TEORIA NEUROPSICOFISIOLOGICA INTEGRATA
SULLA LATERALIZZAZIONE E CODIFICAZIONE
DEGLI EMISFERI CEREBRALI
Professor Michele Trimarchi
Pubblicata su:
- Il Cervello e l'integrazione delle scienze,
1983, 1, 17-37
- International Journal of Psychophysiology,
1984, 4, 253
Presentata a:
- First International Meeting on Science - Education –
Evolution, Roma,1982;
- XXXV Assemblea Medica Mondiale, Venezia, Fondazione
Cini 24- 28 Ottobre 1983;
- III Congresso Internazionale della IOP- International
Organization of Psychophysiology, Università di Vienna, 11
Luglio 1986
PREMESSA
La presente teoria integra le varie ricerche effettuate in campo neurofisiologico inerenti alle interazioni ed interrelazioni fra i due emisferi cerebrali.
Quindi ritengo superfluo riportare la lunga bibliografia che mi ha condotto a formulare tale teoria, in quanto dovrei citare con meriti e valori non solo i più famosi ricercatori come Roger W. Sperry e la sua equipe, ma molti altri, meno noti e altrettanto validi, che hanno contribuito a tale formulazione.
Lascio pertanto al ricercatore l’analisi di questa teoria, informando che per la riprova scientifica non si richiede particolarmente il laboratorio, in quanto si può agire direttamente sulla persona che ci sta di fronte e su noi stessi con stimoli di immagini, suoni verbali e di altro genere che usiamo quotidianamente nelle nostre interazioni.
Analizzando le risposte evocate e i tempi di tali risposte, si può avere una
visione chiara di questa sperimentazione. Ciò permetterà di avere la prova immediata della validità di tale teoria. Una lunga serie di esperimenti dimostrativi sarà pubblicata nei prossimi numeri di
questo periodico e su altre riviste.
In ogni fenomeno i principi fisico-chimico-biologici regolano la trasformazione
delle interazioni e dei parametri funzionali, e le manifestazioni che ne derivano determinano la realtà del fenomeno istante per istante.
Gli effetti determinati dai processi filogenetici ed ontogenetici incidono sulle
successive trasformazioni, in una catena che riunisce la diversità e la differenziazione di tutti gli elementi naturali ed ogni struttura, eccetto l’uomo potenzialmente, vincolata da precise leggi,
non può che seguire il verso e la direzione di tale evoluzione.
La realtà morfo-fisiologica energetica dell’uomo lo colloca su di un piano totalmente differente da tutte le altre strutture, anche da quelle che la paleontologia e la zoologia definiscono come specie simili; egli è l’unico a poter incidere sui principi fisico-chimico-biologici, fino ad alterare il verso e la direzione dello sviluppo naturale dei fenomeni e ad avere in potenza la possibilità di distruggere la globalità dell’ecosistema e conseguentemente distruggersi.
Il potenziale di autodistruzione che attualmente l’uomo possiede è direttamente proporzionale alla non-conoscenza delle leggi fisiche e biologiche energetiche che ci regolano e che determinano il nostro comportamento automatico ed istintivo. Il primo atto teso a disinnescare tale potenziale è l’acquisizione informazionale che ogni uomo ha un cervello e che ogni suo pensiero o azione dipendono univocamente da questo, relativamente alla sintesi che in esso si opera tra la fisiologia dei meccanismi e l’apprendimento delle informazioni.
L’evoluzione degli elementi atomici e l’evoluzione biologica possono essere
integrate in un unico processo evolutivo. Infatti l’evoluzione degli elementi atomici e molecolari non ha mai avuto un’interruzione e possiamo dire che la lunga sperimentazione atomica, sviluppatasi
nel lungo cammino determinato dal tempo e dallo spazio, ha portato ad una complessità sempre maggiore con un ordine che in parte ancora oggi sfugge al ricercatore.
In effetti tutti i ricercatori sanno che la cellula nervosa come noi oggi la conosciamo è opera di una lunga evoluzione biologica subentrata successivamente e non inizialmente alla comparsa della vita biologica sulla Terra. Questo tipo di cellula, che trova la sua massima complessità di funzioni nell’uomo, non si riproduce nel suo nucleo genetico ed ha la durata di tutto il ciclo biologico dell’uomo: ciò ci dimostra che geneticamente essa rappresenta il nostro ciclo vitale.
