TEORIA NEUROPSICOFISIOLOGICA INTEGRATA SULLA PERCEZIONE
NEI PROCESSI DI LATERALIZZAZIONE
L'integrazione delle neuroscienze per lo studio delle funzioni superiori del cervello umano
di
Michele Trimarchi
pubblicata su Il Cervello e l'Integrazione delle Scienze - n. 16, 1-32, 1990 A.D.E. C.E.U.
presentata alla V Conferenza Internazionale della International Organization of Psychophysiology Budapest, 9 -14 luglio 1990
ABSTRACT
I processi di lateralizzazione rappresentano ormai, per la Psicologia, la base delle ricerche sulle funzioni superiori del cervello umano.
L'intelligenza, la logica, la creatività iniziano a trovare spiegazione proprio nei processi integrativi ed associativi che avvengono negli emisferi cerebrali.
Con la Neuropsicologia si può seguire l'input all'interno delle funzioni fisiologiche
del cervello e verificare i processi di attivazione-inibizione che dominano la percezione
in toto.
Infatti la percezione oggettiva richiede un sinergismo interemisferico con
dominanza dell'emisfero destro; la dominanza dell'emisfero sinistro invece produce
risposte ripetitive, automatiche, "obsolete", limitando le capacità creative del cervello.
Integrando i risultati delle ricerche condotte in tutto il mondo su tali processi, siamo oggi in grado di ipotizzare una linea logica delle varie fasi percettive per fornire nuovi "contributi" all'antica diatriba mente-cervello.
PREMESSA
L'evoluzione umana spinge l'uomo verso una graduale presa di coscienza della vita.
La filogenesi, processo di infinite trasformazioni di energia, "materializza" con l'ontogenesi nel tempo e nello spazio una molteplicità di sistemi fisici e biologici che, indipendentemente dalla loro durata, producono sempre e comunque effetti positivi per l'evoluzione dell'energia.
Queste affermazioni di altissimo valore scientifico sono legittimate da una percezione integrata del dinamismo fisico dei costituenti cerebrali che danno vita ai più alti valori del pensiero umano.
E' impossibile, infatti, accedere alla comprensione della percezione senza una profonda conoscenza dell’energia codificata sotto forma di veri e propri "messaggi" che raggiunge gli organi di senso ed è da essi tradotta ulteriormente in altre forme di energia che vanno ad eccitare i complessi sistemi neuronici i quali, attraverso le sensazioni, le emozioni e la razionalità danno coscienza all'individuo del proprio esistere e del proprio divenire.
INTRODUZIONE
Il lento e difficile cammino delle neuroscienze verso la comprensione dei fenomeni cerebrali rende impossibile lo sviluppo armonico dell'intera società umana.
Per converso, i ricercatori di tutto il mondo all'interno delle proprie discipline scientifiche rilevano sperimentalmente un'enorme quantità di dati che, se integrati, accelerano la comprensione delle funzioni superiori del cervello umano.
Purtroppo, proprio a causa di alcuni meccanismi cerebrali, anche all'interno della ricerca scientifica esiste una forma di competizione negativa che si oppone fortemente alla cooperazione scientifica per la ricerca della verità.
Nella maggior parte dei casi, infatti, i ricercatori sviluppano individualismi che spingono all'esaltazione personale e a forme di potere che soffocano l'avanzamento delle conoscenze.
Ho più volte affermato che tutti i misteri della vita sono racchiusi nell’encefalo ed è in esso che dobbiamo ricercare la spiegazione della nascita e della morte di un organismo, per cui occorrono scelte coraggiose che ci consentano di svelare tali misteri e impedire elucubrazioni mentali che spingono i popoli verso l'autodistruzione.
La nascita
e la morte di un individuo sono racchiuse nei cromosomi che danno vita all'individuo stesso.
E' stato provato sperimentalmente come le cellule dell'organismo non possano duplicarsi oltre un certo numero di volte, così come le cellule nervose non si duplicano poiché nei loro cromosomi sono contenute, a livello genetico, tutte le possibili combinazioni energetiche per oltre cento anni di vita.
La nascita e la morte sono integrate all'interno della vita che fisiologicamente preesiste all'Uomo stesso.
La spiegazione di tali fenomeni risiede in una nuova concezione di un metodo di approccio pluridisciplinare e integrato da me proposto da molti anni alla comunità scientifica internazionale.
Infatti, tale metodo è fondamentale per lo studio dei processi fisiologici, poiché non possiamo prescindere dal fatto che ogni sistema è fisico, dinamico e "lavora" in base ai principi fondamentali della fisica.
