La donna e l’uomo del terzo millennio
Professor Michele Trimarchi
(luglio – settembre 2000)
La donna, per dono e per diritto naturale, è innanzitutto la madre di tutti gli esseri umani della Terra. Dietro questo “mistero” si cela la grandezza della natura o del Creatore, a voi la scelta… Nascere potenzialmente madre significa avere delle facoltà che non sono consentite all’uomo, ed è evidente che ad esso sono stati affidati altri compiti ed altre potenzialità. Non possiamo negare questa immensa realtà e sarebbe quanto mai puerile non riconoscere il valore trascendente della donna nei confronti dell’uomo. Non stiamo parlando di superiorità o inferiorità né tantomeno di una gara tra i due sessi, stiamo solo mettendo in luce alcuni aspetti delle differenze che sono alla portata di tutti. Cosa aspettiamo a prenderne coscienza? Non possiamo continuare ad offendere l’intelligenza della Natura o del Creatore continuando a demonizzare valori che se acquisiti consapevolmente dalla donna e dall’uomo ci permettono di iniziare a creare quel mondo meraviglioso a cui tutti aneliamo e tendiamo. Vediamo invece nella maggior parte dei casi che l’uomo vorrebbe la donna a propria immagine e somiglianza: sei proprio “ignorante”, uomo, non sai cosa ti perdi… lasciala libera di esprimersi e lei ti porterà verso la luce, ti libererà dalle angosce quotidiane che i tuoi condizionamenti ti creano, ti darà quella serenità che cerchi con droghe e con mezzi artificiali, mentre potresti averla gratuitamente solo con un po’ di buon senso. La ricerca della verità necessita della libertà di comprendere e integrare ciò che è diverso da sé. Agli esseri umani è dato di acquisire una coscienza che, se ben guidata dall’Io, può arricchirsi in ogni istante di nuovi valori ed esperienze. Tutto in ogni momento è nuovo ed originale, e visto che ciò è vero, perché non cerchiamo di identificare l’originalità dei vari momenti interattivi con l’ambiente circostante? Perché vogliamo imporre i nostri modelli e condizionamenti al dinamismo della Natura e della vita? Abbiamo deciso di sprecare la nostra esistenza? Sono convinto che nessuno vorrebbe sprecare quei pochi anni che ha a disposizione per nascere, crescere e continuare a crescere. Tutti possiamo intuire il significato della nascita di un bambino concepito nell’armonia che può sprigionarsi dal rapporto di coppia, eppure siamo arrivati a pensare che i bambini in provetta sono la stessa cosa… Quanta ignoranza, arroganza, presunzione si celano nella banalità del pensiero umano! Apparentemente, i bambini sembrano uguali, ma un attento osservatore sa distinguere chi è nato dall’armonia di un rapporto di coppia e chi è nato da processi biologici privi dell’armonia che solo una coscienza evoluta può esprimere. I nostri organi di senso collaborano all’interno del nostro cervello: non basta produrre un bellissimo frutto se questo poi non ha quel profumo e quel sapore che solo l’anima dei processi naturali sa infondere. L’amore della Natura e la sua intelligenza non trascurano nulla, mentre l’attuale banalità dell’intelligenza umana trascura tutto, toglie l’anima alla vita che per diritto naturale viene data a tutto e tutti. Questo è il mondo artificiale da noi prodotto: cibi transgenici, clonazione, alterazione dei processi naturali. Stiamo dimostrando di essere più intelligenti della natura… o di non averla capita affatto! E allora cerchiamo di riflettere soprattutto quando usiamo termini come qualità della vita o come rispetto della vita e dei diritti umani. Il diritto fondamentale espresso dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo è la dignità: tale valore identifica la realtà nelle sue potenzialità e in tal senso si può parlare di dignità anche del mondo naturale. Rispettiamo la dignità e produrremo qualità, e la qualità necessita di conoscenze fisiologiche che come tali rispettano e descrivono i fondamentali valori della realtà oggettiva ed obiettiva.
Liberiamoci dunque da modelli e metodi pseudoscientifici che violano nella loro estrinsecazione il diritto di realizzare ciò che potenzialmente si è. Rispettiamo l’intelligenza e la dignità della natura e piuttosto che modificarla cerchiamo di comprenderla e di prevenire quelle mostruosità prodotte da conoscenze parziali e pseudoconoscenze. Smettiamo di inquinare i processi chimici, fisici, biologici e cerchiamo di apprendere dalla natura stessa come favorire ed incrementare la qualità della vita in tutti i suoi aspetti. Dopo migliaia di anni ci siamo accorti che la donna non serve solo a svolgere i lavori domestici e ad accudire i figli, ma a partecipare con le sue potenzialità a tutte le attività umane e ad una organizzazione sociale democratica che intenda rispettare i diritti fondamentali della persona. Le differenze cerebrali tra i due sessi indicano ormai con estrema chiarezza che la cooperazione fra la donna e l’uomo favorisce la gestione della giustizia umana e sociale e soprattutto la ricerca della verità in tutte le situazioni sociopolitiche, economiche e culturali. Da tali presupposti non si può prescindere se vogliamo concretamente dar vita ad un terzo millennio con una cultura che sia in grado di risolvere i conflitti tra la donna e l’uomo al fine di far nascere quella creatività tra i sessi che porti verso una trascendenza e verso l’espressione di valori universali che sono il nutrimento evolutivo dello spirito umano.