I vari miliardi di cellule del nostro sistema nervoso devono lavorare in un ambiente che sia fisiologico alle loro funzioni e per lavorare esse devono essere stimolate fisiologicamente.
Se si pensa che ognuna di esse è diversa dall’altra, ciò significa che hanno compiti diversi, quindi per lavorare hanno l’esigenza di avere miliardi e miliardi di stimoli diversi.
Quanto realmente stimoliamo le nostre cellule? Sono consoni gli stimoli alle loro funzioni?
La ripetitività dei modelli culturali impedisce loro di lavorare in maniera
fisiologica rispetto alla loro diversità, da ciò deriva il fatto che adoperiamo poco il nostro cervello.
Questa teoria permetterà di organizzare meglio la cultura e la vita dell’uomo ed evitare così gli infiniti problemi che affliggono oggi le società di tutto il mondo.
FISIOLOGIA
DELLA DUALITA’ DELL’UOMO
I DUE EMISFERI
L’anatomia del sistema nervoso mette in evidenza la dualità degli elementi componenti di base in funzione della dualità fondamentale del cervello, nel quale si realizza l’uomo culturale e la sua storia: i due emisferi telencefalici.
In particolare, tutte le stimolazioni sensoriali in entrata hanno duplici canali
di conduzione, collegati per vie nervose sia all’emisfero sinistro che all’emisfero destro, cosicché ogni input viene memorizzato indipendentemente nell’uno e nell’altro emisfero, evocando inoltre
due risposte corticali diverse.
Se da un punto di vista morfologico-anatomico gli emisferi cerebrali sembrano strutturati uniformemente e differenziati solo per simmetria speculare, la loro fisiologia mette in evidenza le fondamentali differenze che sussistono e che determinano i meccanismi di funzionamento, i quali si identificano con parametri che evidenziano le diversità di codificazione ed energetica delle cellule neuronali e delle loro connessioni.
Una prima differenziazione è insita nella suddivisione delle aree encefaliche, alle quali nell’emisfero destro e sinistro vengono fatte corrispondere funzioni differenti.
Esempio classico è quello fornitoci dai centri del linguaggio e della grafia: benché gli apparati motori della vocalizzazione abbiano corrispondenza sia nell’emisfero sinistro che in quello destro, generalmente la “parola” ha sede nel solo emisfero sinistro.
Entrando in altri aspetti della fisiologia, una differenza più profonda e globale tra i due emisferi è definita dal loro diverso modo di interagire con l’ambiente esterno, soprattutto per quanto concerne le risposte alle stimolazioni che da questo provengono.
Emisfero destro ed emisfero sinistro rispondono in maniera totalmente diversa e in
tempi totalmente diversi ad uno stimolo, poiché il livello energetico e le frequenze caratteristiche delle funzioni stimolative biochimiche interemisferiche sono diverse. Attraverso la duplicità
delle condizioni sensoriali, come detto sopra, lo stesso messaggio informativo segue vie nervose diverse e giunge ai due emisferi che lo elaborano e lo memorizzano, dandone un valore globale che
dipende direttamente dalla struttura dei parametri di analisi acquisiti.
La fisiologia dell’emisfero sinistro è tale che questo memorizza le informazioni sotto forma di modelli culturali, in quanto così sono stati finora realizzati, costruiti dalla somma delle caratteristiche che l’informazione fisica trasporta in sé, e fa di questo modello memorizzato una “verità assoluta” da difendere.
L’emisfero destro, invece, analizza tutti gli aspetti dell’informazione e li integra in sé, trovando un filo evolutivo comune che ne determini una sequenza di distribuzione (spaziale) non limitata da acquisizioni precedenti.
Nel porsi percettivamente di fronte ad un elemento, i due emisferi selettivano e
codificano le informazioni elettromagnetiche seguendo processi diversi; ad esempio, attraverso i recettori sensoriali della vista, essi percepiscono l’esistenza e le caratteristiche di un elemento:
l’albero. (Si vedano fig. 2 e seguenti).