Tutte le forze, - quindi gravitazionali, elettromagnetiche, chimiche, meccaniche, deboli, forti etc. - regolano dinamicamente ogni fenomeno.
Se impariamo ad utilizzare gli enormi sforzi compiuti da uomini geniali che in passato hanno tentato di dare strumenti importantissimi alla ricerca scientifica per una migliore comprensione dei fenomeni stessi, come ad esempio Von Bertalanffy che ha proposto l'approccio sistemico, Wiener, padre della cibernetica, con la quale intendeva comprendere il dinamismo della vita, e, non ultimo il metodo integrato da me proposto, che integra sia i sistemi generali che la cibernetica, saremo certamente facilitati nella produzione di conoscenze utili al genere umano.
La
positività delle conoscenze scientifiche raggiunte sarà tale solo se integreremo le conoscenze delle varie discipline per comprendere l'Uomo nella sua integrità psicofisica e
spirituale.
Altrimenti, ci sentiamo legittimati ad affermare che tali conoscenze con i loro prodotti chimici, fisici e tecnologici stanno alterando il dinamismo di tutti gli equilibri ecologici dell'ecosistema.
La manipolazione chimica della Natura, la sperimentazione genetica degli organismi viventi, fanno elevare fortemente l'entropia, minacciando gli equilibri biofisici di tutti gli esseri viventi.
Ecco perché nulla può essere ormai compreso senza una forte finalizzazione e integrazione della scienza.
Per ridurre l'entropia occorre produrre neghentropia, ossia conoscenze integrate per l'armonizzazione della biosfera.
VERSO LA DEFINIZIONE DI UN METODO SCIENTIFICO INTEGRATO PER L'INTEGRAZIONE DELLE NEUROSCIENZE
La domanda prioritaria a cui è importante rispondere è quali siano le variabili fondamentali a cui dobbiamo fare riferimento per operare la rimozione di quel modello meccanicistico oggi insufficiente a descrivere il dinamismo del mondo reale, nel quale noi stessi ci vediamo osservatori ed interpreti.
La prima considerazione da fare è che il cervello contiene in potenza geneticamente tutto lo spettro delle possibili combinazioni energetiche con le quali interpretiamo, misuriamo, verifichiamo e memorizziamo l'energia luminosa, acustica, chimica e meccanica che, attraverso gli organi di senso, si riversa nel sistema neurofisiologico cerebrale.
Il paradigma fondamentale di tutto ciò va visto nella concezione secondo cui tutta l'energia opera codificazioni e decodificazioni che possiamo concettualizzare come un continuo scambio di informazioni tra sistemi fisici e biologici.
Tutto ciò costituisce un decisivo cambiamento rispetto alle precedenti variabili Energia/Materia, ora Energia/Materia/Informazione (paradigma E/M/I).
Procedendo nella costruzione di un tale sistema interpretativo, vediamo che il flusso di energia che investe i nostri sensi deriva dalla codificazione della "materia". Quest'ultima, nei termini in cui la conosciamo scientificamente nel suo dinamismo fisico e biologico, viene rappresentata mentalmente dalle informazioni ricevute sotto forma di onde vibrazionali, di scambi chimici e di azioni meccaniche.
Il sistema neurofisiologico integrativo-percettivo ricostruisce quanto il sistema
informazionale “ambiente” invia come energia codificata in termini di unità di azione
(quanti di energia per tempo).
In ciò si configura il concetto di "oggettività mentale".
La memoria agisce come "deposito dinamico" delle informazioni ricevute ed
integrate in vari tempi e luoghi, che possono essere successivamente rielaborate ed inte
grate a nuove informazioni, dando vita alla visione che abbiamo del mondo e che
trasferiamo poi nelle interazioni con la comunicazione.
Il continuo scambio di energia legato al principio einsteiniano da noi
concettualizzato come Energia-Materia-Informazione, produce continue trasformazioni
in maniera direttamente proporzionale alle informazioni interagenti, dove la velocità
delle trasformazioni dipende dalla forza e accelerazione impresse alle informazioni e
dalla fisiologia del sistema fisico ricevente.
Questa è una legge generale da noi prodotta con le Scienze Integrate che può
essere applicata a tutti i sistemi fisici e biologici.
Ad esempio, alcuni enzimi nel metabolismo reagiscono velocemente e sono in grado, a volte, di operare su 106 molecole/sec.
