dna cervello coscienza consapevolezza educazione
dna cervello coscienza consapevolezza educazione
International Society of Neuropsychophysiology "Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza"
International Society of Neuropsychophysiology"Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza" 



 

 

 

 

 

TEORIA NEUROPSICOFISIOLOGICA INTEGRATA SULLA PERCEZIONE

NEI  PROCESSI DI LATERALIZZAZIONE

L'integrazione delle  neuroscienze per lo studio delle funzioni superiori del cervello umano

 

 

di

 

Michele Trimarchi

 

 

 

 

 

 

pubblicata su             Il Cervello e l'Integrazione delle Scienze n. 16, 1-32, 1990 A.D.E. C.E.U.

 

 

presentata alla           V Conferenza Internazionale della International Organization of                                             Psychophysiology Budapest, 9 -14 luglio 1990

 

 

 

 

 

ABSTRACT

          I processi di lateralizzazione rappresentano ormai,  per la Psicologia, la base delle ricerche sulle funzioni superiori del cervello  umano.

        L'intelligenza, la logica, la creatività iniziano a trovare spiegazione  proprio nei processi integrativi ed associativi che avvengono negli emisferi  cerebrali.               

  

 

           Con la Neuropsicologia si può seguire l'input all'interno delle funzioni fisiologiche

 

del cervello e verificare i processi di  attivazione-inibizione che dominano la percezione

 

in toto.

     

              Infatti la  percezione oggettiva richiede un sinergismo interemisferico con

 

dominanza  dell'emisfero destro; la dominanza dell'emisfero sinistro invece produce

 

risposte ripetitive, automatiche, "obsolete", limitando le capacità  creative del cervello.

 

 

           

                 Integrando i risultati delle ricerche condotte in tutto il mondo su  tali processi, siamo oggi in grado di ipotizzare una linea logica delle varie  fasi percettive per fornire nuovi "contributi" all'antica diatriba  mente-cervello.

 

 

 

PREMESSA

               L'evoluzione umana spinge l'uomo verso una graduale presa di  coscienza della vita.

La filogenesi, processo di infinite trasformazioni di  energia, "materializza" con l'ontogenesi nel tempo e nello spazio una molteplicità di siste­mi fisici e biologici che, indipendentemente dalla  loro durata, producono sempre e comunque effetti positivi per l'evoluzione  dell'energia.

 

 

 

          Queste affermazioni di altissimo valore scientifico sono legittimate da una percezione integrata del dinamismo fisico  dei costituenti cerebrali che danno vita ai più alti valori del pensiero umano. 

 

 

 

              E' impossibile, infatti, accedere alla comprensione della percezione senza una  profonda conoscenza dell’energia co­dificata sotto forma di veri e propri  "messaggi" che raggiunge gli organi di sen­so ed è da essi tradotta ulteriormente in altre forme di energia che vanno ad eccitare i complessi  sistemi neuronici i quali, attraverso le sensazioni, le emozioni e la  razionalità danno coscienza all'individuo del proprio esistere e del proprio  divenire.

 

 

 

 

INTRODUZIONE

          Il lento e  difficile cammino delle neuroscienze verso la comprensione dei fenomeni  cerebrali rende impossibile lo sviluppo armonico dell'intera società umana.

 

             Per converso, i ricercatori di tutto il mondo all'interno delle proprie  discipline scientifiche rilevano sperimentalmente un'enorme quantità di dati  che, se integrati, accelerano la comprensione delle funzioni superiori del  cervello umano.

 

 

              Purtroppo, proprio a causa di alcuni meccanismi cerebrali, anche  all'interno della ricerca scientifica esiste una forma di competizione negativa  che si oppone fortemente alla cooperazione scientifica per la ricerca della  verità.

                 Nella maggior parte dei casi, infatti, i ricercatori sviluppano  individualismi che spingono all'esaltazione personale e a forme di potere che  soffocano l'avanzamento delle conoscenze.

 

 

 

               Ho più volte  affermato che tutti i misteri della vita sono racchiusi nell’encefalo ed è in  esso che dobbiamo ricercare la spiegazione della na­scita e della morte di un  organismo, per cui occorrono scelte coraggiose che ci consentano di svelare  tali misteri e impedire elucubrazioni mentali che spingono i popoli verso  l'autodistruzione.

 

 


               La nascita e la  morte di un individuo sono racchiuse nei cromosomi che danno vita all'individuo stesso.

            E' stato provato sperimentalmente come le cellule dell'organismo non  possano duplicarsi oltre un certo numero di volte, così come le cellule  nervose non si duplicano poiché nei loro cromosomi sono contenute, a livello  genetico, tutte le possibili com­binazioni energetiche per oltre cento anni di  vita.

            La nascita e la morte sono integrate all'interno della vita che  fisiologicamente preesiste all'Uomo stesso.                                                                                                                 

 

 

              La spiegazione di tali fenomeni  risiede in una nuova con­cezione di un metodo di approccio pluridisciplinare e  integrato da me proposto da molti anni alla comunità scientifica  internazionale.

