentite il silenzio quando faccio le pause nei vostri cervelli?
Spesso uso un’energia molto forte, che tenta di inibire le vostre memorie, vi ripeto, per consentirvi di ascoltare.
Quindi, nell’attesa dell’altra parola o di quello che dirò ancora, si crea momentaneamente un silenzio.
Anche questa capacità dovreste avere quando parlate con gli altri.
Questo significa essere padroni del proprio cervello e anche di quello che direte. Mentre uno vi parla vi parte tutta una serie di risposte automatiche dentro al cervello: questo non dovrebbe accadere, perché voi potete decidere di non far partire niente. Ma bisogna deciderlo prima, a priori.
Decidete di ascoltare e basta.
Lo dovete decidere, questo.
Voi, nel vostro cervello, decidete di ascoltare e basta. Poi, alla fine, troverete voi qualcosa da dire o da ridire su quello che vi è stato detto. Ma voi dovete imparare a tenere a freno le risposte automatiche del cervello di fronte alla informazioni.
Finché non arriverete a questo, voi non gestirete il vostro rapporto con gli altri.
Ed è molto difficile, questo. Guardate i politici, guardate le persone in televisione. Succede di tutto, perché partono gli automatismi, ognuno si sente offeso, si sente toccato.
Normalmente dobbiamo lasciare parlare gli altri se ci interessa il rapporto.
Di solito, se ascoltiamo tutto e rimaniamo in silenzio, valutiamo tutto quello che ci è stato detto, poi magari diamo una parola sola in risposta. Se riusciamo a fare questo, la nostra comunicazione sarà efficace e noi stessi ci metteremo alla prova. Lì dimostreremo che noi siamo noi e che non siamo oggetti nelle mani delle informazioni che ci arrivano.
Le provocazioni sono terribili. Ogni informazione può provocarci. E può anche “distruggerci”, se non vigiliamo.
Questo significa rimanere sé stessi.
La donna e l’uomo oggi hanno serie, enormi difficoltà, perché siamo nel caos informazionale. Basta osservare quello che sta accadendo. E questo non soltanto nella coppia, ma in tutti i rapporti sociali. C’è ormai una competizione, una reattività paurose, perché c’è proprio inquinamento informazionale; c’è questo rumore di fondo nei cervelli che dà sempre una tensione continua e costante, una vigilanza prodotta da questo rumore di fondo, da queste tensioni che non si sa da che parte arrivino.
E allora ognuno dovrebbe ritrovare in sé la capacità di essere consapevole della propria esistenza, della propria vita e, anche se per una vita ha vissuto situazioni drammatiche o tragiche, deve arrivare il momento in cui dice “ok, non è un problema, il passato è passato. Ora io posso iniziare a progettare la mia vita”.
Questo, a qualsiasi età, partendo dalla realtà in cui si vive. In qualsiasi momento posso decidere di essere felice, purché si sia capaci di archiviare le memorie negative per poi rivisitarle e reinterpretarle alla luce di quello che fino a quel momento si è capito.
E questa potrebbe essere chiamata riprogrammazione delle memorie.
Allora, ecco che cosa significa mantenere coscienza e chiarezza di ciò che è fisiologico e ciò che è diventato patologico.
E’ fisiologico essere in armonia con sé stessi e con le leggi fisiche che regolano la nostra vita biologica. La nostra coscienza dovrebbe garantirci anche la possibilità di realizzare programmi e progetti per la nostra vita, dopo aver soddisfatto le esigenze che abbiamo di mantenere sano il nostro corpo, a quel punto noi possiamo progettare tutto quello che vogliamo, naturalmente con i mezzi che abbiamo, non possiamo fare progetti con mezzi che non abbiamo o sperando che poi questi progetti si realizzeranno non si sa bene se con la fortuna o con la non fortuna.
No. Lasciate perdere queste cose. Puntate sempre su quello che avete a portata di mano, progettate sempre sulla realtà e sulle possibilità che avete se volete mantenere una serenità di fondo. Se progettate sugli altri, le delusioni saranno sempre tante.
Se volete illudervi che qualcosa vi darà la gioia domani sarete delusi. Non si può vivere oggi l’inferno per conquistarci domani il paradiso: sono convinto che il paradiso di domani è subito, lo devi vivere già in questa dimensione.