Si consideri che un'informazione verbale trasmessa dall'apparato di vocalizzazione viaggia nell'aria a circa 340 m/sec. e che, una volta raggiunto il timpano, l'informazione viene decodificata dai recettori nervosi e trasmessa alle aree di percezione a circa 70-80 m/sec.
Tale processo attiva il metabolismo delle cellule nervose producendo interazione tra molecole con scambi informazionali a velocità diverse, coordinati da un sistema biofisico (genetico) che segue una sua logica dinamicamente ordinata.
Come si è visto il processo è continuo e, indipendentemente dalle trasformazioni fisiche, chimiche, elettromagnetiche che operano nel trasporto delle informazioni, la sostanza iniziale del messaggio "non cambia".
Ogni sistema interagente fornisce l'energia necessaria per compiere un lavoro utile alla presa di coscienza, favorendo contemporaneamente l'evoluzione di tutti i sistemi fisici coinvolti nell'operazione.
Pertanto non
possiamo non riflettere sul continuum di intense attività biofisiche e sulla logica "intelligente" che regola la "vita" delle molecole, delle cellule e degli organismi in generale.
Quindi, si può affermare che tutto è relativo a ciò che si vuole rilevare e al modello di riferimento utilizzato nella interpretazione dei dati rilevati.
Il nostro "modello" di interpretazione è dinamico, integrato e soprattutto rimane "aperto", per cui ogni dato rilevato nell'osservazione si colloca all'interno del sistema percettivo arricchendo sempre più la visione dinamica che si ha del fenomeno.
Analizzando ulteriormente il ruolo giocato dallo stato vibrazionale della Materia/Energia decodificata e codificata in informazioni utili alla presa di coscienza, vediamo come lo spettro "visibile" elettromagnetico che va da 3,8 x 1014 Hz. fino a 7,7 x 1014 Hz., nonché le onde "sonore" che vanno da 20 a 20 x 103 Hz. e le sostanze chimiche e chimiche sublimate ed altre forme ancora di energia meccanica, di temperatura, di pressione, si integrano neurofisiologicamente creando quello stato vibrazionale delle molecole all'interno delle cellule nervose e dando vita a ciò che noi consideriamo intelligenza, creatività, altruismo ed egoismo, gioia e sofferenza del mondo biologico e della società umana.
Da ciò si evince come qualsiasi specifica conoscenza richieda un approccio multidisciplinare e i risultati vadano poi integrati per comprendere la fisiologia del fenomeno.
La coscienza nasce, dunque, dal moto dell'energia che è sempre legato alle caratteristiche fisiche dell'informazione, al mezzo di comunicazione ed ai sistemi di codificazione e decodificazione dell'energia ricevuta e trasmessa.
Ciò che cambia di volta in volta sono la forma e la velocità dell'informazione che producono fenomeni diversi in base al livello evolutivo del sistema ricevente-trasmittente.
Dal semplice elettrone alle galassie tutto è informazione, si muove e si evolve producendo continue trasformazioni di energia.
Come vedremo più avanti, lo studio delle funzioni superiori del cervello umano con questo nuovo metodo integrato consente una "libertà" della mente del ricercatore al punto tale da permettergli di percepire ed integrare informazioni che normalmente vengono discriminate da quei "filtri" mentali dati dall'attuale sistema educativo. Questo metodo produrrà certamente più creatività e minori conflitti individuali e sociali.
FONDAMENTI DI FISIOLOGIA INTEGRATA PER LO STUDIO DELLE FUNZIONI SUPERIORI DEL CERVELLO UMANO
L'organizzazione anatomo-funzionale dell'encefalo offre non pochi spunti di riflessione a coloro che intendono legare insieme forma, dinamismo e sostanza.
Sembra a prima vista impossibile pensare che le strutture neurofisiologiche dell'encefalo possano dar vita a quelle forme di grande genialità umana che nell'arco della Storia hanno reso indelebili le loro opere.
La non comprensione di tali processi ha permesso e permette di sviluppare tesi e teorie che ancora oggi influenzano negativamente l'evoluzione del genere umano.
Le strutture anatomiche principali dell'encefalo constano di due grandi emisferi uniti dal corpo calloso il quale, con circa 200 milioni di fibre nell'uomo e con un minimo del 25% in più nella donna, consente una forma di comunicazione dinamica tra tutte le aree principali della corteccia cerebrale dei due emisferi.
Le attuali conoscenze neurofisiologiche indicano la corteccia cerebrale come meta di "tutte" le informazioni sensoriali.