          Infatti, tale metodo è fondamentale per lo studio dei processi  fisiologici, poiché non possiamo prescindere dal fatto che ogni sistema è  fisico, dinamico e "lavora" in base ai principi fondamentali della  fisica.                                                                                                                                                                         

 

 

           Tutte le forze, - quindi gravitazionali, elettromagnetiche, chimiche,  meccaniche, deboli, forti etc. - regolano dinamicamente ogni fenomeno.

           Se impariamo  ad utilizzare gli enormi sforzi compiuti da uomini geniali che in passato hanno  tentato di dare strumenti importantissimi alla ricerca scientifica per una  migliore comprensione dei fenomeni stessi, come ad esempio Von Bertalanffy che  ha proposto l'approccio sistemico, Wiener, padre della cibernetica, con la  quale intendeva comprendere il dinamismo della vita, e, non ultimo il metodo  integrato da me proposto, che integra sia i sistemi generali che la  cibernetica, saremo certamente facilitati nella produzione di conoscenze utili  al genere umano.

 

 

 


             La positività  delle conoscenze scientifiche raggiunte sarà tale solo se integreremo le  conoscenze delle varie discipline per comprendere l'Uomo nella sua integrità  psicofisica e spirituale.

         Altrimenti, ci sentiamo legittimati ad affermare che  tali conoscenze con i loro prodotti chimici, fisici e tecnologici stanno  alterando il dinamismo di tutti gli equilibri ecologici dell'ecosistema.                                                                                                                                                                 

 

 

         La  manipolazione chimica della Natura, la sperimentazione genetica degli organismi viventi, fanno elevare fortemente l'entropia, minacciando gli equilibri  biofisici di tutti gli esseri viventi.

             Ecco perché nulla può essere ormai  compreso senza una forte finalizzazione e integrazione della scienza.

             Per  ridurre l'entropia occorre produrre neghentropia, ossia conoscenze integrate  per l'armonizzazione della biosfera.

 

 

 

 

VERSO LA DEFINIZIONE DI UN METODO SCIENTIFICO INTEGRATO  PER L'INTEGRAZIONE DELLE NEUROSCIENZE

           La  domanda prioritaria a cui è importante rispondere è quali siano le variabili  fondamentali a cui dobbiamo fare riferimento per operare la rimozione di quel  modello meccanicistico oggi insufficiente a descrivere il dinamismo del mondo  reale, nel quale noi stessi ci vediamo osservatori ed interpreti.   

 

 

                                                                                                                                                                       La prima  considerazione da fare è che il cervello contiene in potenza geneticamente  tutto lo spettro delle possibili combinazioni energetiche con le quali interpretiamo, misuriamo, verifichiamo e memorizziamo l'energia luminosa, acustica, chimica e meccanica che, attraverso gli organi di senso, si riversa nel sistema neurofisiologico  cerebrale.

                 Il paradigma fondamentale di tutto ciò va visto nella concezione  secondo cui tutta l'energia opera codificazioni e decodificazioni che possiamo  concettualizzare come un continuo scambio di informazioni tra sistemi fisici e  biologici. 

 

 

 

        

           Tutto ciò costituisce un decisivo cambiamento rispetto alle  precedenti variabili Energia/Materia, ora Energia/Materia/Informazione  (paradigma E/M/I).

 

 

 

 

            Procedendo nella costruzione di un tale sistema interpretativo,  vediamo che il flusso di energia che investe i nostri sensi deriva dalla  codificazione della "materia".                     Quest'ultima, nei termini in cui la  conosciamo scientificamente nel suo dinamismo fisico e biologico, viene rappresentata  mentalmente dalle informazioni ricevute sotto forma di onde vibrazionali, di  scambi chimici e di azioni meccaniche.

 

 


          Il sistema neurofisiologico integrativo-percettivo ricostruisce  quanto il sistema

 

informazionale “ambiente” invia come energia  codificata in ter­mini di unità di azione

 

(quanti di energia per tempo).

 

           In ciò  si configu­ra il concetto di "oggettività mentale".

 

 

 

 

           La memoria agisce  come "deposito dinamico" delle informazioni ricevute ed

 

integrate in  vari tempi e luoghi, che possono essere successivamente  rielaborate ed inte­

 

grate a nuove informazioni, dando vita alla visione che  abbiamo del mondo e che

 

trasferiamo poi nelle interazioni con la  comunicazione.

 

 

 

 

 

                      Il continuo scambio di energia legato al principio einsteiniano  da noi

 

concettualizzato come Energia-Materia-Informazione, produce continue  trasformazioni

 

in maniera direttamente proporzionale alle informazio­ni  interagenti, dove la velocità

 

delle trasformazioni dipende dalla forza e accelerazione  impresse alle informazioni e

 

dalla fisiologia del sistema fisico ricevente. 

     

                  Questa è una legge generale da noi prodotta con le Scienze Integrate che  può

 

essere applicata a tutti i sistemi fisici e biologici.