Il paradiso lo devo costruire qui, giorno per giorno e momento per momento e, se me lo costruisco qui, posso già proiettarlo in un’altra dimensione. Non è possibile che dopo, improvvisamente, mi ritrovo in paradiso perché sono andato in giro a fare l’altruista o il volontariato. No, non credo che questo serva a realizzare il paradiso.
Il volontariato dobbiamo farlo innanzitutto con noi stessi, perché è la cosa più difficile che esista.
Il volontariato con noi stessi è combattere i nostri condizionamenti, liberarci di ciò che ci limita nella nostra espressione.
Questo è il vero volontariato che io riconosco, funzionante e utile prima di tutto a sé stessi e poi al mondo.
Quando diventiamo un esempio per gli altri, quello è il più grande atto di altruismo e il più grande atto educativo che possiamo compiere.
Essere un esempio di gioia, di serenità, sapete che vuol dire?
Portare voi stessi in mezzo agli altri con un sorriso e con grande serenità, ma sapete che vuol dire?
Voi state comunicando agli altri un qualcosa che se gli altri non ce l’hanno, per la famosa legge dei vasi comunicanti, sarete voi a travasarlo negli altri.
Perché un bambino che ci sorride, anche se siamo arrabbiati, in un attimo ci fa passare tutto? Ma perché?
Ma perché, un adulto che sorride non è la stessa cosa?
Ma perché dobbiamo aspettarci che il bambino ci sorrida o che un cucciolotto ci viene a fare le feste?
Ma non possiamo farle anche noi, le feste?
Se aspettiamo che siano altri a venire verso di noi … Non è un diritto ricevere queste facilitazioni, anche perché godremo molto più andando noi verso gli altri che non viceversa.
Il sistema politico ha dovuto creare delle leggi per regolamentare il comportamento sociale degli esseri umani proprio perché manca la coscienza dei valori, per cui le leggi obbligano e ci si trova costretti ad accettare cose che di fatto dovremmo condividere liberamente.
I nostri geni contengono perfettamente quello che è giusto e quello che non è giusto, senza aver studiato il diritto giuridico.
Teniamo conto del fisiologico e verifichiamo il patologico. E’ patologico tutto ciò che si vuole imporre sull’essere umano e che viola tutte le leggi, tutti i diritti umani all’esistenza. Qualsiasi forma di imposizione è “sempre” patologica.
Tutto questo va ben compreso se vogliamo proseguire il discorso sulla coppia, poiché si tratta di cose utili, indispensabili a favorire il dialogo, la comunicazione.
Sento spesso i mariti che si lamentano che le moglie non adempiono ai loro doveri previsti dal matrimonio.
Quello che stiamo spiegando serve a ognuno per chiarirsi le idee perché se vuole realizzare un bel rapporto di coppia deve lavorare su sé stesso e non avere aspettative dall’altro, se prima non si è realizzata la propria consapevolezza, la propria coscienza e la propria autonomia.
Una volta si stava insieme, non per la gioia di farlo, qualcuno si, ma per la maggior parte dei casi il matrimonio era un contratto, spesso stipulato addirittura dai genitori, neanche dalla coppia. Il matrimonio si svolgeva spesso in base ad interessi più delle famiglie che della coppia, sto parlando di venti, trent’anni fa, le coppie rientravano ancora in modelli che, una volta acquisiti … Vi ricordo che non c’era neanche il divorzio, la separazione. Addirittura c’era il reato penale dell’infedeltà, per abbandono del tetto coniugale, stiamo parlando degli anni sessanta.
Ormai il discorso è ad personam. Ogni persona deve prendere coscienza della sua vita, se la deve progettare e costruire e poi crearsi rapporti con le persone, con i figli, con il proprio partner, presente o futuro, sulla base del mantenimento del rispetto di sé nel rapporto con gli altri.