Tale meta dà la possibilità all'individuo di prendere coscienza.
Ogni emisfero
cerebrale è stato suddiviso in lobi: frontale, temporale, parietale, occipitale.
Tale suddivisione ha portato gradualmente verso un'individuazione di aree alle quali sono state attribuite funzioni specifiche.
Arriviamo così all'opera di Brodmann ed altri, i quali hanno dato la possibilità di individuare, sia a livello anatomico che funzionale, la citoarchitettonica del cervello.
Proseguendo il cammino verso l'infinitamente piccolo, entriamo con la neurochimica all'interno delle cellule nervose, per scoprire la logica con cui il DNA risponde agli stimoli sensoriali producendo messaggi chimici e bioelettrici, creando una fitta rete di comunicazione tra il mondo fisico interno e il mondo fisico esterno.
Due mondi in continua interazione e comunicazione, che permettono nel tempo di formare all'interno dell'encefalo un Io con il quale è possibile raggiungere livelli di conoscenza così elevati da rendere l'Uomo "signore" del proprio habitat e dell'Universo.
Siamo ormai in grado di comprendere la fisicità e il dinamismo della comunicazione tra encefalo e ambiente.
Possiamo identificare a livello fisico e chimico l'informazione, sia in fase di trasmissione che in fase di percezione.
E' possibile, in sintesi, analizzare tutto il percorso e le caratteristiche dell'informazione e del mezzo di trasporto nel "visibile" e nell'invisibile".
Ciò vale anche per tutti gli altri tipi di informazioni (sonore, chimiche e meccaniche) fino all'attimo in cui l'invisibile diventa visibile, l'inudibile diventa udibile, etc., ossia l'attimo in cui la corteccia cerebrale specificamente eccitata dall'informazione ci rende coscienti delle caratteristiche trasportate dall'informazione stessa.
Come si può constatare, la "codificazione" di questa mia ipotesi o Teoria della Percezione si limita a porre in evidenza la fisicità del continuum sostanziale che regola la fisiologia della percezione, senza ripetere quello che tutti coloro che operano nella ricerca delle scienze neuropsicologiche sanno.
Ciò per evitare spreco di energie che possono essere utilizzate
certamente in maniera più proficua.
La fisiologia della percezione deve, dunque, tener conto del nuovo paradigma da noi introdotto (E/M/I), ossia che tutta la Materia è Energia codificata e, quindi, Informazione.
L'Informazione è stata da me definita "la moneta di scambio dell'energia".
I nostri organi di senso sono infatti trasduttori di energia: la loro differenza fisica è legata alle possibilità del cervello di percepire tutte le forme di energia del nostro ecosistema.
L'evoluzione della scienza ha arbitrariamente prodotto separazioni tra un tipo di energia e un altro, creando tutta una serie di codici, di simboli e di convenzioni che il cervello tenta di integrare nel sistema nervoso.
La Natura ha i suoi codici con i quali dà vita a quella che noi chiamiamo fisica, chimica, biologia, etc.
Vediamo però che l'Intelligenza" della Natura con i suoi codici "utilizza" molto bene tutte le energie in maniera dinamica e integrata e, indipendentemente dalle nostre conoscenze, ci concretizza nel tempo e nello spazio e ci spinge, poi, verso la realizzazione di un Io in cui ognuno può arrivare a decidere, a volere, a "potere", a creare e a conoscere, proprio perché l'Io sarà una identificazione atemporale che può agire nel tempo e nello spazio.
La memoria, dunque, diventa l'Io purché esso sia in grado di identificare lo
spazio con tutti i suoi messaggi e, allo stesso tempo, trascendere il tempo e lo spazio
progettando nel presente le azioni future grazie alla memoria che fa vivere nel presente
il passato.
Che significato ha la memoria nella vita dell'Uomo?
Rispondendo a questa domanda non scopriamo solo il fine della percezione, ma anche e soprattutto il fine della vita.
Infatti siamo ormai certi che ogni essere umano nasce e muore: a nulla servirebbe un tale ciclo biologico se non ci fosse il dinamismo della memoria che attimo per attimo modifica e quindi trasforma la qualità dell'energia.
Dalla radiazione alle molecole, dagli organismi unicellulari e pluricellulari all'Uomo, la memoria è la vera ricchezza, è il patrimonio del sistema fisico, il quale sviluppa la capacità di produrre informazione e di interagire con l'ambiente, identificandosi e identificandolo.
