dna cervello coscienza consapevolezza educazione
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International Society of Neuropsychophysiology "Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza"
International Society of Neuropsychophysiology"Dal DNA il cervello, dal cervello la coscienza" 

Prolusione del Prof. Michele Trimarchi al Convegno

 

I DIRITTI UMANI COME FONDAMENTO POLITICO

PER UNA COSCIENZA DEMOCRATICA:

PRIORITÀ D’INTERVENTO

 

Roma, 14-15 Giugno 1996

Aula Magna Università degli Studi

La Sapienza

 

 

        Questa prolusione vuole essere uno stimolo per tutti coloro che desiderano riflettere sull’evoluzione della donna e dell’uomo e dei loro diritti naturali e sociali.

      E’ stato osservato da più parti che i diritti umani vengono molto spesso trattati demagogicamente e che poco si fa, in concreto, per la loro attuazione.

 

 

        Generalmente ci si limita a mettere in risalto le macroviolazioni, certamente gravissime e inaccettabili, ma non si dà la dovuta attenzione a quelle che sono le micro violazioni commesse quotidianamente all’interno delle istituzioni pubbliche, delle famiglie e tra i singoli individui, come se queste ultime non riguardassero i diritti umani.

 

 

             Riteniamo invece che per promuovere una reale cultura dei diritti umani occorra lavorare su entrambi i fronti per giungere a prevenire sia le macro che le micro violazioni, ambedue indice di una mancata comprensione ed attuazione dei valori espressi nella Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

         A tale riguardo, grande responsabilità è da attribuire ai mass-media e a quell’etica giornalistica che dovrà essere veramente umanizzata, poiché gli organi di informazione hanno grande potere sullo sviluppo evolutivo delle coscienze di tutti i cittadini.

 

 

        Come abbiamo più volte affermato, non basta denunciare le violazioni dei diritti umani ma occorre soprattutto operare con informazioni adeguate per la prevenzione di tali violazioni.

       I mass-media devono essere utilizzati non per “alimentare” i conflitti, a scopi che a volte offendono la dignità della persona, ma per informare i cittadini in modo tale da rendere allo sviluppo del benessere sia individuale che collettivo.

 

 

       Il tema di questo incontro ”I diritti umani come fondamento politico per una coscienza democratica: priorità d’intervento” è stato scelto proprio per dare concretezza a queste due giornate di lavori, il cui obiettivo principale è quello di contribuire a rimuovere gli ostacoli, primo fra tutti l’inquinamento informazionale, che limitano fortemente l’attuazione dei diritti umani.

 

 

       Se analizziamo l’evoluzione dei diritti umani vediamo che essa procede parallelamente all’evoluzione culturale e politica dell’umanità.

         Dobbiamo quindi studiare questo processo evolutivo per poter realmente imparare dalla storia, la quale ha ormai dimostrato che determinati “errori” generano inevitabilmente guerre e conflitti a tutti i livelli, da quello internazionale a quello interindividuale.

        Da qui l’esigenza di studiare e individuare con chiarezza quali sono gli atteggiamenti che generano tali conflitti, considerando che ora disponiamo degli strumenti concettuali e scientifici idonei a tale scopo.

 

 

           Come abbiamo spiegato nella relazione di apertura, l’individuo non nasce dotato di ragione e di coscienza, ma nasce dotato di potenzialità e di pulsioni comuni a tutto il genere umano.

           Riteniamo sia questa la chiave di lettura e di approccio alla tematica che affrontiamo in questa sede, e riteniamo che gli Stati, innanzitutto attraverso l’educazione, abbiano il compito di garantire una cultura che, nel rispetto del genoma umano, permetta il soddisfacimento di queste pulsioni: pulsioni di giustizia, rispetto, libertà, dignità.

 

 

          Credo che siano questi i valori fondamentali che l’educazione deve trasmettere, per cui occorre applicare una metodologia educativa che favorisca la “scoperta” e l’interiorizzazione di tali valori soprattutto dalla nascita fino alla maggiore età, poiché questa è la fase in cui l’essere umano sviluppa la propria capacità di intendere e di volere.

 

 

         Questi valori di giustizia, rispetto, libertà e dignità, potenzialmente infiniti, vengo definiti dall’evoluzione politica ed economica di una società.

            Ma a cosa servono la politica e l’economia se non a consentire che tutti godano di pari dignità e diritti e di pari spazi di libertà?

          Chi insegna il limite tra benessere individuale e benessere sociale?

 

 

         Il benessere individuale non deve negare quello sociale ma lo deve favorire.

 

 

        Tutto questo passa attraverso la presa di coscienza dei valori democratici, e a tal fine è necessario che gli Stati organizzino un sistema educativo capace di favorire l’espressione di questi valori.

        Diversamente non possiamo pretendere dal cittadino che egli rispetti i diritti e le libertà fondamentali.

 

 

           Molto spesso, prima ancora di non rispettare gli altri, l’individuo non rispetta sé stesso, per cui uno dei doveri dello Stato è proprio quello di proteggere il cittadino anche contro i danni che egli può arrecare alla propria persona.

 

 

           Qualcuno potrà anche dire che è utopia, ma riteniamo che l’evoluzione dei diritti umani mira a creare dei cittadini democratici che abbiano la capacità di gestire la propria vita all’interno di un sistema in cui il singolo possa cooperare con gli altri ed esprimere la propria libertà, individualità, creatività.