 

 

 

 

 

          Ad esempio, alcuni  enzimi nel metabolismo reagiscono velocemente e sono in grado, a volte, di  operare su 106 molecole/sec.

          Si consideri che un'informazione  verbale trasmessa dall'apparato di vocalizzazione viaggia nell'aria a circa 340  m/sec. e che, una volta raggiunto il timpano, l'informazione viene  decodificata dai recettori nervosi e trasmessa alle aree di percezione a  circa 70-80 m/sec.

          Tale processo attiva il meta­bolismo delle cellule nervose  producendo interazione tra molecole con scambi informazionali a velocità  diverse, coordinati da un sistema bio­fisico (genetico) che segue una sua  logica dinamicamente ordinata.

 

 

 

 

         Come si è visto il  processo è continuo e, indipendentemente dalle trasformazioni fisiche,  chimiche, elettromagnetiche che operano nel trasporto delle informazioni, la  sostanza iniziale del messaggio "non cambia".

           Ogni sistema  interagente fornisce l'energia necessaria per compiere un lavoro utile alla  presa di coscienza, favorendo contemporaneamente l'evoluzione di tutti i  sistemi fisici coinvolti nell'operazione.

 

 


           Pertanto non  possiamo non riflettere sul continuum di intense attività biofisiche e sulla  logica "intelligente" che regola la "vita" delle molecole, delle cellule e degli organismi in generale.   

 

 

 

         Quindi, si può affermare che tutto  è relativo a ciò che si vuole rilevare e al modello di riferimento utilizzato  nella interpretazione dei dati rilevati.

         Il nostro "modello" di interpretazione  è dinamico, integrato e soprattutto rimane "aperto", per cui ogni  dato rilevato nell'osservazione si colloca all'interno del sistema percettivo  arricchendo sempre più la visione dinamica che si ha del fenomeno. 

 

 

     

                                                                                                                                                                    Analizzando  ulteriormente il ruolo giocato dallo stato vibrazionale della  Materia/Energia decodificata e codificata in informazioni utili alla presa di  coscienza, vediamo come lo spettro "visibile" elettro­magnetico che  va da 3,8 x 1014 Hz. fino a 7,7 x 1014 Hz., nonché le  onde "sonore" che vanno da 20 a 20 x 103 Hz. e le sostanze  chimiche e chimiche sublimate ed altre forme ancora di energia meccanica, di  temperatura, di pressione, si integrano neurofisiologicamente creando quello  stato vibrazionale delle molecole all'interno delle cellule nervose e dando  vita a ciò che noi consideriamo intelligenza, creatività, altruismo ed egoismo,  gioia e sofferenza del mondo biologico e della società umana.

 

 

 

 

             Da ciò si evince  come qualsiasi specifica conoscenza richieda un approccio multidisciplinare e  i risultati vadano poi integrati per comprendere la fisiologia del fenomeno. 

 

 

 

           La coscienza nasce, dunque, dal moto dell'energia che è sempre legato alle  caratteristiche fisiche dell'informazione, al mezzo di comunicazione ed ai sistemi di codificazione e decodificazione dell'energia ricevuta e trasmessa. 

               Ciò che cambia di volta in volta sono la forma e la velocità dell'informazione  che producono fenomeni diversi in base al livello evolutivo del sistema  ricevente-trasmittente. 

 

 

                           

           Dal semplice elettrone alle galassie tutto è  informazione, si muove e si evolve  producendo continue trasformazioni di energia.   

 

 

 

               Come ve­dremo più avanti, lo  studio delle funzioni superiori del cervello umano con questo nuovo metodo  integrato consente una "libertà" della mente del ricercatore al punto  tale da permettergli di percepire ed integrare informazioni che normalmente  vengono discriminate da quei "filtri" mentali dati dall'attuale  sistema educativo.                              Questo metodo produrrà certamente più creatività e minori  conflitti individuali e sociali.

 

 

 

 

 

 

FONDAMENTI  DI FISIOLOGIA INTEGRATA PER LO STUDIO DELLE FUNZIONI SUPERIORI DEL CERVELLO  UMANO

       L'organizzazione  anatomo-funzionale dell'encefalo offre non pochi spunti di riflessione a coloro  che intendono legare insieme forma, dinamismo e sostanza.

       Sembra a prima vista impossibile pensare che le strutture neurofisiologiche dell'encefalo possano dar vita a quelle forme di grande genialità umana che nell'arco della Storia hanno  reso indelebili le loro opere.

              La non comprensione di tali processi ha  permesso e permette di  sviluppare tesi e teorie che ancora oggi influenzano negativamente l'evoluzione  del genere umano.

 

 

       

               Le strutture  anatomiche principali dell'encefalo constano di due grandi emisferi uniti dal  corpo calloso il quale, con circa 200 milioni di fibre nell'uomo e con un  minimo del 25% in più nella donna, consente una forma di comunicazione dinamica  tra tutte le aree principali della corteccia cerebrale dei due emisferi.

