Nelle cronache degli ultimi mesi spesso ci sono notizie riguardanti i ragazzi nei loro rapporti con gli insegnanti e i genitori. La maggior parte delle volte si fa riferimento a situazioni abbastanza gravi (violenze tra ragazzi, nei confronti dei professori, della propria famiglia ...). I docenti a volte non riescono a fare il proprio lavoro; i genitori dal canto loro sono ignari della doppia personalità die propri figli, tranquilli in casa a bulli quando lasciano il nido.
Spesso madri e padri, per difendere coloro che hanno generato, arrivano addirittura a picchiare gli insegnanti. La radice del problema sta nella ricerca della giustizia che il genere umano ha innata in sé: è un principio genetico.
Pochi però riscontrano una risposta positiva a questo tipo di ricerca. Si chiede giustizia, si ottiene ingiustizia e quindi la si commette per riscattarsi. La soluzione è nelle scuole, nelle università, che devono capire e rispettare le predisposizioni genetiche.
Dobbiamo far nascere le coscienze e informarle; occorre rispettare la dignità della persona.
Ognuno di noi deve ubbidire a Dio, alla perfezione, alla Verità.
Il Signore è dentro di noi e ci permette di riconoscere l'ingiustizia: Egli ha già scritto il Suo Libro dentro ogni essere umano, poiché ci ha creati a Sua Immagine e Somiglianza. Ogni uomo, in definitiva, ha bisogno di esprimersi ed è necessario che riesca a farlo, che possa manifestare le sue potenzialità e quanto di meraviglioso ha da donare a chi lo circonda.
Intervista al Professor Michele Trimarchi, neuropsicofisiologo, Presidente CEU (Centro studi per l'Evoluzione Umana) e IPV (Ius Primi Viri), Direttore del BHC (Brain Health Centre) di Roma.