Tutto ciò si configura nel principio per cui nulla si crea, nulla si distrugge, tutto si trasforma.
Ecco, dunque, una ipotesi di spiegazione per cui ogni elemento deve interagire, deve scambiare informazioni, poiché ciò fa evolvere il sistema.
Infatti, una marea di esperimenti e di studi condotti su bambini ci dimostra che fin dalla nascita l'essere ha tutta una serie di pulsioni che lo spingono a "volere" l'autodeterminazione (giustizia, libertà, socializzazione, arricchimento continuo di nuove informazioni, desiderio di conoscere, etc.).
Ecco perché la nascita e la morte sostanzialmente fanno parte della vita dell'organismo che, con il suo ciclo vitale, viene integrato in un sistema dinamico in base al quale tutto si trasforma, ma non muore.
Quel che è certo è che l'evoluzione avviene grazie alla capacità fisica di memorizzare l'informazione e di trasformare continuamente l'energia arricchendo il sistema di nuove informazioni.
In fisica, infatti, non esiste il concetto di morte, e noi siamo entità fisiche regolate da leggi fisiche.
Possiamo a questo punto ridefinire il concetto di percezione: "La percezione è l'atto con cui l'essere identifica le caratteristiche fisiche dell'ambiente".
La coscienza è il prodotto della memoria, del percepito, che si arricchisce dinamicamente nel tempo e nello spazio.
La qualità dell'informazione nella percezione determina la "qualità" della coscienza.
La percezione avviene tramite le informazioni visive, uditive, chimiche, meccaniche e può essere determinata da informazioni naturali o artificiali.
Sono qualitativamente valide quelle naturali, ossia le informazioni inviate al cervello da tutto ciò che è prodotto dalla Natura; sono invece, artificiali tutte le informazioni prodotte dall'Uomo (codici, simboli e convenzioni).
Qualora le informazioni prodotte dall'Uomo non si integrino a quelle naturali, producono conflitti, squilibri e lateralizzazione all'interno del cervello.
La citoarchitettonica dei due emisferi cerebrali viene attivata dalle caratteristiche fisiche delle informazioni naturali, le quali consentono sempre un'attività sinergica e integrata qualora non si siano instaurate memorizzazioni lateralizzanti.
In tal caso, l'emisfero destro percepisce l'informazione e l'emisfero sinistro l'associa, invece, ad una informazione prememorizzata.
Ecco emergere eclatantemente l'estrema importanza delle informazioni.
Da esse dipende la qualità della vita dell'Uomo e dell'ambiente.
L'attuale stato di grave entropia del Pianeta, della società, viene prodotto dall'ignoranza che abbiamo di questo processo che ci spinge a prediligere la quantità delle informazioni e non la qualità.
Infatti, l'attuale metodo scientifico utilizzato da tutte le discipline ignora il "concetto di qualità".
I concetti di qualità e di quantità sono stati fino ad oggi argomento di disquisizioni filosofiche, ma grazie alle nuove acquisizioni scientifiche e alle Scienze Integrate possono e devono essere oggi argomento della fisiologia.
Nessun fisiologo, infatti, può analizzare e descrivere un processo senza conoscere profondamente le leggi fisiche che lo determinano.
Le leggi fino ad oggi codificate sono approssimative e troppo spesso riducono il sistema - per sua natura dinamico e integrato - ad un cumulo di ipotesi non sempre confermate, riducendo il tutto ad una frammentaria spiegazione non certo fisiologica, ossia naturale.
Sembra quasi che le conoscenze acquisite dalla scienza siano prive di quelle vibrazioni armoniche che animano invece i processi naturali.
Ciò significa che il rapporto tra il prodotto conoscitivo e la realtà concreta è tale da impedire la possibilità di acquisire con la scienza ”l’anima" di ciò che mentalmente vogliamo rappresentare.
L'ipotesi ormai non deve essere confermata dall'esperimento, ma dalla realtà concreta, cioè dal processo naturale.
La Natura deve confermare la nostra scienza e ciò favorirà certamente un riequilibrio della biosfera e, soprattutto, dei cervelli, che non saranno più antagonisti della nostra biologia, prodotta dalle leggi di Natura, ossia da scambi di informazioni naturali.