 

 

 

 

             Le  attuali conoscenze neurofisiologiche indicano la corteccia cerebrale come meta di "tutte" le informazioni sensoriali.

             Tale meta dà la possibilità  all'individuo di prendere coscienza.

 

 

 


           Ogni emisfero  cerebrale è stato suddiviso in lobi: frontale, temporale, parietale,  occipitale.

              Tale suddivisione ha portato gradualmente verso un'individuazione  di aree alle quali sono state attribuite funzioni specifiche.

 

 

 

             Arriviamo così  all'opera di Brodmann ed altri, i quali hanno dato la possibilità di individuare, sia a livello  anatomico che funzionale, la citoarchitettonica del cervello. 

 

 

         

        Proseguendo il cammino verso l'infinitamente piccolo, entriamo con la neurochimica all'interno delle cellule nervose, per scoprire la logica con cui il DNA risponde agli  stimoli sensoriali producendo messaggi chimici e bioelettrici, creando una  fitta rete di comunicazione tra il mondo fisico interno e il mondo fisico esterno.

               Due mondi in continua interazione e comunicazione, che permettono nel  tempo di formare all'interno dell'encefalo un Io con il quale è possibile  raggiungere livelli di conoscenza così elevati da rendere l'Uomo "signore"  del proprio habitat e dell'Universo.

 

 

 

         

         Siamo ormai in grado di comprendere la fisicità e il dinamismo  della comunicazione tra encefalo e ambiente.

            Possiamo identificare a livello  fisico e chimico l'informazione, sia in fase di trasmissione che in fase di  percezione.

      E' possibile, in sintesi, analizzare tutto il percorso e le caratteristiche  dell'informazione e del mezzo di trasporto nel "visibile" e  nell'invisibile".

          Ciò vale anche per tutti gli altri tipi di informazioni  (sono­re, chimiche e meccaniche) fino all'attimo in cui l'invisibile diventa  visibile, l'inudibile diventa udibile, etc., ossia l'attimo in cui la corteccia  cerebrale specificamente eccitata dall'informazione ci rende coscienti delle  caratteristiche trasportate dall'informazione stessa.

 

 

 

 

           Come si può  constatare, la "codificazione" di questa mia ipotesi o Teo­ria della  Percezione si limita a porre in evidenza la fisicità del continuum sostanziale  che regola la fisiologia della percezione, senza ripetere quello che tutti  coloro che operano nella ricerca delle scienze neuropsicologiche sanno.

         Ciò  per evitare spreco di energie che possono essere utilizzate certamente in  maniera più proficua.
       

 

 

          La fisiologia della percezione deve, dunque, tener conto del nuovo paradigma da noi introdotto (E/M/I), ossia che tutta la Materia è Energia codificata e, quindi,  Informazione.   

 

 

 

              L'Informazione è stata da me definita "la moneta di scambio  dell'energia".

              I nostri organi di senso sono infatti trasduttori di  energia: la loro differenza fisica è legata alle possibilità del cervello di percepire tutte le forme di energia del nostro ecosistema.

           

 

 

                  L'evoluzione della scienza ha arbitrariamente prodotto separazioni  tra un tipo di energia e un altro, creando tutta una serie di codici, di simboli  e di convenzioni che il cervello tenta di integrare nel sistema nervoso.

 

 

 

                 La Natura ha i suoi codici con i quali dà vita a  quella che noi chiamiamo fisica, chimica, biologia, etc.

                Vediamo  però che l'Intelligenza" della Natura con i suoi  codici "utilizza" molto bene tutte le energie in maniera dinamica e  integrata e, indipendentemente dalle nostre conoscenze, ci concretizza nel tempo e nello spazio e ci spinge, poi, verso la realizzazione di un Io in cui ognuno può arrivare a decidere, a volere, a "potere", a creare e a  conoscere, proprio perché l'Io sarà una identificazione atemporale che può  agire nel tempo e nello spazio.

 

 

 

 

                       La memoria, dunque, diventa l'Io purché esso sia in grado di identificare  lo

 

spazio con  tutti i suoi  messaggi e, allo stesso tempo, trascendere il tempo e lo spa­zio

 

progettando  nel presente le azioni future grazie alla memoria che fa vivere nel presente

 

il  passato.

 

 

 

           

             Che significato ha la memoria nella vita dell'Uomo?

 

           Rispondendo a  questa domanda non scopriamo solo il fine della percezione, ma anche e  soprattutto il fine della vita.

 

 

            Infatti siamo ormai certi che ogni essere umano  nasce e muore: a nulla servirebbe un tale ciclo biologico se non ci fosse il  dinamismo della memoria che attimo per attimo modifica e quindi trasforma la  qualità dell'energia. 

 

 

 

                                                                                                                                                                      Dalla radiazione alle molecole, dagli organismi  unicellulari e pluricellulari all'Uomo, la memoria è la vera ricchezza, è il  patrimonio del sistema fisico, il quale sviluppa la capacità di produrre informazione e di interagire con l'ambiente, identificandosi e  identificandolo.