Nell’emisfero sinistro tale dato si identifica istantaneamente in un modello ed
ogni funzione rievocativa dell’elemento albero va ad associarsi con lo specifico modello di albero che è giunto all’emisfero come dato primario. In definitiva, la prima memorizzazione condiziona
necessariamente le memorizzazioni successive, perché queste verranno sempre ricondotte ad un confronto diretto con l’informazione precedente.
Quando la stessa stimolazione giunge all’emisfero destro, non si verifica un apprendimento automatico e ristretto alla sola informazione in arrivo, ma si innesca un vero e proprio processo distributivo spaziale di associazione di elementi intimamente connessi, che concorrono nella formazione della struttura.
All'elemento "albero" l'emisfero destro associa tutti i suoi componenti fondamentali e a questi ancora altri segmenti, integrando così tutto il processo naturale.
Per quanto l’elaborazione di base sia separata e strettamente autonoma, emisfero destro ed emisfero sinistro comunicano costantemente attraverso un ponte anatomico di connessione: il corpo calloso.
Esistono aree motorie (centro di Broca e centro della grafia) attive
principalmente nell’emisfero sinistro, ed è attraverso queste aree che le stimolazioni dell’emisfero destro devono passare per esternare, attraverso un linguaggio comprensibile e
articolato, il concetto di integrazione che opera nell’analisi degli input che ad esso provengono.
Per far questo, la stimolazione interna deve necessariamente passare nell’area di memorizzazione del modello, modificandolo attraverso un’azione energetico-biochimica (RNA, DNA) che determini la rottura o l’utilizzazione del modello.
Di fronte all’arrivo di un input, la funzione di apprendimento dell’emisfero
sinistro si basa sul sistema binario (stesso sistema in uso per i calcolatori elettronici): o il dato viene riconosciuto perché già memorizzato (ovviamente se è un dato nuovo associabile
viene memorizzato direttamente) e quindi si identifica con un dato di richiamo o è in antitesi con quello memorizzato, perché non ne ripropone identicamente il modello, ma offre un
ulteriore modello di struttura del medesimo elemento.
In questo modo l’emisfero sinistro agisce selezionando i dati in entrata per esclusione: o “si” o “no”, o “vero” o “falso”, non esiste una terza possibilità che inglobi, integrando, due aspetti diversi della realtà.
Tale possibilità è invece il fulcro base dell’E.D., per il quale due visioni differenti di uno stesso concetto cui è riconducibile un elemento particolare, sono sinonimo di un maggiore spazio di analisi che permette di cogliere un numero maggiore di particolari e, allo stesso tempo, offrono un punto di partenza per uno studio associativo che ricerchi, nel caso non fosse evidente, una relazione tra i due aspetti.
È importante sottolineare, però, che sarebbe un errore voler ridurre emisfero
sinistro ed emisfero destro rispettivamente ad un rigido determinismo e ad un probabilismo propri di due modelli fisici e strutturali della materia e dell’energia, perché ancora una volta
vorrebbe dire inserire un concetto in uno schema a blocchi e selezionarlo nuovamente in modelli, ovvero osservarlo con l’ausilio del solo emisfero sinistro.
Se l’input trasporta l’informazione A = B, l’emisfero sinistro apprende A =
B, e lo identifica in un modello culturale. Questo particolare procedimento è alla base delle conoscenze scientifiche attuali, perché tutte le branche della scienza per studiare un
fenomeno si rifanno ad un modello che caratterizzi un certo numero di parametri, sufficienti ad interpretare detto fenomeno.
La costruzione così ottenuta di un modello sufficientemente soddisfacente si trasforma automaticamente in un modello mentale da difendere, difficilmente removibile.
La storia della scienza è costellata di esempi, e per quanto possa sembrare una contraddizione in termini, se non spiegato dalla fisiologia cerebrale, il campo dell’apprendimento conoscitivo che teoricamente dovrebbe essere il più aperto alle innovazioni ed alle osservazioni finalizzate all’ampliamento della conoscenza, si rivela spessi chiuso dogmaticamente nei propri preconcetti.
Un’analisi scientifica dell’input ben più profonda viene compiuta dall’emisfero destro che scinde l’uguaglianza (A = B) e determina tra i due elementi A e B una successione sequenziale, stabilendo l’impossibilità del verificarsi della relazione A = B.
Ciò permette all’emisfero destro di conservare una memorizzazione spaziale sempre aperta a qualsiasi novità stimolativa, consentendogli successivamente una risposta dinamica creativa.