Emergono, quindi, nuovi parametri per la ricerca fisiologica che possono essere riassunti come segue:
1. La concezione einsteiniana di Energia – Materia diventa Energia – Materia - Informazione
(E/M/I):
a - ogni sistema fisico e biologico viene prodotto dall'informazione e produce
e scambia informazioni;
b - tutte le trasformazioni di energia avvengono attraverso scambi di
informazioni in base a quanto espresso al punto a;
c - le varie forme di energia sono
sempre e comunque informazioni che
reagiscono costantemente in un continuum che, indipendentemente dalla
forma, produce sempre e comunque evoluzione;
d - tutte le conoscenze acquisite sulle
varie forme di energia vanno integrate
affinché gli strumenti conoscitivi confermino il dinamismo e
l'interdipendenza dinamica delle varie forme di energia.
2. La memoria e la presa di coscienza giustificano la forma nel tempo e nello
spazio:
a - ogni organismo fisico e biologico
prodotto dalle informazioni vive nel
tempo e nello spazio per prendere coscienza delle informazioni che lo hanno
determinato;
b - l'evoluzione della specie o del sistema fisico esiste per il tempo necessario
a completare tale presa di coscienza;
c - l'evoluzione è un continuo
arricchimento della coscienza del processo che
l'ha determinata. Il "completamento" di tale coscienza trasforma formalmente
il sistema in nuove dimensioni energetiche.
3. Il cervello dell'Uomo (donna-uomo) contiene in potenza l'evoluzione di
tutti gli elementi fisici e biologici esistenti sul nostro pianeta:
a - l'evoluzione della specie umana
porta gradualmente l'Uomo verso una
presa di coscienza di tutti i processi che lo hanno determinato;
b - l'evoluzione della conoscenza porta
l'Uomo a realizzare fuori di sé
quanto in coscienza ha già realizzato in base alle leggi fisiche, chimiche,
biologiche che lo hanno determinato.
Per cui egli si appropria gradualmente della conoscenza di sé stesso.
4. Il massimo livello di conoscenza raggiunto dall'evoluzione umana sulle
funzioni "fisiologiche" del cervello, è riassunto nella realizzazione del
computer e dei mezzi di comunicazione come la televisione, la radio, etc.
Infatti l'organizzazione sociale viene quasi totalmente affidata alla logica
con cui i computer elaborano le informazioni: è per questo che la maggior
parte degli uomini attua sistemi logici perfettamente riproducibili dal
computer.
a - L'amore, la
gioia, la giustizia, la libertà, il dolore, l'odio, l'aggressività, la
competizione sono concetti scientificamente non chiariti e ciò consente al
genere umano di brancolare nel buio producendo drammi e danni non
indifferenti.
Quanto sopra non lascia dubbi sul fatto che per risolvere i problemi del mondo è necessario chiarire scientificamente come nascono all'interno del cervello umano la gioia, l'amore, la giustizia, la libertà, etc, per poterli poi realizzare a livello sociale e umano, onde accelerare il processo evolutivo.
IL RUOLO DELLE INFORMAZIONI NEI PROCESSI DI LATERALIZZAZIONE
Sulla base dei fondamenti di fisiologia integrata sopra espressi passiamo ad analizzare i meccanismi neuropsicofisiologici che regolano la percezione all'interno dei processi di lateralizzazione dei due emisferi cerebrali.
Per
molto tempo le scienze neurofisiologiche hanno attribuito poca importanza alla dualità del sistema nervoso sia centrale che periferico.
Gli studi di Sperry e di altri e i miei lavori dimostrano, invece, le ragioni per cui convivono in noi due sistemi cerebrali che sviluppano due tipi di coscienza che "possono" ignorarsi o cooperare, ma mai imitarsi.
Il che significa che nella maggior parte dei casi convivono in noi "due persone": una priva di aggressività, di antagonismi, contraria ad ogni forma di discriminazione, con la possibilità di integrare le nuove informazioni (emisfero destro); l'altra vuole sempre avere l'ultima parola, discrimina, combatte per imporre la propria personalità nell'ambiente, ha grosse difficoltà di adattamento a tutto ciò che è nuovo per il suo realizzato mnemonico, apprende nuove informazioni se sono utili ad evitare coercizioni o ad ottenere premi (emisfero sinistro).
Non è difficile capire, a questo punto, quale tipo di emisfero o di personalità è stato favorito nella civiltà dell'Homo Sapiens, ossia qual è l'emisfero dominante.
Questa
breve premessa serve ad inquadrare la situazione neuropsicofisiologica emersa da una serie di esperimenti condotti su pazienti ai quali era stata praticata la resezione del corpo
calloso per gravi affezioni epilettiche, altri con lesioni a varie aree corticali ed altri ancora con psicopatologie di vario genere.