                Tutto ciò si configura nel principio per cui nulla si crea,  nulla si distrugge, tutto si trasforma.

 

 

 

 

               Ecco, dunque, una ipotesi di  spiegazione per cui ogni elemento deve interagire, deve scambiare informazioni, poiché ciò fa evolvere il sistema.

              Infatti, una marea di  esperimenti e di studi condotti su bambini ci dimostra che fin dalla nascita l'essere ha tutta una serie di pulsioni che lo spingono a "volere"  l'autodeterminazione (giustizia, libertà, socializzazione, arricchimento  continuo di nuove informazioni, desiderio di conoscere, etc.).   

 

 

 

        Ecco perché la nascita e la morte sostanzialmente fanno parte della vita dell'organismo che,  con il suo ciclo vitale, viene integrato in un sistema dinamico in base al quale  tutto si trasforma, ma non muore. 

 

 

                                                                                                                                           

 

             Quel che è certo è che l'evoluzione avviene  grazie alla capacità fisica di memorizzare l'informazione e di trasformare continuamente l'energia arricchendo il sistema di nuove informazioni.

                   In fisica,  infatti, non esiste il concetto di morte, e noi siamo entità fisiche regolate  da leggi fisiche.

 

 

 

       

              Possiamo a questo punto ridefinire il concetto di percezione: "La  percezione è l'atto con cui l'essere identifica le caratteristiche fisiche  dell'ambiente".

 

 

 

          La coscienza è il prodotto della memoria, del  percepito, che si arricchisce dinamicamente nel tempo e nello spazio.

           La  qualità dell'in­formazione nella percezione determina la "qualità"  della coscienza.                                                                                         

 

 

 

 

           La percezione avviene tramite le informazioni visive, uditive, chimiche, meccaniche e può essere determinata da informazioni naturali o artificiali. 

                   Sono qualitativamente valide quelle naturali, ossia le informazio­ni inviate al  cervello da tutto ciò che è prodotto dalla Natura; sono invece, artificiali  tutte le informazioni prodotte dall'Uomo (codici, simboli e convenzioni).                           

 

 

 

 

                  Qualora le informazioni prodotte dall'Uomo non si integrino a quelle  naturali, producono conflitti, squilibri e lateralizzazione all'interno del  cervello.

 

 

 

               

              La citoarchitettonica dei due emisferi cerebrali viene attivata  dalle caratteristiche fisiche delle informazioni naturali, le quali consentono  sempre un'attività sinergica e integrata qualora non si siano instaurate  memorizzazioni lateralizzanti.

          In tal caso, l'emisfero destro percepisce  l'informazione e l'emisfero sinistro l'associa, invece, ad una informazione  prememorizzata.

 

 

 

         

                 Ecco emergere eclatantemente  l'estrema importanza delle informazioni.

               Da esse dipende la qualità della vita dell'Uomo e dell'ambiente.

 

 

 

 

          L'attuale stato di grave entropia del Pianeta, della società, viene prodotto dall'ignoranza che abbiamo di questo processo che ci spinge a prediligere la quantità delle informazioni e non la qualità. 

            Infatti, l'attuale metodo scientifico utilizzato da tutte le discipline ignora  il "concetto di qualità".

 

 

 

 

            I concetti di qualità e di quantità sono stati fino ad oggi argomento di disquisizioni filosofiche, ma grazie alle nuove acquisizioni scientifiche e alle Scienze Integrate possono e devono essere oggi argomento della fisiologia.

                 Nessun fisiologo, infatti, può analizzare e descrivere un processo senza conoscere profondamente le leggi fisiche che lo determinano.

 

 

 

 

                   Le leggi fino ad oggi codificate sono  approssimative e troppo spesso riducono il sistema - per sua natura dinamico e  integrato - ad un cumulo di ipotesi non sempre confermate, riducendo il tutto  ad una frammen­taria spiegazione non certo fisiologica, ossia naturale.

 

 

 

                Sembra  quasi che le conoscenze acquisite dalla scienza siano prive di quelle  vibrazioni armoniche che animano invece i processi naturali.                               

                 Ciò significa che  il rapporto tra il prodotto conoscitivo e la realtà concreta è tale da impedire la possibilità di acquisire con la scienza ”l’anima" di ciò che  mentalmente vogliamo rappresentare.

 

 

 

 

                L'ipotesi ormai  non deve essere confermata dall'esperimento, ma dal­la realtà concreta, cioè  dal processo naturale.

 

 

 

 

               La   Natura deve conferma­re la nostra scienza e ciò favorirà  certamente un riequilibrio della biosfera e, soprattutto, dei cervelli, che non  saranno più antagonisti del­la nostra biologia, prodotta dalle leggi di Natura,  ossia da scambi di informazioni naturali.