 

 

              Questa, per noi, è una reale democrazia.

Per realizzare tutto ciò non possiamo più lasciare spazio all’empirismo. Oggi, grazie all’evoluzione della scienza – in campo neuro psicofisiologico, psicologico, antropologico, educativo – disponiamo di strumenti che ci permettono di sapere a priori quale risposta verrà evocata da un certo tipo di informazione, quale sarà il risultato di una certa metodologia educativa, quali sono le condizioni di base che possono favorire o compromettere il buon funzionamento di uno Stato. Non si può chiedere al cittadino di agire in conformità ai più alti principi democratici, esprimendo la propria libertà, dignità e spiritualità, se prima non lo si mette in condizione di risolvere sia i problemi legati al soddisfacimento dei suoi bisogni primari sia i problemi di ordine personale e sociale; lo Sato deve quindi avvalersi di strumenti scientifici che consentano di avviare a soluzione tali problematiche e al tempo stesso di garantire un sistema educativo – scolastico atto a far sviluppare, a partire dai primi anni, una capacità di intendere e di volere nel rispetto dei valori della democrazia. Quest’ultimo punto è di fondamentale importanza anche ai fini della prevenzione di comportamenti devianti: infatti la conoscenza di come il cervello sviluppa il comportamento permette di verificare già in un bambino di sei anni il tipo di informazioni che egli ha acquisito dall’ambiente, e di individuare e correggere eventuali deformazioni che in lui stanno insorgendo.

Occorre pertanto una pedagogia scientifica che sappia rispettare i valori espressi dalla Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. L’educazione ai diritti umani non può essere una mera trasmissione di nozioni, ma deve essere uno strumento per stimolare l’individuo a sviluppare quella capacità di critica ed autocritica che permette di discernere ciò che è giusto e ciò che non lo è; altrimenti, senza lo sviluppo reale di tale capacità, si tende a considerare giusto tutto ciò che dà piacere e gratificazione, trascurando il fatto che spesso quel che dà piacere può essere un condizionamento, un elemento non utile o anche dannoso ai fini della crescita individuale. Lo Stato h quindi la responsabilità di mettere la persona in condizione di sviluppare quella “ragione” e quella “coscienza” di cui parla l’art. 1 della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo.

L’individuo deve essere rispettato dalla nascita in poi: occorre dunque comprendere con grande chiarezza in cosa consiste la dignità, la libertà, la giustizia , e bisogna creare dei docenti che siano in grado innanzitutto di esprimere e poi di insegnare questi valori, perché se l’esempio che diamo con la nostra vita non dimostra che abbiamo interiorizzato certi principi, come posiamo insegnarli ad altri? E’ dall’educazione che dipende il futuro dell’umanità. Le università devono inserire nei corsi di laurea un esame inerente la conoscenza profonda dei diritti umani e della dignità umana, valori che devono permeare l’azione didattica di tutti i docenti. Come si può essere “dottori” nelle varie discipline se non si ama in sé stessi il valore della vita e della libertà? Quindi nessuno dovrebbe conseguire una laurea se dietro a questa non c’è una profonda conoscenza dei diritti umani. Solo a tale condizione qualsiasi funzione si andrà a svolgere, pubblica o privata, sarà certamente positiva perché al servizio o nel rispetto della dignità umana.

I conflitti nascono dall’ignoranza, mai dalla saggezza: questa deve spingerci a creare una “cultura della saggezza”, i nostri sforzi devono indirizzarsi in tale direzione e le risorse economiche devono essere utilizzate a tale scopo. Sappiamo infatti che l’economia non è tutto: possiamo avere meno benessere economico e maggiore serenità sociale, ma a tal fine è necessario organizzare lo Stato e la società integrando gli obiettivi e non privilegiando solo alcuni aspetti a scapito di altri.

Quanto oggi affermiamo ha alle spalle circa vent’anni di sperimentazione attuata dal CEU – Centro studi per l’Evoluzione Umana – sulla base dei cui studi è stata fondata l’Associazione Ius Primi Viri. Tale sperimentazione legittima le nostre affermazioni e la nostra “fede” nei diritti fondamentali dell’uomo, poiché abbiamo compreso gli “arcani” che hanno impedito, fino ad oggi, l’attuazione e la concretizzazione della Dichiarazione Universale dei Diritti dell’Uomo. Tutto questo ci rende ottimisti per il futuro, anche perché abbiamo iniziato ormai da tempo a svolgere consulenze e corsi per la formazione dei docenti delle scuole di ogni ordine e grado, per i formatori e per le varie utenze individuate all’interno delle funzioni pubbliche che hanno compiti di prevenzione delle violazioni dei diritti umani.

Le relazioni che saranno presentate in questi due giorni sono molte e interessanti e spaziano dal relativismo culturale alle strategie educative, alla prevenzione e promozione, all’etica e la bioetica, ecc. Entro breve saranno pubblicati gli atti di questo convegno, i quali consentiranno un’ampia diffusione di quanto in questi due giorni saremo riusciti a costruire in favore dell’intera umanità.

Invito i partecipanti ad un dibattito costruttivo, ricordando, a memoria di tutti, che ci sentiamo responsabili – proprio perché ci occupiamo di un tema di così vasta portata – verso tutti coloro che attendono fiduciosi i risultati della nostra opera. Grazie e buon lavoro.

registrazione completa del convegno