L'ampia letteratura scientifica esistente sull'argomento conferma quanto sopra specificato.
Una delle
prime domande che mi sono posto è stata perché convivono due emisferi cerebrali anatomicamente uguali, quando poi, di fatto, per la vita di relazione sociale educhiamo e
sviluppiamo una personalità da emisfero sinistro.
Infatti il linguaggio, la matematica e il ragionamento logico sono riferiti fisiologicamente a tale emisfero ed essendo questo dominante ha creato un tipo di società "a sua immagine e somiglianza", ossia una società competitiva, in cui ognuno vuole imporre i propri modelli mentali, in cui vige la regola del premio e della punizione e dove si discrimina e si combatte tutto ciò che è diverso da sé stesso. In sintesi, si ricerca il potere come strumento di dominio sugli altri.
Gli
aspetti "positivi" dell'emisfero sinistro sono quelli di aver pianificato la società umana con modelli collettivi, ripetitivi in tutti gli ambiti della vita sociale.
Ciò ha favorito la distribuzione planetaria delle conoscenze raggiunte dall'evoluzione umana,
dando vita, inoltre, alla tecnologia che produce strumenti in grado di potenziare le possibilità operative e percettive dell'emisfero sinistro.
La scienza, infatti, spiega e dimostra sé stessa, ma non il dinamismo della vita. La "fisiologia", quindi, viene quasi esclusa dalle possibilità di acquisizione dell'emisfero sinistro.
L'ipotesi di base da me presentata a vari congressi sulle motivazioni che differenziano fisiologicamente le funzioni dei due emisferi, pone in evidenza un processo evolutivo regolato più che dalla natura genetica dei due emisferi, dalla neuropsicofisiologia della percezione.
Infatti, alla nascita i due emisferi non presentano grosse differenze anatomiche e funzionali.
I processi di lateralizzazione vengono attivati dalle informazioni che raggiungono gli organi di senso.
Infatti i bambini sono poco lateralizzati e, in casi di emisferectomia sinistra, l'emisfero destro può farsi carico di sviluppare quasi tutte le funzioni che venivano attribuite all'emisfero sinistro, con alcune modificazioni comportamentali che sono molto interessanti da un punto di vista neuropsicofisiologico poiché sono tipiche della logica con cui l'emisfero destro elabora le informazioni.
Infatti l'emisfero destro non impara a ripetere, ma è sempre originale nella risposta, almeno quando l'emisfero sinistro lo consente, poiché la sua percezione è "fisiologica" all'informazione.
Il sinistro, invece, non sempre percepisce fisiologicamente l'informazione in quanto l'input in arrivo evoca per associazione quasi sempre una informazione simile prememorizzata, che con il suo contenuto formale risponde all'ambiente.
Da ciò si evince che l'emisfero sinistro non è oggettivo alla realtà, ma risponde e difende il contenuto mnemonico accumulato e rinforzato negli anni.
Analizzando meglio le fasi percettive dei due emisferi, vediamo ad esempio che ogni input raggiunge separatamente i due emisferi, per essere elaborato ai vari livelli di gerarchia funzionale.
Ci limitiamo in questa fase a trattare le funzioni superiori del cervello riguardanti in particolare le vie acustiche e visive, perché principalmente con esse si verificano i maggiori processi di lateralizzazione, anche se tutti gli altri organi sensoriali, come il gusto, l'olfatto, il tatto, nonché quelli interni all'organismo deputati al controllo delle funzioni sensori-motorie, non possono essere separati dal processo globale inerente allo sviluppo della coscienza.
Infatti, ho spiegato in precedenza che ogni input sensoriale di qualsiasi natura fisica, se è fisiologico, ossia naturale, non codificato dall'Uomo, può essere
decodificato all'interno delle varie strutture neurofisiologiche in altre
forme di energia.
Ad esempio con il tatto, che utilizza trasduttori meccanici, si può ricostruire per associazione una immagine, un suono, un odore, un sapore, ecc.
Il che significa che le informazioni possono dar vita ad una forma di "riverberazione" corticale sinergica che può "trascendere" le caratteristiche fisiche stesse dell'input attivante e portare il cervello a livelli di rielaborazione dell'informazione iniziale verso le grandi intuizioni e la "trascendenza".
Lateralizzano, invece, le funzioni corticali quelle informazioni da noi codificate sotto forma di codici, simboli, convenzioni, modelli, nozioni, che conservano la
caratteristica della ripetitività.