 

 

 

 

 

                 Emergono, quindi,  nuovi parametri per la ricerca fisiologica che pos­sono essere riassunti come  segue:

 

 

1. La concezione einsteiniana di Energia – Materia diventa Energia – Materia - Informazione     

   (E/M/I):

 

      a - ogni sistema  fisico e biologico viene prodotto dall'informazione e produce        

           e scambia  informazioni;

 

      b - tutte le  trasformazioni di energia avvengono attraverso scambi di    

            informazioni in base a  quanto espresso al punto a;


      c - le varie forme  di energia sono sempre e comunque informazioni che

           reagiscono costantemente in  un continuum che, indipendentemente dalla

           forma, produce sempre e comunque  evoluzione;


     d - tutte le  conoscenze acquisite sulle varie forme di energia vanno integrate

           affinché gli  strumenti conoscitivi confermino il dinamismo e

           l'interdipendenza dinamica  delle varie forme di energia.

 

 

 

2. La memoria e la  presa di coscienza giustificano la forma nel tempo e nello    

   spazio:


     a - ogni organismo  fisico e biologico prodotto dalle informazioni vive nel

          tempo e nello spazio  per prendere coscienza delle informazioni che lo hanno

         determinato;

 

     b - l'evoluzione  della specie o del sistema fisico esiste per il tempo ne­cessario  

          a completare  tale presa di coscienza;


     c - l'evoluzione è  un continuo arricchimento della coscienza del pro­cesso che

          l'ha determinata.  Il "completamento" di tale coscienza trasfor­ma formalmente

          il  sistema in nuove dimensioni energetiche.

 


 

3. Il  cervello dell'Uomo (donna-uomo) contiene in potenza l'evoluzione di

    tutti gli  elementi fisici e biologici esistenti sul nostro pianeta:


      a - l'evoluzione  della specie umana porta gradualmente l'Uomo ver­so una

           presa di coscienza di  tutti i processi che lo hanno determinato;


      b - l'evoluzione  della conoscenza porta l'Uomo a realizzare fuori di sé

           quanto in coscienza ha  già realizzato in base alle leggi fisiche, chimi­che,

           biologiche che lo hanno  determinato.

           Per cui egli si appropria gra­dualmente della conoscenza di sé stesso.

 

      

 4. Il  massimo livello di conoscenza raggiunto dall'evoluzione umana sulle

       funzioni  "fisiologiche" del cervello, è riassunto nella realizzazione del 

       computer e dei mezzi di comunicazione come la televisione, la ra­dio, etc. 

       Infatti l'organizzazione sociale viene quasi totalmente affidata alla logica 

       con cui i computer elaborano le informazioni: è per questo che la maggior

       parte degli uomini attua sistemi logici perfettamente riproducibili dal

       computer.


       a - L'amore, la  gioia, la giustizia, la libertà, il dolore, l'odio, l'aggres­sività, la 

            competizione sono concetti scientificamente non chiariti e ciò consente al 

            genere umano di brancolare nel buio producendo drammi e danni non      

            indifferenti.

 

 

 


 

          Quanto sopra non  lascia dubbi sul fatto che per risolvere i problemi del mondo è necessario chiarire scientificamente come nascono all'in­terno del cervello umano la gioia,  l'amore, la giustizia, la libertà, etc, per poterli poi realizzare a livello  sociale e umano, onde accelerare il proces­so evolutivo.

 

 

 

 

 

IL  RUOLO DELLE INFORMAZIONI  NEI PROCESSI DI LATERALIZZAZIONE

                  Sulla base dei fondamenti  di fisiologia integrata sopra espressi pas­siamo ad analizzare i meccanismi  neuropsicofisiologici che regolano la percezione all'interno dei processi di  lateralizzazione dei due emisferi cerebrali.

 

 

 


                 Per molto tempo le  scienze neurofisiologiche hanno attribuito poca im­portanza alla dualità del  sistema nervoso sia centrale che periferico.

 

 

 

                Gli studi di Sperry e di altri e i  miei lavori dimostrano, invece, le ragioni per cui convivono in noi due sistemi  cerebrali che sviluppano due tipi di coscienza che "possono"  ignorarsi o cooperare, ma mai imitarsi.

                Il che significa che nella maggior  parte dei casi convivono in noi "due persone": una priva di  aggressività, di antagonismi, contraria ad ogni forma di discriminazione, con  la possibilità di integrare le nuove informazioni (emisfero destro); l'altra  vuole sempre avere l'ultima parola, discrimina, combatte per imporre la  propria personalità nell'ambiente, ha grosse difficoltà di adattamento a tutto  ciò che è nuovo per il suo realizzato mnemonico, apprende nuove informazioni se  sono utili ad evitare coercizioni o ad ottenere premi (emisfero sinistro).

 

 

 

              Non è difficile  capire, a questo punto, quale tipo di emisfero o di per­sonalità è stato  favorito nella civiltà dell'Homo Sapiens, ossia qual è l'emisfero dominante.

 

 

 


              Questa breve  premessa serve ad inquadrare la situazione neuropsico­fisiologica emersa da una  serie di esperimenti condotti su pazienti ai quali era stata praticata la  resezione del corpo calloso per gravi affezioni epilettiche, altri con lesioni  a varie aree corticali ed altri ancora con psicopatologie di vario genere.