Le coppie non stanno purtroppo sempre insieme per amore, per attenzione. Spesso si sta insieme perché ci sono interessi di varia natura. Questo è molto lontano da quello che stiamo dicendo qui. Però non è colpa, certamente. E’ un processo evolutivo. Ma non possiamo non comprendere oggi qual è la conoscenza che deve svilupparsi se vogliamo creare una società con pari dignità. La pari dignità si potrà concretamente realizzare nel momento in cui ogni essere ha coscienza di sé, della propria dignità.
Se l’essere donna non ha coscienza della sua dignità, troverà sempre un furbo che se la compra e se la vende, che le offrirà qualcosa lì per lì, che lei desidera tanto, le vende le sue prestazioni, o di voto, o di altro, continuando a incrementare un sistema che impone tutto senza dare nulla. Purtroppo c’è molta falsità, ipocrisia che, accumulata nei cervelli, scatena nel tempo una separazione o un divorzio naturale di cui i due sono solo vittime, anche se l’uno con l’altro si definiscono spesso carnefici o colpevoli.
Possiamo accettare tutti i compromessi che vogliamo, ma decidendo di accettare un compromesso perché ho un fine accetto il male minore, accetto la mia partecipazione a qualcosa, ma questo non significa che sono nella verità.
La stessa cosa vale nel rapporto di coppia. Se il marito non rispetta la propria moglie quando parla, pretende da lei, lui si sentirà autorizzato a farlo all’infinito, se non si interviene subito per sradicare quel meccanismo che lo porta a mancare di rispetto. O quel meccanismo viene demolito o si finisce con l’allontanarsi.
Va considerato che ogni volta che c’è qualcosa per cui non ci si capisce, si accumulano le situazioni e questo porterà poi ad odiarsi. Questo accade in tutte le coppie del mondo. Tutte. Se accumuliamo elementi negativi nei riguardi dell’altro, o dell’altra, quel rapporto finisce rapidamente. E se ci sono interessi che ci tengono insieme, ognuno si farà altre relazioni, si sta insieme lo stesso, ma in tal caso non possiamo più certamente parlare di coppia.
O la coppia ripulisce continuamente i canali di comunicazione e si conserva quindi la stima e la fiducia l’uno dell’altra, oppure quella coppia non c’è, non esiste. Si sta meglio da soli.
Tuttavia, spesso vediamo interessi che tengono insieme, i figli a volte, tutta una serie di situazioni che tengono insieme, ma non c’è più l’armonia o l’amore di una coppia. E quando manca quella, che esempio si dà ai figli, agli altri, che esempio si dà a chiunque? Che esempio date a voi stessi?
La situazione generale, è questa.
Ed è una situazione di vera e propria emergenza.
E’ per tale ragione che dobbiamo essere consapevoli di ciò che accade, anche perché non serve a niente mettere la testa sotto la sabbia. Non abbiamo bisogno di alibi. Abbiamo bisogno di cominciare a decidere. Se io decido di fare una determinata cosa, la faccio. Se decido di stare con determinate persone, ci sto.
Ma non creiamoci alibi, perché gli alibi “uccidono”, tolgono dal cervello la possibilità di evolversi.
Non dobbiamo mai rinunciare a rimuovere le cause che ci impediscono di crescere, di evolverci, di andare avanti.
Ve l’ho detto, l’arricchimento continuo della propria coscienza è l’unica ragione per cui esistiamo. Capire, comprendere, vibrare, amare, creare, trasformare, agire, progettare, queste sono le ragioni della vita, altrimenti che facciamo, spengiamo tutto? E quando siamo spenti, che ci stiamo a fare?
Se certe cose non si sanno, è un conto.
Ma quando sai, ma come puoi rinunciare?
Se venite a fare questi Corsi, non posso non aggiornarvi su quello che il mondo intero deve conoscere.
E la creatività della vita consiste nel fatto che la vita è vostra, che ognuno deve essere padrone della propria vita e che non può motivare la non vita a causa del comportamento degli altri. Non è possibile. Perché sarebbe un alibi che costa caro.
“Non gli dico niente, perché così sto tranquillo”: che vuol dire “sto tranquillo”? Comunichiamo, scambiamo, creiamo anche problemi; laddove non è più possibile camminare insieme, non facciamolo. Qual è il problema?
O si decide di camminare insieme, o non si sta insieme. Ma la verità, dentro di noi, la dobbiamo conoscere.