Per maggiore esplicitazione diciamo che un'informazione che non deve essere rielaborata creativamente, che non mantiene un legame covalente con la "realtà oggettiva", contiene in sé l'automatismo della ripetitività, "creando" un sistema informazionale "chiuso" che costringe il cervello a memorizzare l'informazione in base al principio del premio, della punizione, della gratificazione e della penalizzazione.
Abbiamo in precedenza spiegato che l'energia nei sistemi biologici e nell'ambiente fisico è dinamica ed integrata.
Tutto è informazione e tutto si trasforma e si evolve attraverso l'azione dell'informazione stessa.
Esiste, quindi, l'interdipendenza dinamica delle varie forme di energia. Per converso, le informazioni che lateralizzano le funzioni superiori del cervello umano sono antagoniste al principio di interdipendenza dinamica e ciò crea limitazioni all'evoluzione della coscienza.
Per cui la ripetitività è antagonista alla creatività, alla crescita conoscitiva.
La didattica scolare e universitaria, infatti, soprattutto nella scienza, applica il metodo della ripetitività, che da una parte favorisce la distribuzione delle conoscenze acquisite e dall'altra lateralizza le funzioni dei due emisferi cerebrali, rallentando fortemente il sinergismo interemisferico, la riverberazione corticale, le intuizioni, la creatività.
Inoltre tale processo, portato al paradosso, produce effetti negativi che vanno dai disturbi della personalità alla schizofrenia.
Il benessere psico-fisico deriva dal sinergismo interemisferico poiché, come tutti ormai sanno, ogni stato conflittuale psicologico viene somatizzato attraverso
l'asse psiconeuroendocrino.
Una sindrome da me definita "sindrome di disconnessione funzionale interemisferica" affligge oggi soprattutto i Paesi a forte sviluppo tecnologico.
La sintomatologia è rilevabile dalla mancata capacità dell'individuo di associare gli aspetti "umani" alla cultura e alla scienza.
Infatti l'umanizzazione della cultura e della scienza consiste nell'integrare le conoscenze acquisite per la comprensione dei processi naturali che avvengono all'interno e all'esterno di noi stessi.
La nostra umanità è legata alla fisiologia delle funzioni dell'emisfero destro, che conserva una interazione fisiologica con l'ambiente.
Chiunque può verificare sulla popolazione tale processo.
In altri lavori tratteremo più approfonditamente tale argomento, poiché ogni affermazione di questa relazione è il "frutto" di anni di studio finalizzati alla comprensione della fisiologia delle funzioni superiori del cervello con un metodo che posso definire "spontaneo", codificato successivamente in Scienze Integrate.
La fisica è il punto di partenza per la comprensione dell'ambiente, dell'ecosistema e di noi stessi che in esso siamo contenuti.
Nel nostro caso l'Uomo è una manifestazione di infiniti processi fisici e rimane, con la sua biologia, integrato all'ecosistema, e con le sue funzioni neuropsicofisiologiche superiori può trascendere la sua dimensione fisica e "spaziare" all'interno dell'Universo.
Il cervello, dunque, con i suoi meravigliosi lobi frontali, con le aree associative temporo-parieto-occipitali "attende" di essere utilizzato.
Adoperiamo, infatti, pochissimo i nostri lobi frontali e soprattutto con la cultura e con la scienza attuali li teniamo in parte separati.
La soluzione dei problemi del mondo è riposta all'interno di essi.
E' puerile pensare e scrivere, come mi è capitato di leggere in alcuni trattati di neurofisiologia, che le loro funzioni non sono poi così importanti per la vita di relazione.
Ciò può essere vero per chi vive la sua vita quasi a livelli vegetativo, ma non per chi ha dato e dà lumi all'evoluzione umana sia nella scienza che in tutti gli ambiti dello scibile umano.
Noi che dedichiamo la nostra vita all'avanzamento delle conoscenze neuropsicofisiologiche abbiamo la responsabilità di quanto accade nel mondo per la mancanza di conoscenze univoche sulle funzioni superiori del cervello umano, che risiedono in particolare proprio nei lobi frontali e nelle caratteristiche delle informazioni che dalla nascita in poi penetrano e sviluppano tutte le funzioni del sistema nervoso centrale periferico.
Rimando ad altri lavori maggiori spiegazioni su quanto sopra espresso e soprattutto alla bibliografia.
Quel che è certo è che bisogna avere il coraggio di esprimere idee, studi e ricerche che possono far uscire il genere umano dall'empasse scientifica e culturale in cui si trova.
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