              L'ampia  letteratura scientifica esistente sull'argomento conferma quanto sopra  specificato.

 

 

 


              Una delle prime  domande che mi sono posto è stata perché convivo­no due emisferi cerebrali  anatomicamente uguali, quando poi, di fatto, per la vita di relazione sociale  educhiamo e sviluppiamo una persona­lità da emisfero sinistro.

               Infatti il  linguaggio, la matematica e il ragiona­mento logico sono riferiti  fisiologicamente a tale emisfero ed essendo questo dominante ha creato un tipo  di società "a sua immagine e somiglianza", ossia una società  competitiva, in cui ognuno vuole imporre i propri modelli mentali, in cui vige  la regola del premio e della punizione e dove si discrimina e si combatte  tutto ciò che è diverso da sé stesso.                                In sintesi, si ricerca il potere come  strumento di dominio sugli altri.

 

 

 

 


                 Gli aspetti  "positivi" dell'emisfero sinistro sono quelli di aver pianifi­cato la  società umana con modelli collettivi, ripetitivi in tutti gli ambiti della vita  sociale.                               Ciò ha favorito la distribuzione planetaria delle conoscenze  raggiunte dall'evoluzione umana, dando vita, inoltre, alla tecnologia che  produce strumenti in grado di potenziare le possibilità operative e percettive  dell'emisfero sinistro.

                 La scienza,  infatti, spiega e dimostra sé stessa, ma non il dinamismo della vita.                   La  "fisiologia", quindi, viene quasi esclusa dalle possibilità di  acquisizione dell'emisfero sinistro.

 

 

 

 

              L'ipotesi di base  da me presentata a vari congressi sulle motivazioni che differenziano  fisiologicamente le funzioni dei due emisferi, pone in evidenza un processo  evolutivo regolato più che dalla natura genetica dei due emisferi, dalla  neuropsicofisiologia della percezione.

               Infatti, alla  nascita i due emisferi non presentano grosse differenze anatomiche e  funzionali.

 

 

 

 

                 I processi di lateralizzazione vengono attivati dalle informazioni  che raggiungono gli organi di senso.

                 Infatti i bambini sono poco lateralizzati e, in casi di emisferectomia sinistra, l'emisfero destro può farsi carico di  sviluppare quasi tutte le funzioni che venivano attribuite all'emisfero sinistro,  con alcune modificazioni comportamentali che sono molto interessanti da un punto di vista neuropsicofisiologico poiché sono tipiche della logica con cui  l'emisfero destro elabora le informazioni.

 

 

 

 

                    Infatti l'emisfero  destro non impara a ripetere, ma è sempre originale nella risposta, almeno  quando l'emisfero sinistro lo consente, poiché la sua percezione è  "fisiologica" all'informazione.

                    Il sinistro, invece, non sempre  percepisce fisiologicamente l'informazione in quanto l'input in arrivo evoca  per associazione quasi sempre una informazione simile prememorizzata, che con  il suo contenuto formale risponde all'ambiente.

                    Da ciò si evince che  l'emisfero sinistro non è oggettivo alla realtà, ma risponde e difende il  contenuto mnemonico accumulato e rinforzato negli anni.

 

 

 

 

                     Analizzando meglio  le fasi percettive dei due emisferi, vediamo ad esempio che ogni input  raggiunge separatamente i due emisferi, per es­sere elaborato ai vari livelli  di gerarchia funzionale.               

 

 

 

 

                     Ci limitiamo in que­sta fase a trattare le funzioni  superiori del cervello riguardanti in particolare le vie acustiche e visive,  perché principalmente con esse si verificano i maggiori processi di  lateralizzazione, anche se tutti gli altri organi sensoriali, come il gusto, l'olfatto, il tatto, nonché quelli interni all'organismo deputati al controllo  delle funzioni sensori-motorie, non possono essere separati dal processo  globale inerente allo sviluppo del­la coscienza.

 

 

 

 


                       Infatti, ho  spiegato in precedenza che ogni input sensoriale di qualsiasi natura fisica, se è fisiologico, ossia naturale, non codificato dall'Uomo, può essere  decodificato all'interno delle varie strutture neurofisiologiche  in altre forme di energia.

 

 

 

                      Ad esempio con il tatto, che utilizza trasduttori  meccanici, si può ricostruire per associazione una immagine, un suono, un  odore, un sapore, ecc.

                      Il che significa che le informazioni possono dar vita  ad una forma di "riverberazione" corticale sinergica che può  "trascendere" le caratteristiche fisiche stesse dell'input attivante  e portare il cervello a livelli di rielaborazione dell'informazione iniziale  verso le grandi intuizioni e la "trascendenza".

 

 

 


                        Lateralizzano,  invece, le funzioni corticali quelle informazioni da noi codificate sotto forma di codici, simboli, convenzioni, modelli, nozioni, che conservano la  caratteristica della ripetitività.