L’emisfero destro non ammette neanche la possibilità di una relazione di identità A = A, poiché è già sottintesa nella realtà di A la sua unicità ed individualità non riproducibile nell’uguaglianza.
L’apprendimento di un modello da parte dell’emisfero sinistro e l’analisi dei parametri relativi ad un elemento della realtà osservabile dell’emisfero destro, seguono una successione precisa di vie nervose, relative alla differenziazione dei recettori sensoriali e conseguenti aree di associazione ed elaborazione.
Secondo tale successione si stabiliscono due tipi di codificazione: una codificazione biochimica ed energetica a modelli nell’emisfero sinistro ed una codificazione energetica consequenziale spaziale che individualizza i particolari, dando loro un preciso valore, nell’emisfero destro.
Le afferenze ottiche caratterizzano nell’emisfero sinistro un modello formale
attraverso il quale si identifica un particolare che, per essere associato nella nostra mente a ciò che noi abbiamo appreso di quel particolare, deve sempre riproporsi visivamente nello
stesso modo.
Le afferenze ottiche determinano nell’emisfero destro l’individuazione delle caratteristiche spaziali-elettromagnetiche, attraverso l’integrazione dell’apporto della variabile di ogni parametro.
Le afferenze acustiche apportano nell’emisfero sinistro una codificazione che si identifica istantaneamente nel modello di codice che nel linguaggio verrà in seguito associato ogniqualvolta le stimolazioni sensoriali offrono informazioni che, riunite in un modello globale, caratterizzano quell’elemento.
All’emisfero destro le afferenze acustiche determinano un’analisi della realtà concettuale del codice linguistico in base allo spettro di emissione che accompagna la lettera e alla lettera stessa (ogni lettera ha una sua individualità nella costruzione di una risposta, conservando sempre il suo significato concettuale): in definitiva esse associano alla realtà strutturale dell’elemento gli impulsi quantizzati di un codice energetico a misura d’uomo.
I tre stati di aggregazione della materia sono indici di altrettanti stati
energetici complessivi di un sistema, cosicché ad ogni stato corrisponde un preciso livello di energia. Ogni elemento, anche di elevata densità, possiede una parte di molecole sublimate
che ne costituiscono la tensione di vapore, molto spesso non misurabile.
Le afferenze olfattive nell’emisfero sinistro costituiscono un modello
aromatico associato sempre a quel particolare e lo determina univocamente. Nell’emisfero destro tali afferente portano alla caratterizzazione chimico-energetica della parte strutturale
dell’elemento a valori energetici globali più elevati, cioè la parte sublimata. In questo senso tali aree operano una prima particolare analisi
chimica.
A questa analisi si aggiunge per l’emisfero destro quello delle afferente
gustative, mentre le stesse costituiscono un ulteriore modello di sapore per l’emisfero sinistro: all’elemento verrà associato solo e soltanto quello specifico
modello.
Nell’emisfero destro l’area gustativa determina un’analisi chimica specifica dell’elemento a prescindere dalla parte sublimata, caratterizzandone l’acidità, i potenziali di legame e tutte le altre caratteristiche chimiche fondamentali. La sintesi delle afferente olfattive e gustative permette l’analisi chimica completa dell’elemento.
Il quinto canale sensitivo è quello delle afferente tattili che crea
nell’emisfero sinistro un ulteriore modello che correla la densità dell’elemento e la sua morfologia in modo univoco e definisce totalmente le componenti stimolative tattili
corrispondenti alla costruzione del modello (duro – morbido – morfologia; liquido – solido).
Nell’emisfero destro l’afferenza tattile determina le caratteristiche di densità e integra completamente l’analisi dell’elemento, ottenendo così uno spettro completo delle caratteristiche che lo individuano e che, in definitiva, rispecchia l’analisi condotta integrando tutti i parametri energetici naturali.
I nostri strumenti sensoriali sono un potentissimo mezzo di studio della
realtà a noi circostante e il loro spettro di analisi corrispondente alla fisiologia delle aree associative sensoriali costituisce un esempio fondamentale per comprendere quali siano i
parametri da studiare in quel fenomeno.