La coppia è qualcosa di meraviglioso. Di meraviglioso. Quante coppie sono finite nel rapporto e poi sono rinate in altre direzioni in una maniera bellissima …
Si impara, si fanno le esperienze. Si cresce. Qual è il problema …
Non siamo nati per soffrire.
Capitelo una volta per tutte.
E se qualcuno intorno a voi soffre e voi siete felici, lo aiutate a liberarsi dalle sofferenze. Ma se invece soffrite con lui, non aiutate più nessuno, siete egoisti, ignoranti. Andateci felici vicino a uno che sta morendo: “la vita non muore! Stai tranquillo, sereno!”
Perché la vita non muore.
L’energia è energia e si trasforma, non muore.
E’ il corpo che “muore”: si trasforma.
Ma l’essere che si è costruito là dentro è energia e si trasforma. O qualcuno dice che l’energia non si trasforma?
Certo, se voi mi volete vedere con questa faccia, in questo modo …, io non credo che in questo momento state sentendo la mia faccia e la mia forma, credo che state sentendo ben altre cose. E quello io sono. E lo rimarrò sempre. In eterno.
L’energia si trasforma.
La vita non muore perché è energia.
Quindi, viviamo questa nostra eternità, anche nel tempo e nello spazio, e creiamo armonia.
Dobbiamo creare la felicità, la serenità, la gioia.
Creiamo.
Diamo l’esempio che una vita può essere serena e andiamo in mezzo a tutti quelli che piangono.
Perché bisogna avere tutti le facce appese quando si va a un funerale?
Perché bisogna andare in Chiesa e stare tutti zitti e buoni, senza fiatare?
Ma perché?
Ma come, se senti Dio, dovresti essere gioioso, invece vai lì dentro e tutti devono stare zitti.
Non so, forse sto esagerando?
Ma non è la verità, questa?
Non lo sentite dentro che è la verità?
Io l’ho conosciuto questo Dio, tra virgolette ma non è né a lutto, né tantomeno è morto.
E’ felice, ha creato l’armonia per tutto l’Universo e quando vede gli infelici, fa di tutto per far capire che la felicità è a loro portata di mano e che la devono scoprire loro, ma non gli dice che devono stare a lutto, che bisogna piangere.
I primitivi sono felici quando muore qualcuno, fanno festa, perché sono primitivi, o forse perché esprimono quel progetto, quell’emozione di chi sa che la vita prosegue. Però, se si viene condizionati e si sviluppa un sinistro dominante, a quel punto si dice che la persona che muore non si vede più, non si tocca più, non c’è più.
Ma l’aria si tocca? Però se ce la tolgono …
Le gioie non le tocchi, le senti.
Le emozioni non si toccano, si sentono, e sentendole trascendi, sali, ti liberi.
Bloccare la reazione prodotta dal richiamo delle memorie dentro al tuo cervello nel momento in cui ti senti provocato, scandire le parole, decidere, avere chiarezza di quello che vuoi comunicare: ciò rappresenta solo l’inizio di uno scambio consapevole.
Vedo i cervelli continuamente in confusione che si arrabbiano per cose che nessuno ha mai detto. E sentiamo affermare:
“Tu mi hai detto così”.
“No, io no”.
“Si, tu l’hai detto, io l’ho sentito”.
“Ma io non l’ho detto”.
E non basta sentirsi dire che quella cosa non è stata detta.
Vi rendete conto della gravità di tutto ciò?
Quindi, pacatezza. Abbiate sempre consapevolezza di decidere ciò che dite. Accertatevi che venga capito. Create progetti da condividere nella coppia e realizzateli insieme. E godetevi le differenze. Quando le cose si fanno insieme, se si realizzano, c’è sempre un premio, quel premio che nella coppia può raggiungere “orgasmi” infiniti.
Però, nella coppia l’attrazione va mantenuta, se manca, la coppia diventa una società di fatto.
E si può stare insieme come società.
Però non possiamo più parlare di coppia fisiologica.
E’ fisiologica la coppia quando c’è una comunicazione totale, dove il fisico deve partecipare all’evoluzione dello spirito umano, perché se quel fisico si rigenera attraverso la comunicazione fisica, quella è una spinta non da poco, che premia la vita, la voglia di vivere in questa dimensione. Se viene meno quella, tutto tende a spengersi.