 

 

 

 

                          Per  maggiore esplicitazione diciamo che un'informazione che non deve essere  rielaborata creativamente, che non mantiene un legame covalente con la  "realtà oggettiva", contiene in sé l'automatismo della ripetitività,  "creando" un sistema informazionale "chiuso" che costringe  il cervello a memorizzare l'informazione in base al principio del premio, della punizione, della gratificazione e della penalizzazione.

 

 

 


                          Abbiamo in  precedenza spiegato che l'energia nei sistemi biologici e nell'ambiente fisico  è dinamica ed integrata.

                          Tutto è informazione e tutto si trasforma e si evolve  attraverso l'azione dell'informazione stessa.

                         Esiste, quindi, l'interdipendenza  dinamica delle varie forme di energia.                               Per converso, le informazioni che  lateralizzano le funzioni superiori del cervello umano sono antagoniste al  principio di interdipendenza dinamica e ciò crea limitazioni all'evoluzione  della coscienza.

                        Per cui la ripetitività è antagonista alla creatività, alla  crescita conoscitiva.

 

 

 

 

                        La didattica  scolare e universitaria, infatti, soprattutto nella scienza, applica il metodo della ripetitività, che da una parte favorisce la distribuzione delle  conoscenze acquisite e dall'altra lateralizza le funzioni dei due emisferi  cerebrali, rallentando fortemente il sinergismo interemisferico, la  riverberazione corticale, le intuizioni, la creatività.

                        Inoltre tale processo,  portato al paradosso, produce effetti negativi che vanno dai disturbi della  personalità alla schizofrenia.

 

 

 


                        Il benessere  psico-fisico deriva dal sinergismo interemisferico poiché, come tutti ormai  sanno, ogni stato conflittuale psicologico viene somatizzato attraverso l'asse  psiconeuroendocrino.

 

 

 

                          Una sindrome da me definita "sindrome di  disconnessione funzionale interemisferica" affligge oggi soprattutto i  Paesi a forte sviluppo tecnologico.

                          La sintomatologia è rilevabile dalla  mancata capacità dell'individuo di associare gli aspetti "umani"  alla cultura e alla scienza.

                          Infatti l'umanizzazione della cul­tura e della scienza consiste nell'integrare le conoscenze acquisite per la comprensione  dei processi naturali che avvengono all'interno e all'esterno di noi stessi.

 

 

 

 

                          La nostra umanità  è legata alla fisiologia delle funzioni dell'emisfero destro, che conserva una  interazione fisiologica con l'ambiente.

                         Chiunque può verificare sulla  popolazione tale processo.

 

 

 

 

                         In altri lavori  tratteremo più approfonditamente tale argomento, poiché ogni affermazione di  questa relazione è il "frutto" di anni di studio finalizzati alla  comprensione della fisiologia delle funzioni superiori del cervello con un  metodo che posso definire "spontaneo", codificato successivamente in  Scienze Integrate.

 

 

 


                          La fisica è il  punto di partenza per la comprensione dell'ambiente, dell'ecosistema e di noi  stessi che in esso siamo contenuti.

                         Nel nostro caso l'Uomo è una manifestazione  di infiniti processi fisici e rimane, con la sua biologia, integrato  all'ecosistema, e con le sue funzioni neuropsico­fisiologiche superiori può  trascendere la sua dimensione fisica e "spaziare" all'interno  dell'Universo.

 

 

 


                          Il cervello, dunque, con i suoi meravigliosi lobi frontali, con le aree as­sociative  temporo-parieto-occipitali "attende" di essere utilizzato.

 

 

 

 

                       Adoperiamo,  infatti, pochissimo i nostri lobi frontali e soprattutto con la cultura e con  la scienza attuali li teniamo in parte separati.

                       La soluzione dei problemi del  mondo è riposta all'interno di essi.

 

 

 

 

                        E' puerile pensare e scrivere, come mi è  capitato di leggere in alcuni trattati di neurofisiologia, che le loro  funzioni non sono poi così importanti per la vita di relazione.

                     Ciò può essere  vero per chi vive la sua vita quasi a livelli vegetativo, ma non per chi ha  dato e dà lumi all'evoluzione umana sia nella scienza che in tutti gli ambiti  dello scibile umano.

 

 

 

 

                        Noi che dedichiamo  la nostra vita all'avanzamento delle conoscenze neuropsicofisiologiche abbiamo  la responsabilità di quanto accade nel mondo per la mancanza di conoscenze  univoche sulle funzioni superiori del cervello umano, che risiedono in  particolare proprio nei lobi frontali e nelle caratteristiche delle informazioni  che dalla nascita in poi penetrano e sviluppano tutte le funzioni del sistema  nervoso centrale periferico.

 

 

 

 

              Rimando ad altri  lavori maggiori spiegazioni su quanto sopra espresso e soprattutto alla  bibliografia.

 

 

 

 

              Quel che è certo è  che bisogna avere il coraggio di esprimere idee, studi e ricerche che possono  far uscire il genere umano dall'empasse scientifica e culturale in cui si  trova.

 

 

 

 

 

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