L’emisfero destro integra nella sua analisi tutti i parametri fisici scientifici componenti il messaggio, poiché analizza l’elemento da un punto di vista energetico, fisico, chimico, biologico e sintetizza i risultati da questo ottenuti per elaborare una risposta completa sulla realtà oggettiva dell’elemento.
Tale realtà oggettiva viene deformata quando l’emisfero destro trasferisce il messaggio attraverso il corpo calloso alla conformazione strutturale della modellistica culturale dell’emisfero sinistro, il quale deve confrontare, integrare ed esprimere con i codici a lui dati l’oggettività dell’emisfero destro, rendendo così impossibile la trasmissione del messaggio nella sua interezza iniziale.
Emisfero sinistro ed emisfero destro colgono due aspetti differenti del mondo a noi circostante. Il primo apprende e memorizza una realtà artificiale, frutto di modelli e di combinazioni di questi che producono ancora modelli, e la codificazione che in esso avviene è identicamente artificiale. Il secondo analizza e registra la realtà del mondo fisico-naturale e la codificazione in questo rispecchia tale naturalità.
In presenza di una stimolazione, l’emisfero sinistro emette velocemente una
risposta, agisce cioè a stimolo-risposta, mentre l’emisfero destro, attraverso un processo meno veloce, dà una risposta nuova e quindi creativa per come la sua attività fisiologica
interna ne imposta la risultante (sempre nuova, corrispondente alla novità dell’attimo interattivo).
Malgrado emisfero sinistro ed emisfero destro siano due aspetti del nostro cervello così differenziati fisiologicamente, essi non sono in antitesi, ed anzi la loro fisiologia deve essere ulteriormente integrata attraverso un apporto maggiore di interazioni interemisferiche.
La stessa fisiologia ci pone davanti l’esempio di una duplice attività
sincrona del sistema vegetativo, ed altri esempi potrebbero essere tratti non solo dalla fisiologia umana, ma da tutta la fisiologia e l’anatomia del mondo naturale (intese come
meccanismi di funzionamento e strutture integrate).
Il primo passo verso la conoscenza della realtà di questo nostro ecosistema è la conoscenza della nostra fisiologia cerebrale e di come essa realizza il mondo dentro di sé; per raggiungere tale conoscenza si deve operare su noi stessi una sperimentazione in modo tale che l’emisfero destro spezzi gli schemi e i modelli culturali, così da trasferire all’emisfero sinistro una nuova metodologia conoscitiva che non porti più ad una cultura ripetitiva, ma creativa, cioè ad una comprensione cosciente del mondo che ci circonda e di noi stessi: opera non tesa a creare un nuovo emisfero dominante, ma alla ricerca di una sintesi integrativa delle dipolarità del nostri cervello.
In conclusione possiamo mettere in evidenza quale dovrebbe essere fisiologicamente il cammino del messaggio fisico realizzante l’individuo, in input ai nostri sensi. Esso viene ricevuto dai due emisferi: se il messaggio preformato ha in sé una possibilità di continuità integrativa con i nuovi messaggi in arrivo, viene costruito dall’emisfero sinistro in maniera tale da permettere all’emisfero destro di arricchire, misurare ed organizzare la costruzione della realtà oggettiva del messaggio da lui ricevuto.
Se il messaggio è dato come “verità”, nell’emisfero sinistro si forma un modello neurologico non integrabile con altri messaggi, da non toccare, e il meccanismo biologico di difesa scatterà ogniqualvolta si tenterà di alterare tale messaggio, sia da parte dell’emisfero destro che dall’ambiente esterno. Nel primo caso si permette un’azione creativa dell’emisfero destro sul mondo circostante non identificabile in un modello preformato, consentendo a chi riceve tale azione di elaborare un messaggio nuovo.
Questo procedimento fisiologico accelera l’evoluzione umana e permette ad ogni cervello di essere impegnato in costruzioni psicologiche creative, dandogli il piacere di essere protagonista di idee ed eliminandogli la necessità di aggredire per difendere modelli e messaggi che per loro formazione sono chiusi ad una possibilità di integrazione degli stimoli diversi non da lui identificabili nei modelli memorizzati.
Sta a noi saper organizzare la cultura in maniera tale che qualsiasi
messaggio sensoriale proveniente da qualsiasi organo di senso possa percorrere tutta la fitta rete nervosa senza i confini determinati dai modelli culturali
ripetitivi.