Dove non c’è attrazione fisica, non si parla più di coppie sul piano fisiologico, però sono coppie, ma forze chiamiamoli piuttosto moglie e marito.
Ho affermato che si può essere moglie e marito, coniugi o consorti; consorti se si ha lo stesso fine, gli stessi obiettivi, coniugi se si coniugano i propri sforzi insieme, moglie e marito, invece, per contratto sociale ma senza tutto il resto.
Riflettete.
Ci possono essere tutte e tre le cose o solo una o solo l’altra.
La presenza delle tre componenti insieme rende la coppia fisiologica.
Avere gli stessi obiettivi, gli stessi progetti di condivisione, di un dialogo continuo nell’affrontare qualsiasi cosa e deciderla insieme, dove ognuno mette la sua parte, sapere sempre che tanto “c’è l’altro” o “c’è l’altra” e se ne si può usufruire; questo continuo interscambio è bellissimo, rende la coppia duratura nel tempo.
Ma se ci sono continui impedimenti, dati da una cattiva comunicazione, da un cattivo interscambio, anche l’attrazione più grande può diventare odio.
Questo arriva proprio come blocco dell’energia perché quella persona ti ha dato sofferenza e ricordate che la sofferenza è quella che spenge ogni spinta verso la persona.
Ciò accade anche tra genitori e figli, quando i genitori pensano di usare il sistema duro e commettono dei danni atroci e a loro volta i figli commettono delle vere e proprie atrocità nei riguardi di un genitore e ciò accade proprio quando la sofferenza fa sì che si spenga tutto quello che geneticamente si dovrebbe provare per un genitore, il rispetto per la madre non dovrebbe mai, in nessun caso venir meno e quando avviene quello vuol dire che in quel cervello c’è stata proprio la tragedia delle tragedie.
Ma è sempre la sofferenza che chiude tutto. Se un uomo fa soffrire una donna o una donna fa soffrire un uomo si spenge tutto, quando è finita, è finita. Non ci si riapre più. E, se ci si riapre, sarebbe soltanto un compromesso.
Il rapporto di coppia tra un uomo e una donna dovrebbe iniziare sempre con l’attrazione fisica. Poi, se ci sono le basi di dialogo, di comunicazione, di armonizzazione, se c’è sintonia sui valori, dopo aver verificato, si può scegliere entrambi di camminare insieme e, man mano che si cammina, che ci si sperimenta, si verifica attrazione fisica, valori in comune, evoluzione in comune, spinta comune. Quindi, l’attrazione fisica non basta da sola, ma ciò non significa che la partenza non debba essere quella. Perché se gli uomini facessero coppia con tutte le donne per le quali provano attrazione fisica e le donne con tutti gli uomini, qui non lo so che succederebbe! L’attrazione fisica serve, ogni uomo la deve conservare per tutte le donne e le donne per tutti gli uomini, questa è solo fisiologia. Ma poi c’è la coscienza.
Quando si trova una sintonia completa tra la donna e l’uomo, la donna rappresenta tutte le donne per lui e l’uomo tutti gli uomini per lei.
Quanto sin qui abbiamo detto non è certamente esaustivo ma è quanto serve per inserire la nostra intelligenza in questo grande e meraviglioso progetto affinché possiamo partecipare alla realizzazione e all’evoluzione di questo nostro Universo.
Nessuno ci obbliga, ma con certezza sappiamo che se vogliamo godere della nostra identità, della nostra realtà di uomini e donne, dobbiamo avere chiarezza di una nostra identità prima di tutto biologica, filogenetica e, successivamente, ontogenetica, ovvero dobbiamo conoscere la nostra Storia Energetica, durata migliaia di anni (filogenesi) e la nostra identità psico – fisica e spirituale che dura soprattutto da quando siamo stati concepiti e da quando siamo nati.
La pubertà completa il percorso biologico e con essa, allo stesso tempo, si dovrebbe completare la consapevolezza delle nostre potenzialità psico – fisiche affinché consapevolmente e creativamente progettiamo, in questo caso anche in coppia, la nostra felicità.